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Taj Mahal: una lacrima sul volto dell’eternità

Creato il 16 gennaio 2013 da Ioamolamaremma @StefanoGambassi

13° giorno

Taj Mahal
Siamo arrivati ieri ad Agra e abbiamo già ammirato il favoloso Taj Mahal dal Forte Rosso, un po’ troppo da lontano. Questa mattina ci aspetta la visita regina di tutto il viaggio. Il caldo è opprimente e decidiamo di partire per la visita del mausoleo alle prime luci del mattino. Il traffico e le code all’ingresso, causati anche dai minuziosi controlli di tipo aeroportuale, fanno si che riusciamo ad accedere all’area del Taj Mahal alle 7:30. Il luogo è già affollato, non tanto di turisti stranieri, quanto di fedeli e turisti locali.

Il superbo Taj Mahal è il simbolo principale dell’architettura Moghul e dell’India intera. Il Taj Mahal fu costruito a partire dal 1632 dall’imperatore Moghul Shah Jahan in marmo bianco e pietre semi preziose, in memoria dell’amatissima moglie come testimonianza del loro profondo e unico amore. La moglie Mumtaz Mahal (ovvero  adorato ornamento del palazzo) morì nel 1631, dando alla luce il loro quattordicesimo figlio, all’età di 39 anni.

Portale meridionale Taj Mahal
Il Taj Mahal è il monumento all’amore, magico, perfetto, romantico e supera ogni aspettativa; è stato definito “una lacrima sul volto dell’eternità“.  Un’opera eccezionale: dodicimila tonnellate di pietre e marmi trasportati da grandi distanze; un edificio la cui area supera quella della Basilica di San Pietro e della Piazza del Bernini messe assieme; la perfezione delle forme raggiunta grazie a complessi calcoli matematici; la profusione di pietre rare incastonate nei muri. I lavori durarono 22 anni, intaccando seriamente le risorse dell’impero, tanto che Shah Jahan, già gravemente malato, fu deposto dal figlio ed imprigionato fino alla morte in una torre del Forte Rosso di Agra, dal quale contemplava il Taj Mahal. La sua tomba è ora accanto a quella dell’amata moglie.

Taj Mahal
Entriamo nei giardini ornamentali dal portale posto lungo il lato meridionale del cortile esterno. Il portale realizzato in arenaria rossa è alto 30 metri e vi sono sopra incisi i versetti del Corano. I giardini sono realizzati secondo gli schemi del classico giardino persiano di epoca moghul: un quadrato suddiviso in quattro parti da dei corsi d’acqua e al centro una cisterna in marmo a rappresentare la celestiale abbondanza.

Il mausoleo si trova all’estremità settentrionale dei giardini e ai suoi quattro angoli si ergono 4 minareti bianchi aventi una leggera pendenza verso l’esterno, in modo da non cadere sul monumento in caso di terremoto. Ai due lati est ed ovest del mausoleo si trovano due edifici simmetrici in arenaria rossa, uno dei quali è utilizzato come moschea.

Raj Ghat
Lasciamo questo posto con rammarico. Ma il tempo passa e il nostro volo per il rientro è per questa notte. Arriviamo a New Delhi in tardo pomeriggio e decidiamo di passare le ultime luci del giorno davanti al Raj Ghat.

Il Raj Ghat, il memoriale al Mahatma Gandhi, si trova nella quiete di uno splendido parco con fontane e alberi esotici. Una piattaforma quadrata in marmo nero indica il luogo in cui il padre della rivoluzione non violenta, assassinato, venne cremato nel 1948. Sulla pietra sono incise le sue ultime parole e una fiamma perenne ricorda a pellegrini e visitatori il suo spirito illuminato.

Si conclude così questo nostro splendido viaggio in una terra dai contrasti incredibili: l’India è un paese che offre meraviglie e miserie, sari fluttuanti e colorati e abiti laceri e sporchi, fascino e fastidio, felicità e disperazione.

Non può lasciare indifferenti: o se ne rimane affascinati o se ne ha un rifiuto profondo. Noi ne siamo rimasti affascinati.

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