Avevo perso le tracce di questo film, subito dopo averlo visto alla Mostra di Venezia nel 2012, e mi ricordo di aver pensato che sarebbe stato un peccato non trovarlo nelle sale.
Invece eccolo qui il bel film di Frederick Fonteyne, che narra della complessità del rapporto uomo-donna e delle relazioni amorose.
J.C. è una guardia carceraria che conduce una vita assai monotona. Unica concessione: la passione per il tango, per cui segue un corso di apprendimento: qui conosce Alice e se ne innamora. Quella stessa Alice che, nel carcere dove lavora J.C., ha il marito e l’amante…
Un passo a quattro sulle ali della musica, tra dramma e vita, all’insegna di una divertita impertinenza, dove la potenza e la sensualità del ballo irrompono a sconvolgere le vite ed a scatenare un irrefrenabile desiderio di libertà.
Bravissimi gli interpreti, su tutti Anne Paulicevich, che è anche co-autrice del film.
Forse un po’ disomogenea la regia, che oscilla, senza osare troppo, tra scandalo, provocazione, malizia e esplorazione sociale, senza dare al film un’impronta precisa.
In ogni caso un piccolo gioiello, che vale la pena vedere, per riflettere con leggerezza e senza troppa angoscia su temi ormai ampiamente “moderni”.
A ritmo di tango.