Taglio delle provincie ; Molte sedi e immobili di proprietà potrebbero finire sul mercato

Da Maurizio Picinali @blogagenzie

Roma, 22 ott. Giorni contati per trentasei Province italiane il cui patrimonio immobiliare potrebbe ora finire nel mirino degli investitori privati. Sono decine infatti le sedi e gli edifici di proprietà degli enti locali che finiranno nel piano di riordino voluto da Palazzo Chigi. NELLA FOTO SOTTO LO STORICO PALLAZZO DELLA PROVINCIA DI SIENA SU PIAZZA DEL CAMPO Il decreto sul riordino delle Province è pronto e arriverà all'esame del primo Consiglio dei ministri di novembre. Così come previsto, dunque, il Governo è deciso ad andare avanti a testa bassa ed applicare senza sconti, punto per punto, le regole fissate dalla legge sulla spending review. Gli enti locali, da parte loro, stanno provando a cambiare le carte in tavola presentando nuove ipotesi di riordino . Entro domani le quindici amministrazioni regionali a statuto ordinario devono inviare a Palazzo Chigi le proposte di riorganizzazione del loro territorio. Dopodiché la palla passerà nelle mani dell'Esecutivo. Vediamo in sintesi quali sono le principali novità previste dal decreto del governo, in particolare per il patrimonio immobiliare.NELLA FOTO SOTTO LO STORICO PALAZZO DELLA PROVINCIA DI GROSSETO PALAZZO ALDOBRANDESCHI “Quello della ripartizione del patrimonio mobiliare e immobiliare delle Province – spiega Giuseppe Castiglione, presidente dell'Upi (l'Unione delle Province d'Italia) a 'Il Ghirlandaio' – è uno dei principali nodi aperti con il Governo ed è estremamente delicato. Per questo motivo abbiamo chiesto un incontro urgente all'esecutivo affinchè queste questioni vengano risolte anticipatamente all'esame del decreto. Crediamo che a regime qualche risparmio sicuramente ci sarà ma il tema vero su cui ragionare resta quello della maggiore efficienza e del riordino delle Province. Se non si dovesse fare un percorso ordinato – conclude Castiglione - c'è il rischio di un maggiore caos e di un ulteriore aggravio delle spese”.NELLA FOTO SOTTO LA SEDE DELLA PROVINCIA DI TREVISO
Trentasei Province soppresse
Il numero delle Province scenderà subito da 86 a 50, comprese le dieci città metropolitane. Ad essere accorpate saranno tutte quelle con meno di 350mila abitanti e un’estensione inferiore ai 2500 chilometri quadrati. Le Province tagliate, dunque, saranno trentasei, alle quali bisogna, poi, aggiungere un'altra decina di cancellazioni nelle Regioni a statuto speciale, che però hanno sei mesi di tempo per decidere come adeguarsi. Dal giugno 2013 tutte le province tagliate saranno commissariate. E i dipendenti potranno essere trasferiti.
Il patrimonio immobiliare
Ma che fine faranno le sedi e, in generale, il patrimonio immobiliare delle Province tagliate?
Proprio questo sarà uno dei nodi principali della discussione. Nelle intenzioni del Governo accorpare le province potrà garantire consistenti risparmi, grazie anche all'accorpamento di prefetture e altri organi periferici, e potrà consentire di liberare immobili di pregio e di metterli sul mercato, riducendo il debito. E sono tanti gli immobili di pregio occupati ora dalle sedi delle varie amministrazioni. Basta andare sui portali internet dei vari enti per scoprire che molti dei loro palazzi, sedi di uffici provinciali, messi sul mercato potrebbero fruttare tanto alle casse dello Stato.
Per esempio, a Siena il palazzo della Provincia, dopo il palazzo Pubblico su piazza del Campo, è il palazzo più grande della città. Si tratta di “una nobile residenza, la cui storia – si legge sul sito della provincia di Siena - inizia negli ultimi anni del Quattrocento con Jacopo Petrucci che acquistò nel sito alcuni edifici dell'ospedale Santa Maria della Scala per trasformarli nella sua dimora”. A Grosseto, invece, la sede della Provincia è Palazzo Aldobrandeschi, uno dei principali palazzi di epoca medioevale del centro storico. E poi c'è Treviso, dove invece gli uffici dell'amministrazione si trovano tutti al Sant'Artemio un complesso ristrutturato, opera di un certosino recupero architettonico, dell'ex Ospedale Psichiatrico Provinciale.
La provincia di Avellino ha la proprietà, invece, di diversi manufatti ricchi di storia ed architettura di rara bellezza: palazzo Caracciolo, ad esempio, sede una volta della casata dei Caracciolo, da cui il nome, è oggi sede del Parlamentino e di alcuni uffici della Provincia.

I nodi da sciogliere

Ridisegnare la nuova geografia dell'Italia non si prospetta, dunque, un compito facile per il Governo che ha già assicurato, nei limiti del possibile, la disponibilità ad andare incontro alle richieste del territorio. È il caso della Basilicata. La Regione avrà una sola Provincia ma vorrebbe spostarne la sede a Matera, lasciando invece a Potenza gli uffici regionali. Si può fare. Pronti al confronto anche sugli uffici periferici dello Stato, come le questure o le prefetture. Il decreto dice che ci sarà una “consultazione del governo con il territorio” in modo da spalmare la presenza dello Stato.tratto da ilghirlandaio.com 22 OTTOBRE 2012 RICERCHE By Picinali


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