Tagliolini e la porcellana di Capodimonte

Da Berenice @beneagnese

(Il giudizio di Paride)

C'è un estro tutto umbro negli annali della più preziosa porcellana di Capodimonte. Filippo Tagliolini, capomodellatore nei rinati laboratori artistici di Ferdinando IV, nacque a Fogliano di Cascia (PG) nel 1745 e operò a Napoli nella reale fabbrica dal 1780 fino alla morte avvenuta nel 1808.

Esperto scultore, abbandonò il villaggio montano per studiare a Roma; lì nel 1776 vinse il primo premio dell'Accademia di san Luca. Fu chiamato successivamente a Venezia presso la fabbrica di porcellane dei fratelli Cozzi e a Vienna nella Imperiale Fabbrica di Porcellane. Quando Domenico Valenti, intendente dell'opificio reale lo volle a Napoli, la sua fama e la sua bravura erano ampiamente conosciute e la sua particolare capacità di lavorare il biscuit diventò un segno distintivo a livello europeo dei laboratori partenopei.

(Fogliano di Cascia, patria di Filippo Tagliolini e della Beata Maria Luisa Prosperi)

Dalla ghibellina Fogliano, villaggio dell'altipiano casciano posto a più di ottocento metri sul livello del mare che oggi conta circa duecento abitanti, Filippo Tagliolini divenne, dunque, un esponente di spicco delle arti decorative, maestro di neoclassicismo, rielaboratore raffinato dei miti dell'antichità. In quel periodo la porcellana stava conoscendo in tutta Europa un grande sviluppo, soprattutto dopo la scoperta del giovane alchimista sassone Bottgèr che riuscì a individuare gli ingredienti segreti della pasta preziosa portata in Italia dalla Cina grazie ai viaggi di Marco Polo. I componenti di base della porcellana, caolino e feldspato cotti a temperature altissime, fecero nascere molti dei più rinomati laboratori, dalla Germania alla Francia, dall'Inghilterra, all'Austria, alla Spagna, all'Italia dei Borboni, dove alla mancanza di giacimenti di caolino si supplì con l'unione di varie argille che generarono un miscuglio particolare detto pasta tenera.

(Gentildonne e gentiluomini napoletani)

Le creazioni di Tagliolini, che hanno in media un'altezza di 25-30 cm, sono custodite per la maggior parte nel Museo Nazionale di Capodimonte e in altre gallerie e quando sono battute nelle prestigiose aste di Sothebys e Christies arrivano alla quotazione di 50.000-70.000 euro. Il Maestro casciano è stato autore di centinaia di pezzi di gran prestigio, di cui egli progettava modello e composizione consegnandone la riproduzione agli allievi e lavoranti. Il monogramma F.T., iniziali del nome, ne certificavano l'autencità.

Tra i capolavori spiccano Il Giudizio di Paride, in porcellana biscuit formato da diciannove pezzi, porzione centrale di un complesso trionfo composto da sessanta parti e ideato per la tavola del re. Celebri i gruppi de La caduta dei Giganti e il Carro dell'Aurora, la serie di filosofi e di figure dell'antichità.

(La Giustizia)

Nel 1988 A. Gonzàles Palacios ha pubblicato uno biografia dell'artista dal titolo: Lo scultore Filippo Tagliolini e la porcellana di Napoli. A Roma (quartiere torre Angela) e a Cascia due vie cittadine sono state intitolate alla sua memoria. 


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