Do Demons Dream of Electric Books?
Due brevi segnalazioni di due libri, uno pubblicato dall’arcinota e “tradizionale” Fazi; l’altro dalla 40k, casa editrice che pubblica soltanto in digitale, e una riflessione sul modo di ragionare di un possibile lettore-compratore (io).
Tanit
Ecco il booktrailer:
… Meh...
Sarò sincero, il booktrailer non mi ha entusiasmato. Passi anche la scarsa originalità della colonna sonora: ormai mi aspetto di trovare Requiem for a Dream (che in realtà si chiama Lux Æterna) anche sul camioncino dei gelati e che gli amici me la cantino battendo le mani davanti alla torta di compleanno. Credo del resto che i booktrailer, con tutte quelle scritte colorate che spuntano da ogni dove, i font dubbi e le immagini rubate da film stranoti che fanno pensare a tutto tranne che all’opera in questione, siano la giusta punizione per aver vissuto per anni sopra le nostre possibilità come società occidentale…
Booktrailers, la droga del futuro?
Carino invece il contest promozionale e il Tumblr pieno di immagini virali. Circa la possibilità di leggere un capitolo in anteprima (in questo caso il secondo), sono dell’opinione che ormai dovrebbe essere un diritto acquisito del lettore, perciò niente di cui ringraziare editore ed autrice.
Ecco la trama di Tanit, così come appare sul sito dedicato al libro uscito il 17 febbraio:
I narratori di storie aprono porte fra i mondi e non sempre questa è una metafora. A volte, quelle porte
L’anteprima non dice nulla a chi ha già letto gli episodi precedenti della trilogia: ne conferma lo stile – detestato o amato che sia -, i punti forti di una trama che strizza l’occhio al meta-racconto ma ha solide basi nella narrativa di genere, una protagonista, Ivy, che attira l’immedesimazione delle ragazzine ed un demone albino che un po’ se la tira e un po’ (sempre di più) ci sta. Letti i due libri precedenti, crisi permettendo, non avrei difficoltà a comprare anche Tanit e completare la trilogia (gli episodi sono comunque autoconclusivi), non fosse che nel frattempo è successa una piccola cosa chiamata rivoluzione digitale e con i 18 euro necessari all’acquisto del tomo, posso comprare un bel po’ di altre cosuzze utili et dilettevoli, magari aspettare che esca la versione ebook del libro in questione e comprare quella (perché Ta-Faz(z)i lo farà un ebook di Tanit, nevvero?).
Greensleeves
Libro del molto premiato, scarsamente conosciuto e, a mio modo di vedere, assai talentuoso Jeff VanderMeer. L’autore è vincitore di molti premi, tra cui il World Fantasy Award e ha contribuito a diffondere il sottogenere New Weird. Finora le sue opere hanno riscosso un discreto successo. Tra le più note – e accomunate dal fatto di non essere tradotte in Italia – citiamo Finch, noir ambientato in un mondo dominato da una specie dalle fattezze di fungo.
Ecco la trama che ho trovato su Bookrepublic, dove è disponibile al prezzo di 0,99 euro (su Amazon è a 2,68, Jeff Bezos, non avrai il mio scalpo):
Immagina una donna triste e insicura, una biblioteca di tre piani e un’aquila scolpita nell’eleganza del suo volo in una cupola di vetro. Aggiungi un giullare variopinto e affascinante in cerca di una rana troppo cresciuta – e ti prego, considera che la rana è molto intelligente, sarcastica e intonata – un pugno di senzatetto che vivono stabilmente al primo piano e una serie di oggetti dal comportamento singolare. Porta a ebollizione e assaggia.Se trovi che ci sia una punta di follia di troppo forse ti è sfuggito qualche dettaglio.
Quale scegliere, solo un discorso di prezzo?
Be’, se mi ritrovassi in ristrettezze economiche, sono certo che tra i due sceglierei il secondo, non foss’altro che costa un ventesimo del primo e posso acquistarlo in ebook e senza uscire da casa (fuori ci sono i lupi e la neve come nella copertina di Tanit), magari seguendo il link nell’articolo che lo recensisce-segnala. Triste ma vero, credo che questo sia il ragionamento che ogni lettore fa, almeno quando si tratta di letture di intrattenimento. E anche in libreria, chiunque sia dotato di un minimo di spirito di osservazione (o non ama farsi i fatti propri) avrà notato che la maggior parte della gente, dopo essere stata attratta dalla copertina, va spesso a guardare direttamente il prezzo sul retro del libro, senza passare per il risvolto. Non so quanto il digitale possa cambiare questo stato di cose, essendo l’avarizia tra i mali che più affliggono l’umana stirpe, ma a parità di prezzo e con contenuto simile (in questo caso apprezzo entrambi gli autori) e pari disponibilità, avrei difficoltà a scegliere quale comprare.
Riprendendo una vecchia teoria del professor Lessig:
Ci sono delle persone che compreranno comunque il tuo libro e delle altre che non lo comprerebbero in ogni caso, e che hanno accesso alla possibilità di ottenerlo in modi diversi (leggi Emule). Il prezzo con cui lo metti in vendita contribusce a decidere quanti entrano nella prima fascia e quanti restano nella seconda. Poi subentrano altri fattori collaterali, tra cui uno non irrilevante: la facilità di accesso al prodotto.
In questo caso, prevedendo che il prezzo del libro della Manni non sarà inferiore ai €15 anche a diversi mesi dalla pubblicazione dell’hardcover, opterei – senza pensarci troppo – per il secondo, anche se è un racconto di poche decine di pagine e non un romanzo completo. Del resto, da quando possiedo un ebook reader, la soglia dell’euro mi è veramente fatale e compro – come credo facciano tutti – notevoli quantità di libri e libretti che non ho mai il tempo di leggere. Scusate per la parentesi poco poetica, ma anche i pantaloni dei lettori sono provvisti di tasche e, si sa, i tempi son difficili. Perché dovrei perdere la ragione a cercare un libro che non è possibile trovare nella libreria sotto casa né usando Google?
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