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La narrazione si concentra così tanto sui due protagonisti, oscillando tra felicità ed estrema tristezza, che quando termini la visione del film non puoi non rimanerne segnato (anche economicamente, visto che non mi stupirei se i più sensibili tra i cinefili facessero fuori sette scatole di Kleenex). Si tratta del dramma romantico per eccellenza.
Al secondo posto mi viene in mente soltanto Le pagine della nostra vita: oltre a raccontare una splendida storia d'amore, è il film dotato di uno dei main theme più malinconici della storia del cinema (e tra quelli è compreso ovviamente anche quello di Love Story).
Ancora oggi, ogni tanto, rifletto sull'idea di provare tutte le religioni esistenti solo per poter pregare in ogni modo possibile affinché mi venga restituito il tempo perso.
Ho reso l'idea? In certi casi esagerare va bene.
Un film che si è diffuso come un virus Forrest Gump. Ha cambiato il mio modo di vedere cose e persone, mi ha insegnato ad accettare quello che mi succede e quello non posso controllare, mi ha fatto credere e mi ha insegnato un sacco di piccole cose che mi tornano utili spesso.
In questo senso, probabilmente più che un virus si tratta di una cura: un farmaco che prendo più volte al mese senza rischio di sovra-dosaggio.
Se invece vogliamo essere pignoli e attenerci alla frase sotto la parola "Influenza, forse è meglio parlare di film che hanno visto tutti e dare un'occhiata a una precisa pagina di Wikipedia.
Ci sono solo altri tre film che guardo molto spesso e che probabilmente continuerò sempre a rivedere volentieri: Piccole donne con Winona Rider, Harry ti presento Sally della mia amata Nora Ephron e Vi presento Joe Black, film sottovalutato che io trovo semplicemente delizioso.
Io e il mio ragazzo guardiamo il film e crolliamo a letto addormentati (lui, perché io c'avrò messo un'ora a crollare, sentendo tutti i rumori della casa seppure avessi piazzato la testa tra due cuscini come fosse un sandwich).
A un'ora imprecisata della notte avverto dei battiti sul comodino, sento il letto tremare un po' e le lenzuola spostarsi. Spaventata, resto immobile per qualche secondo fino a quando trovo il coraggio di girare lentamente la testa per controllare la situazione.
Non l'avessi mai fatto. Vedo il mio fidanzato in piedi come fosse la protagonista del film e inizio a urlare dallo spavento. Lui, arrancando fino allo stipite, accende la luce e con una voce flebile mi dice: «Io veramente dovevo solo andare al bagno...». Ecco. Grazie a questo e ad altri film, ma soprattutto per colpa di quell'episodio, di notte io raramente apro gli occhi per guardare verso la porta quando sento un rumore.
Un film privo di contenuti Fast & Furious, l'intera "saga". Il mondo sentiva davvero bisogno di un sequel? E di un terzo? E di tutti gli altri?! Dai!
No, no, e poi no. Sarà che non sono un maschio eterosessuale e che non mi emoziono per il sedere di una donna spiaccicato sul cofano di una macchina. O forse è il mio organismo a funzionare male, visto che al ritmo del film non corrisponde alcun aumento della produzione di adrenalina. Sarà che non sono appassionata né di motori né di auto alla Pimp My Ride e non riesco a cogliere la bellezza della trama (sono una che non trova logico neanche che si costruiscano auto che possano superare i 130 Km/h, visto che quello dovrebbe essere il limite di velocità consentito).
Oppure ho semplicemente ragione e si tratta di film sopravvalutati, per cui non vale la pena di perdere tempo, e che andrebbero messi da parte assieme al 95% dei cine-panettoni, al film tratto dal primo libro di Melissa Panarello e a quello con i due tronisti, Troppo Belli.
Un film che ti ha portato in un altro mondo La bussola d'oro, che mi ha affascinata come mai mi era successo e mi ha fatto conoscere Philip Pullman (autore dell'omonimo romanzo).
Il film non è entusiasmante, ma non è male: ci sono Nicole Kidman pre-plastiche-facciali, Daniel Craig ed Eva Green post-primo-Bond-biondo e tanti altri dettagli visivi e musicali apprezzabili. Il suo compito di portarmi in luoghi che non conoscevo l'ha fatto egregiamente.
Se invece prendiamo alla lettera non la definizione ma il tiolo, Mal di mare, devo nominare Cloverfield: riprese disturbanti.
Un film di cui hai dimenticato tutto o quasi La difficoltà nel rispondere a questa domanda è questa: sono una che tende a ricordare tutto, compresi i dettagli più stupidi, tanto che delle volte lascio di stucco i miei amici che mi guardano come fossi dotata di una memoria anormale, neanche avessi un cervello grande quanto quello degli Alieni di Mars Attack. Questo significa che non esistono film che non ricordo per niente: ricordo ancora tutta la storia di Alla ricerca della valle incantata, che vidi quando non avevo ancora sei anni!
Se proprio devo pensare a un film di cui ho poche reminiscenze, penso ad A.I. - Intelligenza Artificiale: ricordo Jude Law, ricordo gli occhi tristi di Haley Joel Osment, ma mi fermo più o meno lì.
Un film che ti ha tolto il fiato The Strangers. Se ci ripenso e chiudo gli occhi, vedo ancora certe scene; se mi tornano in mente quando sono a casa da sola, mi fanno venire i brividi lungo la schiena.
Il film mi fa aumentare i battiti cardiaci e mi angoscia profondamente, soprattutto quando ripenso al dialogo più importante del film: «Perché ci state facendo questo?» «Perché eravate in casa.»