Il giorno dopo la moglie dice che sta arrivando a casa sua per parlargli , lui va a prendere le ciambelle per colazione, torna a casa e la trova morta sul letto.
Ed è costretto a fuggire perché la polizia crede che sia lui l'assassino.
Mills stavolta sembra preso in un gioco dagli ingranaggi mortali, molto più grandi di lui.
Riuscirà a dimostrare la propria innocenza e a far trionfare la giustizia?
Taken 3 - L'ora della verità ovvero il ritorno di Bryan Mills, un Liam Neeson col capello sempre più laccato e corvino che vive una pensione piuttosto movimentata dopo aver sterminato mafiosi albanesi tra le strade di Parigi prima e i tetti di Istanbul poi, ora è alle prese con un mafiosetto russo da quattro soldi ( che sembra una versione tatuata di Carmelo Bene) che gli viene a rompere i gabbasisi.
Almeno così sembra.
Ma cazzo non avete visto i film precedenti? Mills è uno pericoloso, ma perché andargli a rompere i marroni?
La scritta sulla locandina a parte la consueta inutile postilla italiana di nessun senso, avverte che finisce tutto qui: un auspicio, un augurio insomma.
Almeno si spera.
Anche perché Liam Neeson sembra averci preso gusto nel fare l'eroe action un po' attempato, riciclandosi in un ruolo che mette la pagnotta al di sopra di tutto.
E se continua a fare un fottìo di soldi con questi filmacci di merda perché non continuare a farli?
Da una parte lo capisco.
Quello che capisco meno è la svolta di Luc Besson, evacuatore seriale di sceneggiature che sembrano fatte tutte con lo stampino, con personaggi tutti ligi agli stessi stereotipi ( vedi il Costner di 3 Days to Kill che sembra il fratello del personaggio di Mills ) e autocitazioni vere e proprie.
Mills come altri protagonisti di svariate sceneggiature action bessoniane più che un personaggio in cerca d'autore, rozzo e incolore allo stesso tempo, è un personaggio in cerca di sovrascrittura, ansioso di input ( un po' come il robottino di Corto Circuito, ma guarda un po' chi mi tocca citare, uno dei robot più pucciosi della storia del cinema) per arrivare ad avere una dimensione perlomeno verosimile.
L'unico tentativo che cerca di attuare Besson, avendo dato ormai fondo a tutte le idee per "fabbricare" un villain degno di questo nome, è di affiancare ai cattivi la polizia e soprattutto un sergente zuccheroso interpretato da un attore di spessore come Forest Whitaker, uno ormai fisicamente poco adatto ai ruoli action e che cercas di giocare tutto sulla recitazione.
Cosa che non fa Neeson che comunque per avere 60 anni abbondanti ( a giugno il tassametro segnerà 63) sta tirato come una corda di violino e sembra veramente in ottima forma fisica .
Il problema di tutto sta nel manico, nella sceneggiatura in primis ma anche nella regia che rende caotiche tutte le sequenze action.
E non basta mettere quel tocco di melodramma o ricoprirlo di una patina hitchcockiana ( il classico personaggio che impiega tutto il film a dimostrare la propria innocenza, tema caro al maestro inglese).
Qui siamo alla pura arte del riciclo, alla reiterazione vera e propria.
E stavolta repetita non juvant.
PERCHE' SI : Neeson fronteggia sempre a muso duro il ridicolo involontario, prendendolo a pugni e calci.
PERCHE' NO : siamo ormai alla reiterazione pura, sequenze action caotiche, sceneggiatura come al solito disarticolata, solita sceneggiatura action evacuata da Besson che ormai le fa tutte con lo stampino...
( VOTO : 3 / 10 )