Buonasera lettori!Come state? Come vanno le vostre letture?Da parte mia ammetto di essere un tantino latitante sul blog, ma non sono più abituata a mettermi a scrivere a un certo orario e anche questo semestre in università si prospetta piuttosto impegnativo. In più devo cominciare a pensare al progetto di tesi (di già??) e non so bene in cosa cimentarmi!In più qui umidità 100%, i treni non vanno e ho qualche doloretto alla schiena..che meraviglia!Ma di una cosa sono contenta: settimana prossima ho appuntamento in una palestra terapeutica dove fanno esercizi e ginnastica apposta per la schiena, e spero di tornare agli antichi splendori!
Ma veniamo a noi. Stasera puntata di
Di cosa si tratta? È una rubrica in cui vi propongo un libro che mi ha colpito, o che ho intenzione di leggere, o che mi hanno consigliato. Oggi vi mostro un libro impegnativo dal punto di vista dell'argomento, ma molto interessante e raccontato in modo leggero nella sua tragicità.
Ecco a voi
Trama: Il 9 ottobre 1963 dal monte Toc, dietro la diga del Vajont, si staccano tutti insieme 260 milioni di metri cubi di roccia che piombano nell'invaso sollevando un'onda che scavalca la diga e cancella letteralmente dalla faccia della terra cinque paesi (Longarone, Pirago, Rivalta, Villanova, Faè) uccidendo 2000 persone. Non si trattò di un "disastro naturale", come scrissero i cronisti all'indomani della strage, ma di una tragedia provocata dall'uomo. Paolini e Vacis ricostruiscono questa drammatica vicenda tipicamente italiana, che passa per la distruzione della civiltà contadina in nome del progresso, per le grandi e le piccole arroganze dei potenti, per l'impotenza dei cittadini costretti ad affrontare uno "Stato nello Stato" (è il giudizio di un democristiano sulla società costruttrice della diga, nel 1961). Questo libro è il frutto di un'esperienza che ha già coinvolto migliaia di persone in tutta Italia. Dal 1993 Marco Paolini racconta questa grande tragedia civile. Ha iniziato nelle case degli amici, e poi, centinaia e centinaia di volte, in un monologo che dura più di tre ore, di fronte a un pubblico attento e partecipe. Scoprire o rileggere "II racconto del Vajont" oggi significa tenere viva una memoria che non può e non deve andare perduta. Questa nuova edizione è arricchita da due saggi inediti di Marco Paolini (Il Vajont e L'Aquila, due tragedie parallele) e di Gabriele Vacis (Il racconto e la consapevolezza del tempo).
Come vedete l’argomento è molto serio. Quest’anno cade il 50° anniversario dalla tragedia e le televisioni ne hanno appena appenaaccennato e su Rai 5 (se non sbaglio) a un’ora improponibile hanno fatto vedere lo spettacolo realizzato proprio da Paolini nel ’93.Questo libro riporta in parole scritte quello spettacolo e conoscendo la persona e avendola vista all’opera credo proprio che questa “storia” meriti di essere letta.Un punto di vista commovente, intervallato da battute tragicomiche che fanno riflettere circa quello che successe allora e come vanno le cose oggi.Una tragedia che non va assolutamente dimenticata, per evitare a tutti i costi che gli errori di allora vengano commessi di nuovo.
Ammetto che non sia un argomento allegro, ma mi ha colpito appena l’ho visto e non potevo non parlarne!
Buone letture a tutti voi!