Taglio alle Province, da 86 a 51. Al via la riforma.

Creato il 01 novembre 2012 da Webnewsman @lenews1

La riforma alle Province è iniziata, realizzando il disegno riformatore voluto fin dal 1990, successivamente fatto proprio dal testo costituzionale e, tuttavia, finora incompiuto. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge che completa il percorso avviato nel mese di luglio, finalizzato al riordino delle province e all’istituzione delle città metropolitane. La riforma si ispira ai modelli di governo europei. In tutti i principali Paesi Ue, infatti, ci sono tre livelli di governo.

Dal 1° gennaio prossimo le giunte delle province italiane saranno soppresse e il Presidente potrà delegare l’esercizio di funzioni a non più di 3 Consiglieri provinciali. Il numero delle province delle Regioni a statuto ordinario si ridurrà da n.86 a n.51(ivi comprese le città metropolitane), dal 1° gennaio 2014 diventeranno operative le città metropolitane, che sostituiscono le province nei maggiori poli urbani del Paese. MAPPA

"Il processo è irreversibile" - ha aggiunto Patroni Griffi, spiegando che si tratta di un provvedimento di tipo "ordinamentale e strutturale nella logica avviata con la spending review". "Il governo si è mosso tra spinte al mantenimento dello status quo e spinte alla cancellazione totale delle Province - ha proseguito - . Sono Province nuove per dimensioni e per sistema di governance". 

Le regioni a statuto speciale - Sul riordino delle Province delle Regioni a statuto speciale "ci occuperemo in seguito, visto che la legge sulla spending review concedeva a queste realtà 6 mesi di tempo in piu"'. Lo ha detto il ministro Patroni Griffi a Palazzo Chigi, aggiungendo che "la Sardegna ha già provveduto mentre la Sicilia ora è impegnata su altro".

Ecco di seguito la nuova mappa delle Province dopo l'approvazione del decreto legge relativo al loro riordino:

Piemonte: Torino, Cuneo, Asti-Alessandria, Novara-Verbano-Cusio-Ossola, Biella-Vercelli;

Liguria: Imperia-Savona, Genova, La Spezia;

Lombardia: Milano-Monza-Brianza, Brescia, Mantova-Cremona-Lodi, Varese-Como-Lecco, Sondrio, Bergamo, Pavia;

Veneto: Verona-Rovigo, Vicenza, Padova-Treviso, Belluno, Venezia;

Emilia Romagna: Piacenza-Parma; Reggio Emilia-Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna-Forlì-Cesena.

Toscana: Firenze-Pistoia-Prato, Arezzo, Siena-Grosseto, Massa Carrara-Lucca-Pisa-Livorno.

Marche: Ancona, Pesaro-Urbino, Macerata-Fermo-Ascoli Piceno.

Umbria: Perugia-Terni.

Lazio: Roma, Viterbo-Rieti, Latina-Frosinone.

Abruzzo: L'Aquila-Teramo, Pescara-Chieti.

Molise: Campobasso-Isernia.

Campania: Napoli, Caserta, Benevento-Avellino, Salerno

Puglia: Bari, Foggia-Andria-Barletta-Trani, Taranto-Brindisi, Lecce

Basilicata: Potenza-Matera

Calabria: Cosenza, Crotone-Catanzaro-Vibo Valentia, Reggio Calabria.

Rimangono fuori le regioni a statuto speciale, per le quali il governo ha ancora 6 mesi di tempo.


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