Tango: la Travolgente e Sensuale Anima di Buenos Aires

Creato il 16 gennaio 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Il Teatro Duse di Bologna, fedele alla sua vocazione di istituzione scevra da preconcetti ed aperta ad ogni genere di spettacolo, propone alla sua eterogenea platea Tango de mi Buenos Aires. Davanti agli occhi dello spettatore, curioso ed attento, si dipana una pièce originale, calda e viva, intrigante ed ammiccante, caratterizzata da un ritmo travolgente che cerca di trasmettere la filosofia incarnata da quella espressione dell'arte popolare argentina, sospesa tra danza e teatro-danza, che fu, ed è ancora oggi, il "Tango".

La chiave di lettura scelta dagli autori è quella di uno spettacolo teatrale che al ballo alterna qualche momento di ilarità, ma, soprattutto attimi, emozioni e sensazioni che, calati in una sequenza di suggestivi quadri narrativi, dipingono un affresco del tango che, seguendone l'evoluzione dalle sue origini, nelle polverose strade della periferia di Buenos Aires, fino alle luci e alle suggestioni attuali, trasmetta lo spirito di questo che non è uno dei tanti balli latini, ma "l'alma" più intima di un intero Paese e del suo popolo.

La compagnia in scena è quella diretta da Yanina Quiñones e Neri Piliu, due giovani artisti argentini, protagonisti di festival, tournée e seminari in giro per il mondo, che possono essere considerati tra le stelle emergenti del panorama del tango internazionale. Sono essi stessi i primi ballerini e gli autori delle coreografie, tutte finalizzate a rendere compiutamente le atmosfere e lo spirito del tango, che non è semplicemente, e non solo, una danza, ma una vera filosofia di vita.

Ad impreziosire lo spettacolo c'è l'affermata Tango Spleen Orchestra (pur priva, nell'occasione, del pianista, il maestro e direttore, Mariano Speranza, costretto a letto da un attacco di febbre), che, grazie all'esecuzione dal vivo di brani del proprio repertorio e dei grandi classici del Tango, colora il teatro di note calde e struggenti, a tratti sofferte, contribuendo a costruire uno spettacolo che prima seduce, poi travolge, sempre emoziona. Le composizioni di Astor Piazzolla e di altri grandi autori di tango finiscono così per diventare non mera colonna sonora, ma sensazioni vive e struggenti, che, sottolineando tutta la gamma del sentire umano, esaltano una coreografia, non limitata solo a proporre i passi del tango cui siamo, per tradizione, abituati, ma rivolta a cercare un modello nuovo, diverso, che è, al tempo stesso, dinamico e trasgressivo, caldo e impetuoso.

Non c'è infatti un ballo più vicino al sentire del singolo, indipendentemente dalla classe di appartenenza, capace di fondere il linguaggio popolare e sociale nei moduli variegati e prefissati del balletto. Il tango non è dunque una semplice danza, è qualcosa di più: è appartenenza, sensualità, calore, espressione compiuta del singolo, in un contesto che oggi vorrebbe invece uniformarlo in categorie prefissate, spersonalizzandolo. Da sottolineare, in questa operazione, perfettamente riuscita, la scelta narrativa intrigante di raccontare lo sviluppo e l'evoluzione del ballo attraverso la crescita e la maturazione dei protagonisti realizzata con quattro quadri scenici che puntano sulle atmosfere e sull'evoluzione dei costumi. Si passa così dagli abiti dimessi degli adolescenti, colti a muovere i primi passi di danza nei cortili delle scuole, agli eleganti completi degli studenti, che partecipano ai loro primi giochi amorosi, arrivando poi ai lustrini e alle paillettes degli anni '20, tutti gioia sbarazzina di vivere espressa in feste spensierate, per concludere, infine, con le torbide, sensuali, atmosfere degli anni '40, in cui la maturità porta ad una ricerca della seduzione sempre più sottile, raffinata e calda.

Nel mezzo del cammino sono state seminate poi alcune chicche, quale l'appassionata interpretazione di Dont Cry for Me Argentina (peccato per quella base musicale troppo alta che ha costretto l'interprete ad arrampicarsi salendo di toni) e le esibizioni, davvero mozzafiato, di due dei ballerini, che, muniti di bolas, hanno letteralmente ipnotizzato la platea, piombata in un silenzio assordante, con passi impeccabili, incroci velocissimi e prese memorabili in un crescendo vorticoso di figure sempre più spettacolari. I calorosi, prolungati, convinti applausi dell'uditorio hanno fotografato compiutamente una serata davvero speciale in cui, per novanta minuti, gli astanti sono stati letteralmente trascinati in un mondo lontano dalle nostre abitudini, ma vivo, caldo, carico di atmosfere e sentimenti forti quali solo l'anima di un grande popolo può ingenerare.


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