Talana, un magico centro dell’Ogliastra, “modello” preistorico di insediamento.

Creato il 11 agosto 2014 da Pierluigimontalbano
Talana, un magico centro dell’Ogliastra, “modello” preistorico di insediamento.di Pierluigi MontalbanoTalana sorge a circa 700 m di altitudine, collegata a Tortolì tramite la provinciale 50, che termina all'interno dell'abitato di Lotzorai nella strada statale 125 orientale sarda. Il mare dista 26 km.Le attività di base della sua economia sono l'allevamento del bestiame, in particolare di ovini, caprini, bovini e suini, e l'agricoltura, in particolare viticoltura e anche cerealicoltura, frutticoltura, ovicoltura.Il significato del nome Talana per il Pittau è legato a una divinità etrusca, dea della giovinezza: Thalana. Altri studiosi individuano un'origine mesopotamica attribuendole il significato di “splendore del cielo”. Nel territorio, grazie alla grande ricchezza di acqua, pascoli, terreni coltivabili e legname, la presenza umana è testimoniata senza soluzione di continuità, e risale almeno al IV millennio avanti Cristo, come dimostrano le domus de janas neolitiche della zona montana Silla Caccari e di quella di pianura Su Nuragheddu. La presenza del grandioso menhir di Is Cannas sembra testimoniare l'insediamento di questi popoli più o meno sul sito del centro attuale. Le comunità nuragiche in questa zona erano molto diffuse, e il gran numero di nuraghi è un indizio di “benessere preistorico” che si alimentava dalle numerose risorse locali. È da sottolineare la notevole altimetria di queste piccole torri, spesso superiore ai 1100 m, indicatore della necessità di delimitare i confini della comunità e controllarne le vie d'accesso. Inoltre si può comunicare visivamente fra i diversi siti abitati e segnalare con facilità la possibilità di un pericolo imminente. Anche la presenza di abbondante acqua suggerisce che questi siti erano intensamente frequentati.

In epoca romana, la zona e gli insediamenti di Talana, insieme a Urzulei, Triei, Baunei e Lotzorai, appartennero alla tribù degli Alticenses. Il paese è indicato come una "custodia", ossia un presidio militare e commerciale importante e servito da diverse strade, la più importante delle quali dalla costa saliva fino a sfiorare il paese attuale, transitava per Villagrande Strisaili e Villanova Strisaili, e proseguiva verso i centri della montagna barbaricina. Nel 1921 un contadino locale trovò un tesoretto di 676 monete romane risalenti ai primi secoli dopo Cristo, relative a un lungo periodo in cui si susseguirono ben 30 imperatori. Testimoni di vivaci scambi, erano in una semplice buca nel terreno e oggi sono custodite al museo archeologico di Cagliari. Come è noto, molte chiese campestri sarde sorgono sugli stessi siti dove i popoli prenuragici e nuragici costruirono i loro luoghi di culto e i loro abitati. Il culto dei santi a Talana sembra testimoniare un'influenza bizantina, ossia della Chiesa orientale. Le due popolazioni, di pianura e di montagna, avevano frequenti rapporti, non solo commerciali, nonostante la distanza di oltre 20 km. Dalla montagna arrivavano verso la costa lana, carne, pelli e formaggio mentre, grazie alla tipica economia di scambio, dalla piana salivano verso ovest grano, frutta, prodotti artigianali e pescato. Inoltre i pastori dai monti scendevano a svernare nella zona costiera. Il netto incremento demografico del paese attuale potrebbe risalire all'anno 1000, quando lungo le coste di tutta l'isola iniziarono a imperversare pirati. Scarsamente ostacolati dal governo bizantino che a quel tempo controllava l'isola, i sardi iniziarono a organizzarsi autonomamente per difendersi da questo tipo di pericoli e per eliminare il problema del mal governo bizantino, dando luogo a quel glorioso processo che avrebbe portato in breve alla suddivisione dell'isola in quattro regni detti giudicati, fra il X e il XIV secolo. Nel 1257 una spedizione di pisani conquistò il regno cagliaritano e ne determinò la caduta. Anche l'Ogliastra fece parte dei territori suddivisi fra i vincitori, toccando alla potente famiglia dei Visconti, e insieme a Talana fu unita al giudicato di Gallura nel 1288. Dopo il 1310 la famiglia Visconti si estinse e l'Ogliastra fu amministrata direttamente dal comune di Pisa fino al 1324, quando passò agli aragonesi fino al 1479 e agli spagnoli fino al 1708. Fu poi la volta degli austriaci fino al 1720 e infine dei piemontesi fino al 1861 quando si costituì il regno d'Italia. Nel periodo aragonese, Talana fu assegnata in feudo (1323) a Berengario Carroz e poi ai suoi discendenti fino al 1511, a parte la parentesi arborense fra 1365-1409.


Nuraghi e altri monumentiIl grande complesso nuragico Bau'e Tanca sorge su un affioramento di roccia granitica a 1107 m di altezza sul mare ed è in relazione al villaggio nuragico adiacente, di dimensioni ragguardevoli. I reperti hanno consentito di datare il suo utilizzo per circa 600 anni dal Bronzo Medio al Bronzo Finale. La posizione dominante sul paesaggio consente il totale controllo della piana di Margini, nei pressi di un ruscello perenne, e del passo Bucca'e Tomanu che conduceva verso i costoni boscosi sottostanti e la pianura costiera. Gli studiosi hanno rilevato una simmetria tra i differenti nuclei che compongono il nuraghe, quasi fossero dovuti a una progettazione. L’edificio si compone di una torre centrale più alta, il mastio, e di altre due torri aggiunte sul lato nord. L'impianto planimetrico è canonico, con ingresso architravato esposto a est, una scala d'andito che conduce al piano superiore e una torre centrale coperta da una volta con aggetti costituiti da blocchi appena sbozzati, disposti in filari non simmetrici. La scelta del punto consentiva il controllo di una vasta parte dell'altopiano. L'area, fra due corsi d'acqua perenne, offriva possibilità di sviluppo delle attività agricole e pastorali ed era percorsa da un'importante via per la transumanza che consentiva alle popolazioni dell'entroterra montano di raggiungere comodamente le zone costiere. Gli archeologi hanno portato alla luce numerosi manufatti ceramici, litici, un lingotto di bronzo a forma di pane, un pugnale in bronzo a base triangolare e tanta ceramica a forma di contenitori: olle a colletto cilindrico, ciotole carenate ed emisferiche, macine e macinelli, tutti testimoni di un'economia agricola e pastorale fiorente. A breve distanza, verso sud-est rispetto al villaggio, s’individuano due piccole tombe di giganti costruite con filari regolari di conci di granito. Nelle immediate vicinanze ci sono una stele di granito e un chiusino ben sagomato che giacciono ora presso i pochi resti dell'esedra, a sua volta delimitata da lastre granitiche squadrate. Sul Monte Pisucerbu, a quasi 1300 m d'altezza, c'è una capanna sacra annessa a una sorgente perenne con un’incantevole posizione panoramica. Potrebbe essere una di quelle capanne lustrali dedicate ai riti dell’acqua, oppure il tentativo di realizzare un'architettura assimilabile ai pozzi sacri nuragici, pur non riuscendo a eguagliarne la complessità e l’eleganza. Si tratta di una capanna con muratura ciclopica alla base, e poi in blocchi più piccoli, di cui resta un tratto di mura lungo quasi tre metri e alto circa 1 m, e un'altra capanna per la presa dell'acqua, sulla sorgente ancora attiva 10 m più in alto.

Fra gli altri nuraghi di Talana si distinguono: Bruncu Pisucerbu a 1348 m d'altitudine, Sos Pretzos a 1096 m, Istosè a 1029 m, Cardhutufu 1052 m, Nercone a 1037 m, Odrollai a 1172 m, Bruncu Torthari a 1237 m. Altri nuraghi importanti sono Spidinie, su un vasto e inaccessibile roccione a dominio dell'omonimo ovile a controllo della valle del Rio Porcileddu-Rio Is Arenas in direzione di Urzulei; S'Arcu'e S'Apiargiu sulla cima rocciosa della Punta Giogadorgiu al dominio del passo da cui prende il nome e dove, un tempo, gli apicoltori portavano le arnie; Orrubiu con vista sulla vicina chiesetta di Sant'Efisio, e il Nuraghe Corongiu di granito grigio come il rilievo su cui sorge.Notevole esempio di costruzione megalitica, piuttosto rara in Sardegna con queste caratteristiche, è la muraglia megalitica di Buruntaccu, divisa in tre settori di 30 m, 20 m, e 15 m. La passeggiata necessaria per arrivare sul piccolo altopiano che la ospita si svolge senza difficoltà né fatica, e questo favorisce l'apertura al pubblico per le visite guidate.Nel territorio troviamo la domus de janas Sa Thoppia, a 949 m di altezza sul mare, con due ingressi accuratamente lavorati e allisciati nel granito, dotata di due nicchie separate da una sporgenza. Un'altra domus de janas è Silla Caccari con due sepolture e inconsueta esposizione dell'ingresso a sud-ovest. Si trova a 946 m di altezza, con vista panoramica sul vicino Rio Orostala, munita di un piazzale frontale dove potevano svolgersi le cerimonie funebri, i celebri riti dell’incubazione trattati dagli antichi autori.Fra le tombe di giganti abbiamo: Nercone a 1045 m, con camera funeraria a filari di blocchi ben lavorati lunga 8 m ed esedra con arco di 12 m; le due tombe S'Urgu a Serra'e 'ir Domos a 923 m d'altezza, realizzate in un luogo adatto agli insediamenti preistorici grazie alla ricchezza delle acque. La prima tomba è facile da individuare, a pochi metri dalla strada e vicinissima al corso d'acqua e alla Funtana 'e S'Urgu, orientata verso sud-est con camera funeraria di 8 m. La seconda si trova duecento metri a nord a 940 m di altezza ed è leggermente più piccola. Nei pressi delle due tombe si possono osservare dei terrazzamenti realizzati con tecnica megalitica, nei pressi dove sorgeva un villaggio di capanne lignee.A Talana c'è il mulino Tegas per la macinazione dei cereali. Oggi le modalità di lavorazione sono semplici ed efficienti: gli agricoltori portano il grano nei mulini moderni, di grandi dimensioni, che rispettano notevoli standard igienici e di economicità. Le massaie che vogliono fare il pane o la pasta in casa acquistano la farina direttamente al mulino o al negozio. Fino al 1960, invece, per macinare il grano si usava la macina casalinga azionata da un asino: la mola asinaria in pietra vulcanica, dotata di due sporgenze perforate dove si fissava il gioco dell'asino che, girando in tondo, faceva ruotare la pietra e polverizzava i chicchi di grano e orzo. Molte famiglie possedevano un asino, su molente, utile anche per gli spostamenti e trasporti, e sa mola, il rustico macchinario identico da millenni fin dalla preistoria. Nel paese, in via principe Umberto, esiste ancora una piccola sala attrezzata con un mulino. I discendenti del signor Tegas raccontano che inizialmente era azionata a carbone, più tardi fu dotato di un motore elettrico e così è rimasto fino al 1970, quando cessato di funzionare. Il macchinario è integro e potrebbe ancora funzionare egregiamente.Ovili e barraccosNel vasto territorio di Talana c’erano un gran numero di ovili, ossia dei piccoli insediamenti temporanei adatti alla dura vita dei pastori. Questi, a causa della distanza e della difficoltà nel lasciare soli gli animali, dovevano restare lontani da casa per settimane, a volte per mesi. Negli ovili conducevano una vita solitaria e faticosa, incentrata nell'accudire gli animali e nelle attività di preparazione dei formaggi. Dal 1950 questa caratteristica forma di insediamento non fu abbandonata, ma la realizzazione di una completa rete di strade campestri ha determinato la scomparsa delle capanne, dette localmente barraccos. In Barbagia si chiamano cuiles e in logudorese pinnettas.DispenseCome in molte zone forestali della montagna sarda, l'epopea dei carbonari fu florida ai primi del Novecento e si concluse intorno al 1950. Restano le splendide mulattiere e i sentieri che, ripuliti e valorizzati, costituiscono un patrimonio d’inestimabile interesse turistico naturalistico perché consentono di raggiungere a piedi, con facilità, le zone più suggestive. Le dispense erano delle costruzioni semplici, punti di ritrovo e ricovero per gli operai, dove si conservavano gli attrezzi e i materiali, e dove il carbone prodotto, dopo la raccolta, veniva avviato verso le destinazioni finali. A prima vista hanno un aspetto nuragico per le grandi dimensioni dei blocchi utilizzati e per la rusticità dell'architettura.PaesaggioL'assenza di ostacoli visibili consente un numero davvero infinito di straordinari punti panoramici, aperti in tutte le direzioni: a ovest si ammirano perfettamente le vette del Gennargentu; a Nord le cime calcaree del Supramonte; a sud le montagne dell'Ogliastra e l'inconfondibile sagoma appuntita della Perda Liana, a dominio dell'imponente bastione del Monte Arbu di Seui, e la distesa blu del lago dell'Alto Flumendosa di Villanova Strisaili. Verso est lo sguardo giunge oltre le montagne di Baunei e la piana di Talana, Lotzorai, Girasole e Tortolì, fino al mare di Arbatax, con l'isolotto d'Ogliastra a sinistra e il Capo Bellavista a destra. Il carattere da evidenziare in queste note è la ricchezza di acque dell'intero territorio con varie decine di sorgenti e fontane perenni che danno acque ottime. Anche in piena estate è facile trovare fontanelle costituite da un semplice tubo che versano acqua nella vasca di un ovile o, a volte, vere fontane realizzate accuratamente con la pietra granitica. L'acqua, con il suo scorrere, renderà ancora più piacevole la visita nella contemplazione degli splendidi paesaggi, delle foreste, dei monumenti archeologici, della flora e della fauna.ReligiositàCome tutte le popolazioni sarde anche i talanesi sono devoti cristiani e tengono molto alla parte religiosa delle feste, corrispondenti in genere ai periodi più importanti del calendario agricolo.I pastori, spesso isolati per mesi nelle campagne dietro il gregge, sentivano il bisogno di ritornare in paese durante giorni di festa, per ricongiungersi con la famiglia e ritemprarsi. Ancora oggi poco è cambiato e le famiglie del paese traggono notevole giovamento da queste giornate conviviali. La festa di Sant'Antonio si svolge la sera del 16 gennaio quando viene approntato Su Barraccu, un alto mucchio di cespugli intrecciati che ricorda la forma delle capanne pastorali sarde. Nel tardo pomeriggio, dopo la messa in cui viene benedetto il pane tradizionale dolce preparato dalle casalinghe del paese, il parroco esce dalla chiesa, benedice Su Barraccu, e accende il fuoco. Viene distribuito a tutti un piatto di fave con lardo accompagnato dal pane dolce e da un buon bicchiere di vino. Di notte si festeggia con i balli sardi. Il santo più venerato dai talanesi è Sant'Efisio, festeggiato la prima domenica di maggio. L'organizzazione è affidata a una famiglia in collaborazione con il parroco. S'inizia il sabato di primo pomeriggio con la messa e la solenne processione che vede la popolazione, i cavalieri, i suonatori di launeddas e i gruppi in costume sardo a seguire la statua portata a braccio dai devoti. Altre feste sono quelle di Santa Marta, “piccola” il 29 luglio, e “grande” la prima domenica di settembre. Il 29 settembre c'è la festa di San Michele, di pomeriggio, dedicata alla vendemmia e alla scadenza, e conseguente rinnovamento, dei contratti agrari annuali. La celebre sagra del prosciutto è iniziata nel 1983 e la manifestazione è aumentata d'importanza anno dopo anno. Si svolge il primo sabato domenica d'agosto e in concomitanza viene proposta a cura del comune di Talana e della locale pro loco anche la mostra etnografica, degli oggetti, mobili, arredi e foto d'epoca, del costume. Si possono visitare le Cortes Apertas, ossia le antiche case aperte al pubblico dove si possono ammirare prodotti e oggetti tradizionali. Nel tardo pomeriggio viene offerta la degustazione del prosciutto accompagnato da pane pistoccu e da un bicchiere di vino cannonau. Seguono canti e balli tradizionali, con l'accompagnamento di organetto e fisarmonica, la sfilata di gruppi folkloristici in costume e il concerto di musica moderna.Fonte: stralcio della guida di Talana di Salvatore Colomo.Immagini dell'ultima sagra del prosciutto (3 Agosto 2014)



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