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Tamoil, lavacro politico sul disastro ambientale

Creato il 01 febbraio 2015 da Cremonademocratica @paolozignani
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Sergio Ravelli ha scritto "Morire di petrolio", che per essere considerata Bibbia manca solo dell'ispirazione divina. E non l'avrà, perché Ravelli, uno dei fondatori dei Radicali, ha studiato, documentato e spiegato che cos'è riuscita a fare la multinazionale del petrolio Tamoil. L'ex raffineria, precisamente due suoi dirigenti, è stata considerata colpevole in primo grado di disastro ambientale doloso. Altri due dirigenti nella sentenza del gip sono considerati colpevoli di disastro ambientale doloso.

Radio Radicale riporta da oggi l'intera presentazione del volume (http://www.radioradicale.it/scheda/432167) svoltasi con un dibattito presso la libreria Feltrinelli di Cremona. Il 10 gennaio è atteso il deposito delle motivazioni del gip: sarà un volume di circa quattrocento pagine per dimostrare con completezza che il disastro ambientale doloso esiste. Il ricorso in appello della Tamoil è atteso. "Il Comune - ha dichiarato l'assessore all'ambiente Alessia Manfredini - sta studiando le carte e potrebbe costituirsi parte civile, dopo che i legali del municipio avranno letto le motivazioni".

Il lavacro politico è utile a ricompattare la politica, con gli ex sindaci Gian Carlo Corada che si dichiara a favore della costituzione parte civile, Oreste Perri che ricorda che cosa subiva il Po quando pagaiava per la Bissolati, e l'assessore all'ambiente che tesse la tela dal 2007. Cremona è stata divisa in parti contrapposte e sottomessa alla Tamoil, che di tutto finanziava come molte grandi aziende hanno fatto e fanno. Resta il dato di fatto che l'inquinamento è un disastro e che ovviamente non si ammette alcuna responsabilità: tutti si giustificano.

Il Comune ha chiesto il versamento della fidejussione nel novembre dell'anno scorso, tredici anni dopo l'autodenuncia della Tamoil e quattro mesi dopo la sentenza, ma anche quattro anni dopo l'accordo tra Comune e industria petrolifera e la mancata costituzione in giudizio come parte civile. E' la fidejussione per la realizzazione delle opere di messa in sicurezza operativa, che competono all'industria petrolifera e riguardano le aree interne: per quelle esterne si dovrà fare il ripristino ambientale. Ma quando sarà eliminato l'inquinamento e si potrà dire che la sicurezza è garantita? L'azienda libica ha risposto di no alla richiesta di fidejussione con una lettera: Alessia Manfredini, assessore cremonese all'ambiente, ha fatto sapere che l'amministrazione ha chiesto anche un parere alla Regione: solo il Comune poteva chiedere la fidejussione, nessun altro ente. Gli anni passano, l'inquinamento rimane, l'industria si oppone e i Radicali insistono.


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