Tamara Drewe - La mia recensione

Da Pkiara

Tamara Drewe è un fumetto di Posy Simmonds, edito Nottetempo in Italia; il film – dal sottotitolo Tradimenti all’inglese - è di Stephen Frears. La pellicola racconta di Tamara che, a diciassette anni, aveva un brutto naso, un bel fidanzato e viveva nella campagna inglese. Dopo dieci anni circa, Tamara – bellissima (Gemma Arterton) - ha un naso nuovo, è single (quasi), fa la giornalista e anche se ormai vive in città, decide di tornare nella casa di campagna in cui ha vissuto l’infanzia, gettando nello scompiglio l’intera comunità rurale. La villetta di Tamara, infatti, non è lontana da quella di uno scrittore di successo, che vive con la moglie sciatta e trascurata, la quale manda avanti la casa come una sorta di buen retiro per scrittori in crisi, bisognosi di silenzio per superare il panico da pagina bianca. Lo scrittore di successo non resterà indifferente di fronte al nuovo naso di Tamara. Lo stesso succederà al suo ex fidanzato e al batterista di un gruppo rock che Tamara andrà a intervistare. Tamara creerà degli equivoci, attirerà l’attenzione su di sé, farà degli errori e altri li commetterà al suo posto una sfrontata ragazzina del paese, annoiata a morte prima che la Drewe si ritrasferisse in campagna. Ci andranno di mezzo tutti, per il finale tragico di una commedia black.
 

Io che ho sempre pensato che la vita in campagna fosse noiosa da morire, mi sono dovuta ricredere sulla campagna inglese: i personaggi sono tanti, si danno da fare e ti permettono di passare una serata divertendoti. Niente di simile nella campagna siciliana, per lo meno quella da cui provengo io.
Per chi volesse vedere Tamara Drewe, a Roma è ancora possibile in due sale: il Quattro Fontane e l’Eden.


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