Perché non iniziare una rubrica con una banalità? La prima giornata non può dare indicazioni definitive. Un luogo comune, ma vero.
Anche se non lo sperano i tifosi del Milan, la cui squadra ha passeggiato a San Siro contro la Lazio, un’ottima squadra. E da quello che si è visto lo spogliatoio è unito e raccolto intorno al proprio allenatore: Leonardo, Allegri e Seedorf cancellati da Pippo. Nell’atteggiamento complessivo, più che altro.
Galliani parla già di terzo posto, ma il marketing, nel calcio, l’hanno inventato loro. A far sognare i tifosi è stato il mercato last minute: Torres e Bonaventura. Un ottimo colpo di reni della società. Il re è morto, viva il re!
Non lo sperano neanche i bianconeri. E forse loro hanno ragione. Nonostante le molte assenze (Pirlo e Llorente, tra tutti) la Juve sembra essere il solito schiacciasassi. Vittoria di misura, ma dominio per 90 minuti: 3 legni e un salvataggio sulla linea. E il Chievo in trasferta non è mai una passeggiata.
Coman sembra essere l’ennesima intuizione di Marotta e Caceres dà garanzie. Su Vidal e Pogba, invece, non c’è bisogno di dire nulla.
Se lo augura invece l’Inter, uscita dall’Olimpico di Torino dopo uno 0 a 0 senza sale, dove l’unica emozione è stata il rigore parato dal solito Handanovic. WM schiera un finto 3-4-3, che in realtà è un 5-4-1. Kovacic a sprazzi e Icardi addormentato. L’unica nota positiva è Medel: un mastino che non disdegna la tecnica.
Guarin è rimasto e sarebbe bene sfruttarlo al meglio, visto che manca una punta allo scacchiere. Ma il rischio è che l’Inter butti via metà stagione, come l’anno scorso, per colpa di un atteggiamento attendista e timoroso.
Come diceva il vecchio Vuja: Chi tira, mai sbaglia. Walter, scrivitelo.
Passa in secondo piano, invece, la vittoria del Napoli contro il Genoa. Sicuramente perché la sconfitta nel preliminare brucia ancora e la stagione è già fallita a metà. Ora solo lo scudetto può consolare la città, ma con Juve e Roma così è difficile anche pensarci. Nota positiva: De Guzman sostituisce degnamente Hamsik.
La Roma era quella che aveva il turno più difficile eppure ne è uscita a testa alta. Ottima squadra e non si avevano dubbi. Per la Viola, invece, c’è un futuro incerto all’orizzonte.
Forse Cesare Prandelli ha avuto i suoi buoni motivi a tenere Rossi lontano dal Brasile e un centrocampo di soli palleggiatori non garantisce equilibrio e solidità. Non resta che attaccarsi a Cuadrado e Gomez, non due pippe, e sperare.
In una giornata molto noiosa, però, brilla però la stella di Antonio Di Natale: 37 anni e un anno in più del suo allenatore. Due gol rifilati alla squadra che l’ha lanciato, l’Empoli, Totò rimane sempre l’attaccante migliore da compare al Fantacalcio.
Non delude mai e oltre ai piedi di velluto e un fisico ancora integro, ha tanto orgoglio: 10 anni con gli stessi colori, onorati rifiutando piazze importanti. Forse le bandiere esistono ancora.
Andrea Dotti
@twitTagli