Taccuini di Facebook : Francesco Tontoli

Da Wsf

Chi è Francesco Tontoli? A questa  mia domanda lui risponde : ” Chi è Francesco Tontoli? Chi è ? Chi è? Ripetere molte volte, prego ” E mi assale all’improvviso un’abbagliante certezza , quella della sua risposta che racconta tantissimo, come le sue poesie a seguire.


La Doccia

Poeta da doccia sono

e la goccia che cade

attraversandomi il corpo fatto di sale

è quella la via poetica che cerco

ripulito dallo sterco mio e del mondo che vedo

attutito dal rumore dell’acqua che sento.

.

Gli altri poeti da mare

amano, odiano hanno altro

da fare, io mi sento solo

gocciolare, e chiudo gli occhi

gioco a nuotare, faccio scorrere

parole sopra al mio corpo-altare.

Una Cura

Le volte che la neve

si avvita al cielo

e fa nero e gelido il mondo.

.

Per oggi tutti i luoghi bianchi

che crediamo silenziosi

risuonano sotto un manto

ricoperti di luce.

.

La vita è una voce e scolora

svapora, attenua il respiro

aspetta, e l’attesa è una cura.

Bella Morte

Bella morte mi avevi dato con quel suono

non ricordo se faceva drin o plin

ma aveva scavato nel mio orecchio

e allargato il suo cerchio

Tentavo di resistere al grattare del violino

con il crine dell’arco teso

al vocione obeso del trombone

organizzavo un muro di ragioni che si oppone

a quella insistente parola flautata

risputata nel labirinto membranoso

insalivata di chiare e umide pulsioni.

Bella morte rovistava con la lingua

siringando un caldo liquido incolore

non potevo che aggiungervi un sorriso.

Mi avevi detto infine quasi tacendo

quasi non volendo

accompagnando con la testa un cenno d’assenso

chiudendo gli occhi come chi è in pace con la luce

mi avevi detto:

“Muori”.

Avventi – Grattatempi su carta da musica -

Grattatempi su carta da musica

partiture fatte di

code di rumori

atte a

penetrare chiocciole

e tinnire di

martelletti alieni

arrotare

di coltelli che affondano

nelle zigrinature

delle anse

delle calotte craniche

perniciose creature sonore

stridono sui metallofoni

battono

sulle

pelli

tese

dei cilindri

campanule appese

sfioriscono

orecchianti

e annusanti

sordi ciclopi

nelle loro ferramenta forgiano metallo-manie

clangori

assai urtanti

orde di note attonite

jingles acufenici

di venditori anonimi

spacciano

ridacchiano

morsicchiano

i padiglioni

auri-neuricolari

ronzano

fremono

ardono di suoni

esafoni tetrafoni pentafoni

(in pantofole invernali)

registrano il rumore del fiocco di neve

quando si posa sull’asfalto

“Sembra stia arrivando letale il Natale…”

ripetono acciuffando

e triturando il silenzio

impacchettando le risonanze squassate

sulle pause degli incroci

(é presumibile che le onde sonore rispettino i semafori).

Giù dagli scivoli le lucivetrine ammiccano

l’occhio

si sfinisce

si scolorisce

si spazientisce

infine lacrima una poltiglia

di bitume e sale

al tatto

si direbbe che le tasche

siano vuote (….)

quanto i cervelli stanchi di indugiare sul pallido

natale

tale e quale e pure omonimo

acronimo

eteronimo

come minimo

a quello dell’altr’anno

e dell’altro ancora.

Ci si tocca per non dimenticarselo

per non scordare che sia pur essendo gelido

è pur sempre un epifanico

gradevole strumento

di obliterazione di carezze.

Vivi e rinati eccoci lucidi e imballati

con il sorriso che valuta lo spread differenziale.


Filed under: poesia, scritture Tagged: Francesco tontoli, Inediti, Mezzanotte, Nudità Delle Parole, poesia, WSF

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