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Tagliati ancora 27 milioni al Fus. Con la cultura non si mangia. Con le quote latte si prendono voti

Creato il 10 marzo 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Tagliati ancora 27 milioni al Fus. Con la cultura non si mangia. Con le quote latte si prendono voti Ed è arrivato puntuale, come un treno tedesco sulla tratta Berlino-Kaiserslautern, l’ennesimo sfregio alla cultura. La notizia ha scioccato anche i tremebondi funzionari del Mibac che, appresa la “ferale novella” (cfr. Sandro Bondi, nda) del congelamento di ulteriori 27 milioni di euro destinati al Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo), hanno detto: “Si tratta di un altro colpo alle risorse destinate alla cultura, che è difficile da spiegare e ancor più da accettare. È un’amara sorpresa che lascia sgomenti ed interdetti”. Cosa è successo? Presto detto. È accaduto che il noto intellettuale Giulio Tremonti, teorico del “con la cultura non si mangia”, in attesa della vendita delle frequenze alle compagnie telefoniche, e nel caso in cui questa non dovesse avere buon esito, si è parato il culo con il congelamento preventivo dei fondi destinati alla cultura per tappare l’eventuale disavanzo fra il previsto in bilancio e il ricavo effettivo. Ma l’aspetto ancora più sconvolgente di tutta la vicenda è che, non essendoci tempi certi per la vendita, i 27 milioni di euro resteranno bloccati per tutto il 2011 anche se il risultato dovesse essere pari o maggiore del preventivato. Occorre ricordare a chi ci legge, che l’onorevole ministro Tremonti, teorico della finanza creativa ad uso padano, aveva già provveduto a tagliare di netto i fondi destinati alla cultura, che per il 2010 erano stati di 414,6 milioni mentre per il 2011 la somma stanziata è pari a 258 milioni di euro. Il taglio di Tremonti aveva causato un putiferio della madonna tanto che i protagonisti del mondo dello spettacolo si erano sentiti in dovere di scendere in piazza per gridare forte la loro protesta e manifestare uno sdegno che tengono accuratamente nascosto quando a produrre o a distribuire i loro film è la Medusa, la major cinematografica del presidente del consiglio. Il povero Sandro Bondi, al quale a questo punto va la nostra solidarietà umana, aveva capito tutto e, trovandosi in una posizione che stava diventando insostenibile oltreché oltraggiosa nei suoi confronti e nei confronti del mondo della cultura, ha pensato bene di rassegnare le dimissioni, stanco dei fischi e degli sberleffi di cui era vittima ogni volta che si trovava a calcare con la fida compagna (e il cane) il red carpet di qualche festival. Bondi ha dimostrato, alla fine, una dignità che non ci saremmo mai aspettati da uno che si è fatto fregare 3 milioni e 500mila euro per un crocifisso taroccato di Michelangelo. Insomma, quando servono soldi, in questo paese si tagliano le uniche due voci in grado di dare un minimo di senso e di prospettiva futura all’intera nazione, la scuola e la cultura che sono poi le cose che stanno di più sulle palle al Trota e ai suoi amici-compagni-camerati in camicia verde e forcone in mano. E tanto per parlare di padania e di Lega, vale forse la pena ricordare lo scandalo della proroga delle multe inflitte dalla UE ai produttori di latte italiani rei di aver disatteso la normativa europea che ne stabilisce i limiti. Contro ogni logica, nel Milleproroghe si è consentito ai multati di dilazionare il pagamento fino a giugno 2011 quando la scadenza prevista dalla UE era fissata al 30 dicembre 2010. Gli interessi sui mancati versamenti saranno coperti dallo Stato che spenderà la bellezza di 30 milioni di euro per non far incazzare l’elettorato leghista. La decisione aveva scatenato il finimondo tanto che la Confagri si espresse  così: ''L'iniquo slittamento dei pagamenti rateizzati delle multe sulle quote latte, prima posposto a dicembre 2010 ed ora a giugno 2011 è una vera beffa. Siamo profondamente indignati. Ci auguravamo che il monito del Capo dello Stato sul Milleproroghe, e le correzioni apportate al provvedimento, consentissero di cancellare le disposizioni sulle quote latte, ingiustificabili ed ingiuste che hanno il sapore della prevaricazione politica”.E non finisce qui perché le risorse per coprire il costo delle quote latte è stato reperito con la riduzione dei fondi fino al 3% su diverse voci: il contrasto al traffico di stupefacenti, il fondo ordinario beni e servizi Forze dell’Ordine, il fondo sociale per le famiglie, l’istruzione, il contrasto alla tutela dell’ambiente e degli incendi boschivi. È proprio vero, con la cultura non si mangia e con le quote latte si prendono tanti bei voti. Ha voglia il maestro Abbado a lamentarsi e l’etoile Carla Fracci ad alzare la voce, in Italia le vacche sono sempre le vacche, di qualsiasi genere e natura esse siano.

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