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Tamoil, rischio sicurezza: cumulazione di mansioni su pochi dipendenti. E l’antincendio non è cumulabile con la vigilanza (di Michele Scolari)

Creato il 15 giugno 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Alla Tamoil si parlerebbe di sei incarichi, inclusi antincendio, soccorso e vigilanza, per due dipendenti ad alta specializzazione per ogni turno. Ma il Comitato Tecnico Regionale specifica: antincendio e vigilanza non sono cumulabili. Il consigliere regionale Lena interroga la Giunta: «sono state effettuate le ispezioni di sicurezza?»

All’area Tamoil rispunta il problema della sicurezza. Problema non nuovo, dato che un’interrogazione era già stata depositata in data 5 giugno 2012 dai deputati radicali a firma Maurizio Turco. Allora le preoccupazioni riguardavano l’interruzione del servizio di sorveglianza armata 24 ore su 24, attuato per sei mesi (dal 30 aprile al 30 settembre 012) solamente con telecamere e periodici passaggi di controlli (con tanto di intrusioni dimostrative – ben due – senza che i lavoratori incaricati si accorgessero di nulla).

Nei giorni scorsi il problema è riemerso nel testo dell’interrogazione depositata dal consigliere regionale Federico Lena. Stavolta la preoccupazione riguarda il «rischio di incidenti rilevanti» che deriverebbero dalla «scarsità del personale operativo». Questo perché, prosegue il documento, sarebbe stato segnalato un «anomalo conferimento di mansioni ad un numero esiguo di lavoratori». Il tutto partirebbe da una lettera inviata il 3 dicembre 2012 da un rappresentante delComitato Cassaintegrati a Ministero dell’Ambiente, Comune di Cremona, Provincia di Cremona, Prefettura e Vigili del Fuoco.

MANSIONI CUMULATE SU DUE DIPENDENTI A TURNO, COMPRESE VIGILANZA E ANTINCENDIO

Fonti esterne all’attuale deposito-logistica, confermerebbero quanto denunciato dalla missiva. Ovvero, un anomalo accumulo di mansioni rilevanti, per un esiguo numero di dipendenti di elevata professionalità (Operatori Superspecializzati): stando a quanto si apprende, nel reparto logistica sarebbero operativi 2 dipendenti per turno (sui tre turni di mattino, pomeriggio e notte) impiegati sull’intera area.

Il loro mansionario prevederebbe compiti relativi al controllo della movimentazione dei prodotti finiti, nonché attività manuali di movimentazione dei prodotti finiti in diverse parti dello stabilimento. Oltre a ciò, vi sarebbe anche il controllo sul carico delle autobotti e delle ferrocisterne. A ciò, si aggiungerebbero funzioni di vigilanza antincendio di terzo livello (safety) e di primo soccorso. Non solo, ma, come ciliegina sulla torta, c’è l’intenzione di utilizzare il personale in questione anche per la vigilanza, con l’incarico di guardia giurata (security).

IL COMITATO TECNICO REGIONALE: ANTINCENDIO E VIGILANZA NON SONO CUMULABILI

Un documento risalente al 15 di maggio, firmato dalle parti sindacali, comunicherebbe la creazione di un servizio di sorveglianza svolto da persone della Società (in particolare, i ruoli coinvolti sarebbero quelli di Capoturno Preposto del Settore Logistica e Addetto Operativo del Settore Logistica), con un apposito distintivo di Guardia Giurata Tamoil. Il compito? Sorvegliare il sito-deposito durante le 24 ore. Ma il 30 maggio è giunto il parere del Comitato Tecnico Regionale (presso la Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco): ebbene, secondo l’analisi del Comitato «i servizi di safety (antincendio) esecurity (sorveglianza) non sono cumulabili».

In sostanza sarebbe come se al supermercato una cassiera fosse incaricata, oltre che del monitoraggio delle merci sulla cassa, anche del controllo prodotti e scadenze, del carico e scarico merci, del magazzino e della sorveglianza interna. Se già nel caso di un supermercato un simile mansionario potrebbe destare qualche domanda, figurarsi in un’industria a rischio rilevante, come la Tamoil.

FORTI PUNTI INTERROGATIVI SULLA QUESTIONE SICUREZZA (LA TAMOIL ERA NEL MIRINO DI BREIVIK, L’ATTENTATORE DI OSLO)

Tutto ciò porta a forti punti interrogativi relativamente al grado di sicurezza che il personale può garantire all’interno dello stabilimento. La prima domanda è: cosa succederebbe se, nell’attuale situazione, si verificassero più problemi allo stesso tempo? Nel caso di un’intrusione e di un malore durante il movimento di prodotto, l’operatore super specializzato sarebbe costretto ad abbandonare il terminale per andare a controllare e prestare soccorso contemporaneamente? E, dato che in raffineria c’è un sistema anti intrusione con dei monitor dai quali lo stesso deve sorvegliare ma non si può staccare, chi manderebbe a controllare essendo in due per turno?

Già nell’interrogazione presentata a giugno dello scorso anno dai Radicali si sottolineava che «vi sono forze, non scomparse con la eliminazione di Gheddafi, che potrebbero decidere – è solo una ipotesi, ma assolutamente realistica – di scatenare proprio a Cremona, una azione che avrebbe vastissima eco internazionale e che sarebbe agevolata dalla estrema facilità di accesso al deposito di carburanti». Né andrebbe dimenticato, in aggiunta, che in una sorta di manuale ideologico contenente gli obiettivi di Anders Behring Breivik (l’attentatore di Oslo), compariva anche la Tamoil di Cremona, oltre alla Centrale Nucleare di Caorso.

Nel testo del consigliere Lena, si sottolinea il “rischio incidente rilevante” (Rir), per un impianto altamente infiammabile, dove si caricano e si scaricano carburanti ed altri prodotti ad alta infiammabilità. Quali scenari da incubo si profilerebbero nel caso di una tragica fatalità o di un attentato? Una scintilla, un’emissione, un’incendio, un’esplosione, quali drammatiche e catastrofiche conseguenze potrebbero avere, oltre che sui dipendenti impiegati nell’azienda, sull’intera città di Cremona?

PERCHE’ NON REINTEGRARE 11 LAVORATORI SPECIALIZZATI PER QUELLE MANSIONI?

Perché la Tamoil ha preso una simile decisione? E’ una questione di risparmio? E, nel caso, con quale obiettivo si risparmia? Il risparmio potrebbe giustificare le ripercussioni, anche catastrofiche, di un incendio, di un’incursione di malviventi per mettere le mani su un deposito di carburante, o, nel peggiore dei casi, di un attacco terroristico? E, dal canto loro, i cassaintegrati si chiedono come mai vi sono lavoratori a casa quando undici persone potrebbero essere reintegrate per svolgere proprio quelle mansioni di antincendio e vigilanza. Non si diceva «lavorare meno, lavorare tutti»?

di Michele Scolari

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