Tag – 4 Espressioni Dialettali

Da Bloody Ivy

Regole:
1. Citare l’ideatore deL TAG (bloody ivy) e da chi siete stati nominati.
2. Raccontare delle vostre 4 espressioni dialettali più usate o preferite
4. Nominare (sul serio, nominare) qualche blog (anche solo 1, uno), perché è una cortesia che si fa a qualche blogger. Avvertirli.

E qui parto con la Filippica: nominare, cioè linkare altri blog sotto i post di questi giochini – tag, è aumentare la possibilità di visibilità ad altri blogger. 
Come arriva la gente al vostro blog? Al mio principalmente dai motori di ricerca, o grazie alla condivisione di qualcuno su Facebook, ma una volta letto il post sull’argomento cercato se ne vanno e non tornano. Sono i lettori da “una volta e via“.
La maggior parte degli iscritti, invece, sono altri blogger che, o perché NIENTE PANICO piace sul serio, o perché per un blogger è sempre interessante capire cosa scrivono e cosa combinano di bello gli altri nei loro blog, mi si fidelizzano. Ma come mi trovano nel mare magnum della blogosfera?
Molti, grazie a quelli che mi nominano nei Tag (che regolarmente non riesco ad eseguire se non con ritardo di mesi e mesi e mi dispiace tantissimo; il tempo per dedicare al blog non è molto, il sabato sera in genere, il che non mi riesce difficile, misantropo come sono); pensano che mi scocci o non mi interessi, ma in realtà sono felicissima che si ricordino di me e mi linkino ai Tag. GRAZIE GRAZIE GRAZIE
Se un blogger posta un link che porta al vostro blog, vi sta regalando più visibilità e forse qualcuno che ancora non vi conosce verrà a leggervi e prenderà a seguirvi.

I blog sono basati sulla condivisione, di post, di idee, commenti, e anche link ad altri Blog. “Eh ma non posso nominare tutti, e non voglio far torto a nessuno“, sì, vabbè, ma mica è l’ultimo Tag della nostra vita (spero), così stavolta nominerò qualcuno e negli altri tag qualcun altro. Soprattutto non prendete esempio da me! Sono un mostro maleducato che aspetta mesi per rispondere ai Tag. Inoltre… non vi piace il Tag? Non fatelo, a me continuate a piacere lo stesso

Le espressioni dialettali che spesso uso sono:

COCOLO – è un vezzeggiativo, el xè cocolo, vuol dire carino, simpatico, piacevole, che suscita sentimenti positivi ecc ma tutto racchiuso in un termine solo. E’ riferibile sia a persone che a cose, cocolo può essere il fidanzato, il maglione che ci regalano a Natale, o il gatto della vicina.
Per cercare di rendere meglio l’idea, diciamo che se uscisse una versione dei pinguini di Madagascar in triestino, invece di “carini e coccolosi ragazzi, carini e coccolosi” ci sarebbe “cocoli, muli, ‘sai cocoli“.
(NB: in realtà nella versione originale del film dicono “Just smile and wave guys just smile and wave“)

STRICAR – significa “cancellare tirando sulla parola una linea (in triestino, una strica) con la biro“. Non credo la lingua italiana abbia un termine equivalente, forse gli si avvicina “barrare”. Non è un semplice cancellare, come si potrebbe fare con la gomma o con il  tasto canc, serve proprio la riga che passi sulla parola da eliminare, tipo:  “strica su quel nome che xè sbaià”.
Probabile retaggio della Trieste asburgica, dal tedesco ausstreichen, depennare da una lista.

COSSA NASSI? – il verbo nasser significa sia nascere che accadere. E’ un po’ come per lo spagnolo passar che traduce sia passare che  accadere. Così “pasar por casa“, “pasar un examen“, “pasar por tonto” è “passare per casa”, “passare un esame”, “passare per scemo”; ma “¿qué pasa? è “che succede?” e lo si chiede per es. quando vediamo il nostro amico, di natura allegra, con un’espressione rabbuiata e strana per lui, e tradotto in triestino è “cossa nassi?“; oppure “¿qué ha pasado?“,  che significa “che è accaduto?” e in triestino sarebbe “cossa xé nato?“.
A questo proposito c’è la storiella del triestino che gira per Vienna; all’improvviso per strada sente un gran baccano e sapendosi barcamenare alla meno peggio in tedesco, domanda subito ai passanti, ma con l’espressione triestina “cossa xé nato?“, messa in tedesco: “Was ist geboren?” (cosa è nato?), lasciando tutti perplessi. Nascere in tedesco (come in italiano) non significa mai anche “accadere”. 

BACOLO –  scarafaggio,  insetto particolarmente diffuso nelle notti d’estate a Trieste; deriva dal latino medioevale bacus.
Il termine bacolo lo si usa in molte circostanze (sì, per davvero…) e, mica con un connotato negativo!
Se esci di casa con stivali neri, calze nere, cappotto nero, borsa nera e magari avvolta da una calda sciarpa nera, quel giorno, stanne certa che qualcuno ti dirà “ciò, ogi te son come un bacolo” e non per insultarti, o perché durante la notte hai avuto una trasformazione stile Kafka ne “La Metamorfosi” e non te ne sei ancora accorta, o perché struccata sei brutta da far ribrezzo, ma solo perché a Trieste abbiamo il pantone nero bacolo. Se altrove si dice “nera come la notte”, “nero come il caffé”, “nera come il carbone”, qui la cosa che si associa al nero è lo scarafaggio e quindi “nero come un bacolo“. Anzi, diciamola tutta, se Trieste avesse, come Gotham City, un suo eroe vestito tutto di nero, non si farebbe chiamare Batman, ma L’Omo Bacolo, e secondo me, il Bacolo Segnale sarebbe ‘ssai cocolo.

Alle superiori fra di noi, ma non so se è dialetto originale o slang dialettale, usavamo anche il verbo bacolar, cioè fare come i bacoli, con il significato di “uscire fuori di notte e andarsene da una parte all’altra senza riuscire a stare fermi in un locale”, ma non solo, “stanotte gò bacolà per tuta la ciasa” era da intendersi con “stanotte ero insonne e mi sono alzato ma non riuscivo a fare niente né a stare fermo, così ho vagato come uno scarafaggio per tutta la casa”.

(NB – da non confondere con il verbo bagolar che significa divertirsi, svagarsi in generale; da bagolo, sollazzo trastullo svago…)
Al bacolo, insomma, non è che ci siamo affezionati, come possono esserlo i messicani, tanto da dedicargli una canzone nonché usarlo come soprannome per lo spinello; non è che ci piacciano talmente da andarli a friggere nell’olio e condirli con aglio e peperoncino come si fa in Thailandia… ma gli abbiamo dedicato un colore tutto suo: color nero bacolo e uno stile di vita, il bacolar. 

le nomine:

pagurina

sarde e finocchietto

cristinadellamore 

Fragorosa Mente

viola va fortissimo come blogger e non la taggo mai perché c’è sempre qualcuno che arriva prima di me, ma stavolta il tag lo inizio io, quindi… he he he

almeno tu

lavori in corso

sputiamo veleno

tuttolandia

una vita non basta

my paper moon è un’amica blogger di lunga data, bravissima, simpaticissima eccetera eccetera; le sue creazioni che posta nel blog e sulla pagina fb sono “cocolissime”

il piccolo mondo di lelle

Aury’s Kitchen

il bradipo

la vie de lapin

Danilo Coppola uh! lo conosco dai tempi di splinder, ora è su blogspot

marisa cossu

alice jane raynor

Bloody Ivy