Se nel primo veniva rapita la figlia di Liam Neeson, nel secondo capitolo veniva rapita l’ex moglie. Taken 2, diciamocelo, faceva abbastanza schifo, perché non riusciva a dare al pubblico quella sensazione di rabbia che, invece, dava il primo. Su Taken 3 il problema è più o meno la stesso, oltre ad altre piccole cose. Qui non viene rapito nessuno, almeno all’inizio, ma l’ex moglie di Liam Neeson, che è in crisi con il marito, viene addirittura uccisa e il tutto viene fatto sembrare come fosse colpa del nostro protagonista. Inizia così una caccia all’uomo, mentre lui tenta di provare la propria innocenza e di trovare gli assassini.
La trama, oltre che copiare il soggetto de Il Fuggitivo, è piuttosto banalotta e chi sia il cattivo si intuisce ancor prima che Lenore venga uccisa…gli mancava solo la risata satanica. Il tutto è condito dalla solita tiritera action a più non posso, con scene degne della Squadra Speciale Cobra 11 e, come da tradizione della saga, da un pizzico di razzismo per i non americani. Mettiamo in conto alla pellicola, poi, che dopo tre film inizia a essere poco credibile che capitino tutte le sfighe a quelle tre persone e che la gente non abbia ancora capito che la gente che sta attorno a Liam Neeson non va toccata. Il protagonista, inoltre, risulta un po’ stanco, lento nelle movenze e poco ingegnoso…al contrario del solito. Il finale è scontato come il resto del film, quindi non ne parlo neanche. Vabbè, insomma, non è bellissimo, anzi diciamo che è decisamente bruttino.
Nota: Alla fine di tutto il protagonista scappando ha creato il panico, ci sarebbero gli estremi per accusarlo di circa 20 capi d’imputazione, ma tutto si risolve con una stretta di mano con l’ispettore che gli stava dietro…insomma, a meno che non ammazzi qualcuno, pare che in America si possa fare praticamente tutto.