Su "L'espresso" del 26 nov 2010 è uscito un mio articolo sulle conseguenze del cesareo sulla salute delle donne. L'articolo per ragioni di spazio è stato tagliato, pubblico qui la versione integrale
Raramente si pensa al taglio cesareo in relazione alle conseguenze – serie e di lungo termine – che esso ha sulla salute fisica, emotiva e psicologica delle donne. In Italia la percentuale di cesarei è nettamente superiore a quella indicata dall’Oms come giustificata (intorno al 10 %, contro una media italiana del 40% e punte del 60 in alcune zone del Sud) e questo significa che molte donne subiscono un intervento chirurgico immotivato sul piano medico-sanitario.Uno studio del National collaborating centre for women’s and children’s healt di Londra (disponibile su www.saperidoc.it ) ha rilevato che le donne che hanno subito un cesareo hanno più probabilità di affrontare gravi complicazioni nelle gravidanze successive, come la placenta previa o morti intrauterine. Il rischio di rottura dell’utero durante una successiva gravidanza è addirittura 42 volte superiore a quello delle donne che hanno avuto precedenti parti naturali, sebbene si tratti di un evento comunque eccezionale. Il cesareo quindi compromette il futuro riproduttivo delle donne, esponendole a rischi notevolmente aumentati e imponendo loro determinate scelte di vita: non a caso 42 donne che hanno subito un cesareo su 100 rischiano di non avere più figli (contro le 29 dei parti naturali). Le motivazioni sono anche di ordine psicologico. Molte donne cesarizzate riferiscono sensazioni di perdita, di mancanza, di frustrazione, di mutilazione, di violenza subita, di sensi di colpa. Tante non riescono ad accettare la ferita come parte del proprio corpo, alcune hanno violenti attacchi di panico anche a distanza dall’intervento. La loro integrità fisica è compromessa e questo rischia di pregiudicare pesantemente la loro vita affettiva e sessuale, il rapporto con il figlio (‘tirato fuori’ dalla loro pancia e non ‘partorito’) e quello con il compagno. Da non sottovalutare sono poi i rischi legati all’intervento vero e proprio. Chi subisce un cesareo ha, secondo lo studio citato, più probabilità di avere lesioni vescicali e ureterali, di doversi sottoporre a un successivo intervento chirurgico per complicazioni, di subire una isterectomia (ossia la rimozione dell’utero). Si tratta, anche in questi casi, di eventi piuttosto infrequenti, ma la cui incidenza è nettamente superiore nei casi di tagli cesarei. Anche la mortalità materna, sebbene ormai molto rara, è comunque circa 5 volte superiore nei casi di cesareo.Infine il taglio cesareo, come tutti gli interventi chirurgici di una certa rilevanza, impone una dura convalescenza, che si protrae per diverse settimane. Chi subisce un taglio cesareo ha gravi difficoltà a muoversi, anche semplicemente a girarsi nel letto (con prevedibili difficoltà nell’allattamento del piccolo), possono insorgere problemi di cicatrizzazione della ferita o di canalizzazione dell’intestino, la cicatrice può infettarsi. Persino le azioni quotidiane più semplici, come andare al bagno, ma anche ridere e tossire, possono essere per parecchi giorni fonte di dolore.
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