Taccuino di caffè (e alcune altre amenità!).

Creato il 23 gennaio 2013 da Tazzina @tazzinadi

Gasp. Avevo preannunciato, nella serata delle puntate precedenti, al Circolo dei Lettori, su gentile richiesta, un post su Murakami, e la mia rilettura (sic. davvero) di 1Q84III.
La terza parte di un capolavoro che amo con tanto amore.
Ma. Non è ancora il momento! La foto sarebbe pronta. Anzi le foto, come vedete sotto.
(E metto anche quelle della bella serata di cui prima!).
Solo che non sono pronta io. Sto rileggendo 1Q84III e so che è un po' strano, mettersi a rileggere così un romanzo, con tutte le cose che ci sono da fare nella vita. Ma ci sono insieme tutte delle ragioni mie un po' spirituali, che nemmeno ho capito ancora bene, e che tenterò tuttavia di spiegare.
Il motivo di questo ritardo è però anche che ho iniziato a lavorare fuori casa. 
Per il Salone del Libro, come raccontavo un po' qui. Quindi, fino a maggio, sarò in giro per uffici. Insieme agli ALTRI esseri umani.
Dicono che per le persone come me (ipocondriache, melanconiche, ansiose etc.) lavorare fuori casa sia sano. In effetti, ammetto che un po' è vero.
Erano tanti, tanti, tanti anni che me ne stavo a casa per lo più da sola tutto il giorno. Alla sera, tornava il mio fidanzato, che ha iniziato a credere di convivere con un panda, più che con una donna vera, e poteva essere l'unica anima che incontravo dal vivo nella mia giornata, per diverse giornate di seguito. Stavo spesso in pigiama, leggevo sul divano, soffrivo un po', poi facevo il tè, era bello. 
E l'avevo, in parte, anche scelto io. 
Una scelta un po' obbligata, da complicatissimi casi della vita, e secondariamente perché faccio una fatica mostruosa a stare in mezzo alle persone per più di poche ore. Non so voi, ma per me è sempre stato un dramma. Molto difficile, molto.
Invece, pensavo, se stai sola a casa disponi completamente del tuo tempo. E, nel mio caso, anche delle tue manie, delle tue paure. Anzi, loro finiscono per disporre di te, se non fai qualcosa di massiccio per sconfiggerle. In effetti, adeguarmi un po' ai ritmi del resto del mondo, mi fa bene, credo. No, anzi, non è che mi faccia bene o male, ma forse era necessario per una come me. Troppo solitaria. 
Dunque, detto ciò, avevano ragione però quelli che mi chiedevano: "dove lo trovi il tempo di scrivere un blog?". Adesso che sto cercando di abituarmi a nuovi ritmi di vita, devo ammettere che il tempo, il Tempo, non c'è. 
Bisogna pensarlo. Meditarlo, amarlo, desiderarlo molto, sospirarlo, rispettarlo, aspettarlo,  inventarlo, cambiarlo, pazientare e costruirlo. Ecco, circa, pare che sia così. Per questo ho deciso di rinviare il post su Murakami. Perché mi devo organizzare mentalmente e riconsiderare gli ultimi cinque anni di antiche abitudini lavorative da eremita, di terrori, di gioie, di stranezze di ogni genere (non approfondisco ma insomma siamo umani capirete). 
Vero è che le difficoltà cambiano, il tempo passa, oggi ad esempio ho scoperto di essere molto più miope del previsto e i ragazzini dell'Euroclub mi hanno chiamata "Signora", era già successo, ma con più convinzione del solito. 
Alla fine forse è solo che si cresce, si sta dietro a tutto, e non si sta dietro più a niente.
Ma di certo non smetterò di leggere e scrivere qui o altrove, promesso, ovviamente. Anzi. Mi piacciono queste sfide. Perché ci sono delle cose, credo (credo!) di aver capito, che vanno misteriosamente conquistate. E che al tempo stesso accadono senza dover fare poi chissà che, perché sono le tue cose ed è giusto che tu te ne occupi, ed è destino che arrivino, che si facciano senza stare troppo a preoccuparsi. (Ad esempio, ma devo ancora riordinare le idee su questo, sto imparando delle novità sull'amore, poi ve le dico, ma la scoperta è che non c'è niente di strano da fare per meritarselo, è gratis etc. Cioè basta essere vivi, e qualcuno ti potrebbe amare senza che tu sia un genio oppure chissà chi, oppure una persona triste, non so, vi parrà scontato ma è una grande verità!).
Lo dicevo poi anche in quella bella serata del Circolo dei Lettori, che la cosa più sorprendente dell'avere questo blog è stata la consapevolezza che ci fosse qualcuno ad aspettarmi. Qualcuno che anche non mi conosceva, che mi aveva vista mezza volta nella vita di persona magari, o due volte massimo, ma che mi aspettava per le mie parole. Incredibile. Ma bello. In effetti anche io aspetto gli altri, ma non pensavo potesse realmente succedere il contrario. E ringrazio chi mi ha scritto in questi giorni a proposito di questo argomento. Ci sono persone brave e speciali là fuori. 
E farle contro il tempo queste cose ha un suo un senso, almeno così dicono i filosofi, i saggi e gli esperti. Credo sia vero. Carpe diem! Ed eccoci qui al taccuino del mercoledì. (Ma ribadisco: non temete che il post mega su 1Q84III arriverà in tutto il suo splendore nipponico).
Quindi. Cosa è successo su internet in questi pazzi giorni di nulla (dicono cioè che questi di fine gennaio siano i più faticosi e insulsi perché troppo lontani da qualsivoglia idea di festa, riposo o divertimento. Per me non è del tutto vero, oggi, ad esempio, è il compleanno di mia madre, che, per me, ha molto senso, visto che senza questo giorno oggi non sarei qui a picchiettare sui tasti, quindi c'è un senso in praticamente tutte le cose giusto?). Allora, cosa mai è successo? 
1) Il mondo ha bisogno di lettere d'amore. Avevo scovato questo meraviglioso progettino qui, qualche tempo fa. Poi ieri è finito sul Guardian, e adesso mi dò volentieri e legittimamente arie da talent scout! Dunque, loro scrivono lettere d'amore. Agli sconosciuti, o ai conosciuti, dipende. Ma fanno questo nella vita e sembrano contentissimi. Dovete scoprirlo da voi, però: che posso altro aggiungere io di fronte a una genialata del genere? 
2) Editori e librerie e tweet e bookblogger. Non è solo per ricambiare una gentilezza, ma anche e soprattutto perché l'argomento e il blog sono interessanti. C'è questa ragazza, italiana, che si occupa di editoria e di ebook e lo fa con competenza e professionalità. Prima non la conoscevo, grazie al magico mondo dei blog posso dire che sia diventata una giovane amica, quindi grazie cara Pantofola Digitale (e complimenti ancora per il fantastico nick name)! Guardate qua
3) Per favore, andiamo in Nepal. Certe volte mi capita di voler essere in posti lontani e spirituali. Poi magari non ci andrò mai, ma è come esserci stata, tanto è il sogno di questi spazi diversi. Scopro che quella cosa che i media (una volta lo si diceva di quell'affare desueto chiamato "televisione") consentono viaggiare lontano in parte è vera. Dunque, facendo un salto in Nepal, ho notato che è appena nata una rivista letteraria molto curiosa, eccola qui. (Via Literary Saloon, scovato via @Einaudieditore).


Musica per tutto questo: a cold and a broken Hallelujah.

Murakami da lavoratrice da casa.


Murakami-ufficio.


Con Elena Masuelli, la giornalista con il più bel bracciale del mondo. Al Circolo dei Lettori. 


Ciao!