Speciale: Superman: speciale 75° anniversario
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Superman è stato il primo supereroe ad apparire sulle pagine di un fumetto americano, questo lo sappiamo tutti, ed è quindi stato usato come stampo più o meno per tutti i suoi successori, almeno per i primissimi anni di vita. Il successo del personaggio, infatti, portò ovviamente le case editrici concorrenti della National Comics Publications (antesignana della DC Comics) a mettere in produzione personaggi che in qualche modo potessero inserirsi in quel nuovo filone supereroico inaugurato dall’Uomo d’Acciaio.
L’anno dopo fu il turno di un nuovo personaggio, Master Man, pubblicato dalla Fawcett Comics di Wilford Hamilton “Captain Billy” Fawcett. Il personaggio non volava ma era dotato di superforza e supervelocità: tanto bastò alla futura DC Comics per vincere la causa di violazione del copyright del proprio personaggio simbolo.
La National riteneva che i poteri e le caratteristiche principali di Capitan Marvel (superforza, supervelocità, invulnerabilità, un costume dotato di cappa e un’identità segreta da giornalista) derivassero direttamente da quelle di Superman. La Fawcett replicava che, sebbene i due personaggi fossero simili e la pubblicazione di Superman avesse anticipato quella di Capitan Marvel di diciotto mesi, le differenze nella trama principale e negli elementi concettuali (l’alter ego di Capitan Marvel era un bambino, anziché un adulto, e i suoi poteri avevano base nella magia invece che nella scienza) facevano intendere che Capitan Marvel non costituiva una violazione del copyright della National.
Sebbene la giustizia americana avesse ritenuto Capitan Marvel una copia illegale di Superman, il giudizio emesso il 10 aprile del 1950 (la sentenza, emessa dalla United States District Court for the Southern District of New York, è rintracciabile nella banca dati di Lexis-Nexis) fu a favore della Fawcett, perché gli avvocati di quest’ultima riuscirono a dimostrare che la National non aveva posto il copyright su molte delle strisce quotidiane di Superman (distribuite dal McClure Syndacate a partire dal 16 gennaio 1939). La Corte ne dedusse dunque che la National aveva abbandonato il proprio copyright sul personaggio, così che non fosse più valido.
La Fawcett chiuse i battenti nell’autunno del 1953 e Capitan Marvel rimase dunque senza pubblicazioni per il resto degli anni Cinquanta e per tutti gli anni Sessanta. Dato che proprio in quegli anni i supereroi stavano ritrovando la loro popolarità, la National, che nel frattempo aveva cambiato nome in DC Comics, molto beffardamente nel 1972 prese in licenza i diritti per la pubblicazione di tutti i personaggi della Fawcett, Capitan Marvel compreso. Dato che la DC Comics, per poter pubblicare i personaggi della defunta Fawcett, doveva pagare una tassa supplementare per ogni loro apparizione, nel 1978 ne cessò la pubblicazione, per poi, nel 1980, comprarne definitivamente tutti i diritti
Bisogna però aggiungere un’ulteriore annotazione specifica: dopo 75 anni di pubblicazione, numerosi film, telefilm, serie animate, videogiochi e merchandising vari, Superman ha davvero raggiunto lo status di vera e propria icona della cultura popolare in generale e del fumetto supereroico in particolare, divenendo oggetto di omaggi e rivisitazioni continue, non solo nel fumetto. Per rimanere nell’ambito di quest’ultimo, per esempio, basti ricordare l’Hyperion dello Squadrone Supremo (Marvel Comics) oppure l’Apollo di Authority (nato per l’etichetta Wildstorm dell’Image in seguito acquisita dalla stessa DC). O infine il recente Superior di Mark Millar e Leinil Francis Yu (Icon/Marvel). Nonostante tutto, però, il vero e unico Superman è ancora tra noi.
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