Non sono uno spettatore, neppure occasionale, dei vari realities : GF, Fattorie, isole caraibiche con finti naufraghi et similia non fanno per me; certe cose che appartengono alla sfera intima vanno vissute con riservatezza e per il resto non amo affatto vedere le ccdd stars mentre ballano, cucinano, parlano o discutono; figuriamoci dover osservarle addirittura in un’isola senza neanche quel filtro di decoro che mi risparmia il peggio; men che meno amo fare il guardone della vita di giovani più o meno rampanti, aggressivi, maleducati, grezzi e senza cultura.
Mi dispiace quindi per gli otto giovani che speravano di affermarsi nella vita con “Tamarreide” ma sono d’accordo con i genitori italiani, preoccupati che il programma costituisca un pessimo esempio per i loro figli.
Per quanto la televisione generalista sia ormai in via di superamento, soppiantata dalla forza trascinante dell’WEB e dei suoi vari social networks credo sia stato un errore, quello commesso dalla politica italiana negli anni ottanta, di affidare ai privati uno strumento veicolare così potente come la TV ad una società privata. E oggi ne stiamo pagando le conseguenza, con annessi e connessi, interessi e rivalutazione monetaria.
Per quel che mi riguarda, sarà che detesto la pubblicità (e qualche volta anche chi la vende) ma affiderei gli spazi ludici della TV (a parte quelli relativi ai servizi pubblici, al cinema, al teatro e alla cultura) ai giovani artisti (scrittori, poeti, cantanti, ballerini, attori ecc.) in totale autogestione, bandendo definitivamente oche, ochette, starlette, opinioniste fasulle dalle cosce lunghe e dalle tette (finte) di taglia forte, abolendo anche quelle patetiche trasmissioni dove vecchie glorie ballano, cantano, raccomandano, propongono e si ripropongono, facendo il verso a se stessi e perpetuando la loro fama eterea verso l’eternità del nulla.
Certo