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Tamoil, a quattro anni dall’accordo “bidone” i Radicali chiedono un sussulto di dignità a Comune, Provincia e Regione. Ma Pd e CL….

Creato il 02 aprile 2015 da Cremonademocratica @paolozignani

Chi mai riesce a immaginarsi il sottosegretario Luciano Pizzetti pronunciare la terribile frase “ho sb…”? Nessuno. Ma in futuro che cosa farà il Partito democratico? Cambierà linea usando una terminologia politicamente opportuna, guardando avanti? All’orizzonte c’è però anche un accordo con il mondo ciellino, Compagnia delle Opere compresa, che vale politicamente molto. C’è un dato di fatto: la politica attraversa una fase di decadenza, la classe dirigente nazionale suscita molta ostilità, pochi votano, quindi le organizzazioni consolidate valgono di più. 

La classe dirigente nazionale è contrastata dallo sdegno di parte rilevante della popolazione, i non elettori sono diventati parecchi, amministrare e ottenere risultati positivi e soddisfacenti, rispetto ai rischi e alle difficoltà, per chi fa politica o solo amministrazione è complicato. Difficilmente gli elettori di centrosinistra accetteranno un brutale accordo con CL, tuttavia gli alleati di governo sono questi e consistono di una rete di imprese e di una classe dirigente attiva. Un rinnovamento del Pd e del mondo ciellino può offrire una soluzione pratica, che apparirà cinica, tuttavia reale, cambiando volti, nomi, stili comunicativi, qualche contenuto ma senza esagerare. Il caso delle elezioni milanesi e il passo indietro di Giuliano Pisapia è emblematico. Qual è l’alternativa, per il Pd, all’accordo con i ciellini? E tra renziani e ciellini si può creare un ambiente freddo nei confronti delle aspre battaglie sostenute dai Radicali, in particolare nel caso della Tamoil. I Radicali cremonesi però hanno dalla loro argomenti molto forti, come si legge nel comunicato integralmente riportato.

A 4 ANNI DALLA FIRMA DELL’ACCORDO CHE DICHIARAVA TAMOIL NON RESPONSABILE DELL’INQUINAMENTO, FINALMENTE LA VERITA’ COMINCIA AD EMERGERE. DA COMUNE, PROVINCIA E REGIONE, RESPONSABILI DI QUESTA FIRMA IRRESPONSABILE, CI ASPETTIAMO UN SUSSULTO DI DIGNITA’.

La richiesta della Procura generale della Corte d’Appello di Brescia nei confronti dei cinque manager Tamoil non poteva arrivare in una occasione più opportuna. Esattamente 4 anni fa, enti locali e sindacati sottoscrivevano un ‘accordo bidone’ con l’amministratore delegato di Tamoil Raffinazione, il libico Mohamed Saleh Abulaiha, nel quale non solo non c’è traccia di garanzie fideiussorie e di concrete tutele per la città ma addirittura è stata inserita una sorta di clausola auto assolutoria che libera la società petrolifera da ogni responsabilità per l’inquinamento del suolo e della falda, prima ancora che avesse inizio il processo vero e proprio.

Dopo la sentenza del giudice Guido Salvini, che ha visto condannati quattro manager tamoil per disastro ambientale e omessa bonifica, e l’attuale iniziativa del sostituto procuratore della corte d’appello di Brescia, con la quale si chiede per tutti gli imputati la condanna anche per il più grave reato di avvelenamento delle acque, prendiamo atto che finalmente la verità comincia ad emergere in tutta la sua gravità. E appare in tutta la sua evidenza. L’autodenuncia e la conseguente caratterizzazione del sito, presentate da Tamoil nel marzo 2001, erano fondate su presupposti falsi: 1) Tamoil non è responsabile dell’inquinamento; 2) la contaminazione è circoscritta al sito industriale; 3) non c’è pericolo di contaminazione delle aree esterne e conseguentemente non sono  necessarie misure di messa in sicurezza d’emergenza. Tali presupposti hanno “rallentato e compromesso il procedimento amministrativo che in tal modo si è trascinato per molti anni mentre l’uscita e la migrazione del contaminante ancora non si era interrotta” (cit. sentenza Salvini).

A questo punto ci aspettiamo dagli enti interessati (e in particolare dal Comune di Cremona), che hanno irresponsabilmente dato credito alle assicurazione di Tamoil, un sussulto di dignità. Si abbia il coraggio di rimettere in discussione l’intera impostazione delle procedure finora seguite e si torni finalmente a tutelare gli interessi dell’intera comunità cremonese. Ne va della credibilità delle stesse istituzioni pubbliche.

Cremona, 1.4.2015

Sergio Ravelli e Gino Ruggeri

presidente e segretario

dell’associazione radicale Piero Welby


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