Tanto da raccontare...
Creato il 26 gennaio 2010 da Scrappy_g
Tantissime belle sorprese hanno colmato gli ultimi giorni del mio 2009. Tante altre mi hanno riempita di gioia in questo 2010 appena iniziato. A partire dal mio compleanno, ricco di colpi di scena. E poi il Natale, davvero bello, trascorso con la mia famiglia, come da tradizione. Regali utili, belli, inaspettati e mai arrivati.... come il libro di Fabio Volo "Il tempo che vorrei" amorevolmente sostituito da una guida National Geographic (le mie preferite) su New York e... all'interno... due biglietti aerei. "Il tempo che volevo" l'ho trascorso a New York tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010 con il mio sweet darlin'.
Mi perdo sempre davanti alla tastiera del pc, quindi se non avete tempo di leggere il racconto e di vedere le foto, comprendo benissimo! Ma se avete 3 minuti e 41 secondi di tempo libero e volete ascoltare una bella canzone, cliccate qui sotto. =)
Siamo partiti il giorno dopo il fallito attentato in Olanda sull'aereo Delta. Lascio a voi immaginare i controlli meticolosi ai quali siamo stati sottoposti, con conseguenti ritardi e lamentele da parte di molti viaggiatori. La stessa mattina della nostra partenza davano il via alle nuove normative da adottare in volo un'ora prima l'atterraggio. Niente wc, niente dvd, niente pc & co., tutti seduti al proprio posto, senza armeggiare con i bagagli a mano. Hostess & Steward davano di matto con i passeggeri indisciplinati. Eravamo sempre a NY quando la polizia aveva scoperto un furgone sospetto parcheggiato da due giorni a Times Square. Alla fine, allarme bomba rientrato: solo un caso di psicosi per paura di nuovi attentati. Purtroppo dovremo farci l'abitudine a questi episodi di psicosi collettiva.
New York è una delle città turistiche più visitate al mondo. Quante volte è stata scritta questa frase nelle guide turistiche?
In realtà New York è un set cinematografico a cielo aperto, una giungla metropolitana fatta di sogni. New York è una città che si può vedere in tutti i modi: passeggiando, andando in carrozza o con tuk tuk ecologici a pedali, in autobus o girovagando con quegli assordanti bus rossi senza tetto chiamati City Sightseeing dove d'estate ti arroventi la testa e d'inverno scendi ibernato.
Ad ogni modo, non si ritorna a casa da NY senza aver visitato la Statua della Libertà!
Due ore e mezza d'attesa prima di imbarcarci su un traghetto che ci portava ad Bedloe's Island, detta anche Liberty Island. Nell'attesa, ammazzavo il freddo fotografando un po' tutto! Avvisi pubblicitari, cartelli di divieto, le persone scocciate in coda... l'atterraggio di questo gabbiano...
E questo signore che ci intratteneva con canzoni old America.
La definizione giusta per Miss Liberty è: IMPONENTE. Le ho scattato miliardi di foto, alcune tutte uguali: i suoi 46 metri di altezza sembravano non finire mai. A otto anni dagli attacchi terroristici del World Trade Center, solo dallo scorso 4 luglio 2009, i visitatori possono ammirare lo skyline di New York dalla corona della Statua. L'accesso è consentito solo a 10 persone per volta, ogni 30 minuti. Comprensibili le lunghe fila per l'attesa viste sotto la statua!
Sul traghetto, giusto il tempo di un pretzel caldo, una sorta di anello di pane con le due estremità annodate, simile ai nostri brezel dell'Alto Adige. Sbarchiamo ad Ellis Island e facciamo una visita a quello che una volta era un centro di accoglienza per immigrati. Nel 1892 il governo aprì su quest'isola un centro per il disbrigo delle procedure d'immigrazione.
Ora il centro è museo nazionale e all'interno è facile immaginare gli immigrati nella loro attesa ansiosa di essere esaminati. Venivano schedati, interrogati, subivano controlli medici. Molti non giungevano neppure fino a New York. Nel museo si respira ancora oggi, la speranza di trovare fortuna che gli immigrati immaginavano di trovare una volta sbarcati sull'isola. Molti gli italiani immigrati. Nei registri ho trovato alcune persone che presumo siano miei lontani parenti. Portavano il mio stesso cognome e poi mi ricordavo dei racconti che mia nonna mi narrava quand'ero piccola, alcuni parenti che erano immigrati in America in cerca di vita migliore. Ed è stato bello per un attimo immaginare come queste persone ce l'abbiano fatta. Prima di ritornare a New York passiamo da Battery Park, un'area verde che si affaccia sul mare. Qui è possibile vedere The Sphere, la struttura a forma di sfera che era posizionata sotto il World Trade Center, ritrovata sotto le macerie dopo l'attentato dell'11 settembre 2001.
New York vista dall'86esimo piano fa un certo effetto. L'Empire State Building di trova nel cuore di Manhattan ed è l'edificio più alto di tutta la città e da qui, se il tempo lo permette, è possibile vedere la Statua della Libertà.
Abbiamo preso un ascensore che alla velocità della luce ci ha portati fino al cielo. La vista da lassù è impareggiabile e utilissima per comprendere la topografia di Manhattan. Il cielo non era limpido ma la Statua della Libertà l'abbiamo vista, piccina che faceva capolino tra Ellis Island e una lingua di grattacieli. All'86esimo piano qualcuno aveva fatto un mini pupazzo di neve, a dire il vero sembrava proprio Miss Liberty con tanto di fiaccola. Originali i cents al posto dei bottoncini!
New York è collegata da una serie di ponti più o meno importanti, ben 2027 per l'esattezza. Poi c'è il ponte più antico di tutti, inaugurato nel 1883: il Brooklyn Bridge, lungo 1090 metri. Il ponte di Brooklyn è un'altro dei simboli della città e ci si accorge di questo camminando nella corsia pedonale e osservando la tanta gente che passeggia. Dal ponte è possibile avere una visione più da vicino della struttura, ammirare il porto e apprezzare i bellissimi panorami di Lower Manhattan, anche durante una passeggiata notturna.
Ho notato come ogni quartiere della città possa avere una propria personalità e questo forse, determina un po' la diversità dei stili di vita dei suoi abitanti. Il distretto finanziario di New York, a sud di Manhattan, vanta bellissimi edifici e luoghi pieni di storia come la Trinity Church, la sede della Federal Reserve e la Borsa di New York a Wall Street.
A New York, ma anche nel resto degli Stati Uniti, se vai al ristorante, la mancia ai camerieri devi lasciarla per obbligo. Le “Tips” sono gran parte del loro salario, ed è anche per quello che, nei ristoranti arrivano i camerieri ogni due minuti per chiederti se va tutto bene e dal momento in cui ti siedi iniziano a portarti acqua fresca e continuano a riempirti il bicchiere fino a che non ti sei alzato da tavola. Non è il titolare del ristorante che si fa carico dei propri dipendenti e sicuramente i contributi non vengono versati sulle mance. Ecco perchè i camerieri sono in prevalenza molto giovani e studenti.
Forse la nostra mentalità fa apparire questo concetto un po’ sbagliato e facciamo proprio fatica ad aggiungere automaticamente il 15% al conto.
Sempre parlando di ristoranti e cibo, una delle cose belle di New York è che a qualsiasi ora del giorno si può mangiare. Fame alle 10 del mattino? Il ristorante è già aperto. Fame alle 5 del pomeriggio? E’ ancora aperto! Fame alle 2 di notte? E’ ancora aperto!! Qualsiasi cucina, qualsiasi cibo si voglia mangiare, non bisogna correre perché si rischia di non trovare più aperto. Già passeggiando per strada ci si accorge di questo: si cammina su un marciapiede e si sente l'odore di cibi che si alternano continuamente. Lasciando il profumo di pizza ci accoglie un profumo di cibi orientali e subito dopo noccioline tostate e castagne, tutti odori diversi, tutte cucine diverse, a qualsiasi prezzo, per qualsiasi tasca, per qualsiasi stomaco.
I simboli più evidenti di Chinatown sono le insegne dei negozi e i tetti a pagoda che ricoprono ogni edificio: dalle banche alle cabine telefoniche. Camminando per il quartiere si è attirati dalle vetrine dei negozi che vendono radici, erbe, verdure strane, cibi mai visti, funghi secchi appesi al soffitto. Gli shop pullulano di tipici souvenirs cinesi, abbigliamento. E poi, tanti cinesi che qui abitano in un mondo tutto loro.
Un paio di strade più in là, dietro l'angolo appare Little Italy. L'immagine dell'Italia di una volta: ristoranti italiani, pizza pizza pizza, le foto di Pavarotti, O'sole mio, mozzarella, amico italiano, caffè Palermo, da Rosario's. Passeggiare per le vie di Little Italy e sentire le canzoni italiane uscire dai locali è come essere protagonisti in un film degli anni 50.
Una mattina nevicava abbondantemente, e nel freddo del solito vento e della neve decidiamo di andare a Ground Zero. Visitiamo la St.Paul Chapel, attiva dal 1766. Questa era la parrocchia di George Washington. All'interno è ancora possibile vedere la panca sulla quale si sedeva. All'esterno della Cappella un antico cimitero e la "Bell of Hope", la campana regalata dal sindaco di Londra agli Stati Uniti un anno dopo l'attentato dell'11 settembre; oggi è simbolo di speranza.
L'interno della cappella custodisce le memorie delle vittime dell'attacco e ospita la mostra permanente "The Unwavering Spirit". Dopo il crollo delle torri gemelle la chiesa era diventata rifugio dei volontari che prestavano soccorso. La chiesa, oltre a luogo di preghiera era anche centro di accoglienza per chi lavorava al ripristino di Ground Zero. Qui venivano distribuiti i pasti e durante la notte si dormiva in brande.Tantissimi i poliziotti, i soccorritori e i vigili del fuoco, tanti eroi nascosti che pur non essendo di turno si precipitarono al World Trade Center appena seppero degli attacchi, e lì persero la vita.Un profondo silenzio avvolgeva tutti gli oggetti esposti nella cappella. Mi sono fermata ad osservare i disegni dei bambini e a leggere le loro lettere di speranza.Davanti ai tantissimi lumini accesi si pregava per le migliaia di persone che hanno perso la vita negli attacchi del World Trade Center. Riflettevo...i terroristi hanno anche strappato la vita a tantissimi innocenti ma non hanno distrutto lo spirito.
A Ground Zero, ora, c'è un immenso cantiere con gru altissime, attraverso le griglie di protezione è possibile vedere un enorme vuoto. In memoria dei tantissimi caduti è in costruzione la Freedom Tower, la torre della libertà. Dicono che sarà l'edificio più alto del pianeta.
Gli americani ricostruiscono sempre.
Spostandosi verso il West Side, oltre ad ammirare le graziose case con mattoni a vista e i tradizionali eleganti ingressi fatti di scale e cancelli; è possibile visitare l'Intrepid Sea, Air & Space Museum.
Il museo si trova esattamente al molo 86 (Pier 86) ed è costituito da alcune navi. Tra queste la portaerei USS Intrepid costruita nel 1943 e che partecipò alla Seconda Guerra Mondiale. E' possibile accedere all'hangar e al ponte di volo della portaerei ed ammirare vari mezzi aerei, nonché il Concorde ed alcuni caccia americani.
Parte della mostra si trova anche all'interno della portaerei, dove sono esposti aeromobili di tutte le epoche. Si va dai primi tentativi di volo fino all'Apollo sceso sulla luna.
Ve lo ricordate il film "Io sono legenda"? Esattamente la scena in cui Will Smith si trova sull'ala di un aereo nero? L'aereo in questione è proprio l'A-12 Blackbird, esposto sul ponte di volo. Un aereo militare da ricognizione utilizzato anche dalla CIA, l'aereo più veloce al mondo.
Molto interessante la visita all'interno del Growler. Uno degli ultimi sottomarini a propulsione diesel.
Rientrando in hotel, ci buttiamo nel solito fiume di folla newyorkese che riempie la 5a; dai tombini escono colonne di vapore come nel film "1997 fuga da New York" con il leggendario Yena Pliskin interpretato da Kurt Russel. Alle volte ci sono veri e propri camini di sfiato a strisce bianche e rosse, altre volte il vapore esce dalle crepe dell'asfalto. Nessuna leggenda metropolitana! Il fumo che esce dai tombini di New York proviene dagli impianti di teleriscaldamento e il freddo accentua la sua visibilità per via della condensa. Insomma gli sfiati anzichè averli sui tetti, li hanno dai tombini!
Prima di rientrare faccio ancora qualche foto. Lungo il cammino incrociamo la sede di Scientology. All'esterno un cartello invitava i passanti ad entrare. All'interno tanta gente, forse c'era un rinfresco. Cerco di dare una sbirciata nella speranza di intravedere Tom Cruise.
Poi, tra la folla, un venditore ambulante di condom."Obama condoms... Obama condoms... buy Obama condoms today...experience not necessary!"Accidenti questi americani sono capaci di vendere condom con l'immagine del loro presidente stampata sulle confezioni di preservativi...
Ma è nelle strade poco affollate che scopri le cose più strane. Avete presente le minestre Campbell's? Le minestre in scatola con la scritta in corsivo su fondo rosso, anni 50, rese celebri nel mondo da Andy Warhol? Osservo sempre le pubblicità dei paesi che visito, ma questa è quella più stramba che abbia mai visto. Al 9° piano di questo condominio c'è un mezzo busto di un manichino intento a succhiarsi un mega spaghettone dal piatto del cartello pubblicitario. Lo slogan d'altronde parla chiaro: solo le zuppe Campbell's contengono spaghetti fatti con uova fresche... oltre 9 metri in ogni barattolo!!
Sapete qual'è l'unico negozio che non ha giorni ed orari di chiusura nella città che non dorme mai? L' APPLE STORE sulla 5th Avenue!!! Un enorme cubo di vetro, all'interno una grossa mela bianca illuminata. Il negozio è situato sotto il cubo e all'ingresso c'è un cartello con scritto: "Open 24 hours a day, 365 days a year". Una capatina qui la si fa volentieri, non solo per acquistare a prezzi abbastanza abbordabili, ma anche per leggersi le mail, consultare i quotidiani italiani da internet e per ascoltare la musica dai tantissimi modelli di Ipod, Iphone, Ipod touch ipercolorati! E anche per riprendersi un attimo dal gelido freddo newyorkese!
Se è pur vero che la metropolitana è il mezzo più sicuro e migliore per muoversi, specialmente per le lunghe distanze e nelle ore di punta, il nostro mezzo preferito sono sempre le gambe!! A piedi vedi molte più cose che ti "sfuggono" viaggiando in metropolitana, in taxi o autobus. Ma per una giornata, se devi "macinare" miglia, meglio optare per la metro. Esiste la Metro Card più conveniente: l' "Unlimited Ride", solo $8.25 se si sceglie per una card giornaliera, oppure $27 per 7 giorni. Il biglietto per una corsa in metropolitana (di qualsiasi distanza) costa $2.25. Le Subway durante il giorno sono sempre molto frequentate. Le persone che devono percorrere lunghi tragitti hanno sempre un gran da fare nei metrò. C'è chi scrive, chi usa il pc, chi ascolta musica, chi legge un libro. Un giorno ho visto una signora che faceva la maglia. Un misto di etnie che si ritrova su una metro, tutti assorti nei propri svaghi..... sembra quasi una trama di un film!
Nel caso invece preferiate non consumare la suola delle scarpe e spostare la vostra attenzione sugli sport cosiddetti da spettatore, le possibilità della città sono tante ed emozionanti. Si può scegliere per una partita di basket al Madison Square Garden, una partita di baseball allo Yankee Stadium o un incontro di hockey, insomma ce n'è per tutti i gusti. Le due squadre principali della città sono gli Yankees e i Mets.
Una mattina ci siamo alzati di buon ora, cappuccino in bicchiere XL take away, un muffin da 800 calorie e via verso la 42a. Un vento gelido tagliava la pelle, neppure il mio cappuccino bollente mi scaldava le mani. Con l'amore però si sopporta tutto. Senza l'amore, non vedo come si possa sopravvivere.
Dicevo...Sulla 42a, di fronte al grattacielo del New York Times di Renzo Piano c'è il Port Authority: la più grande stazione di autocorriere che io abbia mai visto. Qui, ogni giorno, migliaia di persone vengono e vanno dalla città. Fuori dalla stazione, ci si mette in fila in attesa di un taxi che ti porti il più in fretta possibile dove vuoi. Non c'è tempo per l'esitazione, il taxi si ferma, tu sali e lui parte ancora prima di comunicare al taxista la destinazione. Questa è la vita frenetica di New York. Al 3° piano del Port Authority, ci aspettava l'autobus per Central Valley, un'ora di strada in direzione New Jersey per giungere al Woodbury, uno dei più famosi outlets di New York. Se invece preferite fare acquisti a New York City, questo è il luogo più adatto per la maratona dello shopping. Dopo il Thanksgiving Day (giorno del ringraziamento festeggiato il 4° giovedì di novembre), nei negozi partono i saldi invernali e terminano circa entro il 10 di gennaio. Le vetrine scintillanti addobbate per il Natale che si trasformano quasi in piccoli teatrini musicali, questi negozi diventano una tentazione irresistibile anche ai meno sensibili ai peccati della griffe.
A partire dalla 5th Avenue, che rappresenta la via dello shopping per eccellenza, alle grandi arterie di tutta Manhattan, una continua carrellata di noti marchi della moda, arredi e decori per la casa. Una sbirciatina ai negozi dei celebri marchi americani come Abercrombie, Gap, Banana Republic, proprio non ci si può rinunciare. Qualche ora da Macy's? L'intramontabile Ralph Lauren con sconti fino al 70%? Perchè non entrare a vedere se troviamo qualcosa per i bimbi... e il papà???
Spostandosi nei quartieri di Soho, si entra in una fitta trama di piccole boutique, tantissimi laboratori creativi di nuove tendenze. Qui si trovano borse o accessori in edizione limitata, pezzi unici, sconosciuti, ma davvero originali.
E poi come si fa a resistere ad una sosta sognante davanti alle vetrine di Tiffany & Co di Wall Street? D'accordo, non sono scesa da nessun taxi indossando un abito da sera, e non avevo nessun caffè bollente in mano, ma per un attimo mi sono sentita davvero Audrey Hepburn che faceva colazione davanti alle vetrine di Tiffany!
Va bene..... quasi Audrey Hepburn...
Io entro! E quando mi ricapita più tutto questo luccichio?
Curiosi di sapere cosa attirava la mia attenzione?
Al piano superiore, divieto assoluto di fare foto, ma vi assicuro che lo scenario dall'alto era davvero spettacolare! Molto carino anche il Time Warner Center: un grande complesso fatto di negozi, aree espositive e ristoranti. Le due torri alte che sbucano da Central Park lo contraddistinguono. Qui è possibile entrare al Borders prendersi una cosa da bere e sfogliarsi uno dei tantissimi libri o riviste del negozio. Negli States non è raro trovare negozi di libri in cui si può godere della lettura sorseggiando un tè. Prima di uscire, non si può non restare affascinati dal gioco di luci dei fiocchi di Natale che pendono nel vuoto e accompagnano lo sguardo fino al Columbus Circle.
Vi ricordate il film "Big" interpretato da Tom Hanks? Sulla 5th Avenue e la 58th Street, praticamente davanti al cubo trasparente Apple, c'è un negozio davvero storico: F.A.O Schwarz; qui Tom Hanks ha girato la bellissima scena in cui suonava, saltellando qua e là, su una gigantesca pianola. Da F.A.O Schwarz è possibile trovare un mondo di giocattoli, peluche giganti, giochi per piccini e per adulti mai cresciuti. C'è anche la possibilità di dedicarsi ad attività manuali con i propri bambini e dipingere alcuni oggetti in ceramica.
Sulla 5th Avenue, l'ultimo giorno dell'anno proprio non ci si muove. Alle 6 di pomeriggio ci fermiamo vicino al Rockfeller Center. Con il cellulare chiamiamo i bimbi che sono rimasti a casa con la nonna. In Italia è già il primo gennaio e stanno festeggiando. In questo modo mi pare di festeggiare 2 volte l'arrivo del nuovo anno!
L'albero di Natale più grande della città sovrasta la pista di pattinaggio del Rockefeller Center. Luci e bandiere sventolano nell'aria gelida e questi angeli illuminati creano ancora un'atmosfera natalizia.
Prima di rientrare in hotel, ci si perde ancora una volta ad osservare le vetrine dei negozi che vendono americanate più assurde. C'è ancora in vendita qualche decorazione natalizia a prezzi scontatissimi.
Nella città degli super heros non poteva mancare un negozio a tema. T-shirt, cappellini di Superman e Batman e le mitiche booble heads: figure in plastica con la testa movibile. Anche Barack Obama è stato messo in vetrina tra i super eroi.
Io non resisto ed entro in un negozio per comprare la classica tazza bianca con scritto "I Love NY", dove al posto di Love c'è un cuore rosso. E poi...non posso tornare a casa senza quei poco vistosi occhiali a stelle e strisce dove al posto delle lenti ci sono le cifre 20-10! Perfetti per la notte di capodanno a Time Square. Farò invidia a Jennifer Lopez che dal palco mi chiederà di lanciarglieli!
In realtà i miei occhialini a stelle e strisce erano i più seri di tutti quelli visti la notte del 31 dicembre sotto la sfera luminosa che scendeva nel corso dei 60 secondi prima della mezzanotte.
Il 1° gennaio, una New York ancora assonnata faceva fatica a popolarsi di gente. Alle 9 di mattina la 5th Avenue era ancora deserta.
Dopo un'ora i taxi sfrecciavano lungo le strade e i marciapiedi brulicavano di gente, ancora frenetica, che entrava ed usciva dai negozi. Sembrava un qualsiasi giorno della settimana.
I tuk tuk ecologici a pedali, addobbati per dare il benvenuto al nuovo anno, iniziavano a raccogliere i turisti a Central Park.
Una mattina, colazione da Starbucks, dove per bere un caffè devi spiegare di che taglia lo vuoi, decaffeinato o normale, whipped cream or moka. Io optavo per un megamuffin ai mirtilli e un gingerbread latte, una sorta di cappuccino con aroma di gingerbread. Bollente, perfetto per scaldarmi le mani! La dolcissima frase sul bicchiere rendeva il mio capuccino ancora più dolce. Non male per iniziare la giornata.
Giornata che terminava a Park Avenue ...perchè per celebrare l'amore non serve un giorno speciale.
Nell'ultimo giorno di permanenza a New York, potevamo lasciare la stanza entro le 14. Bagagli pronti, miracolosamente siamo riusciti a chiuderli.
Attraversiamo la strada e ci ritroviamo subito in Central Park, ricoperta di neve. Passeggiata romantica per il parco pubblico più vasto d'America. Avremmo potuto vedere il Central Wildlife Center, un'area in cui 450 animali vivono nei loro ambienti naturali piuttosto che in gabbie, ma il tempo era davvero poco e poi volevamo riservare qualche visita a luoghi da condividere con i bimbi per un futuro ritorno a New York.
Domestici scoiattolini correvano qua e là per il parco, alla ricerca di cibo.
Oltre il lago, verso Central Park West, si trova il famoso Strawberry Fields.
In questa zona è dedicato un memorial a John Lennon, ucciso da un folle nel 1980 mentre usciva dal Dakota, un edificio per appartamenti situato all'angolo della 72° strada.
Silenzio e pace accanto al mosaico pavimentale con la scritta Imagine.
Prima di partire per l'aeroporto, facciamo una breve visita all'American Museum of Natural History, per intenderci il museo di storia naturale più importante al mondo, museo in cui hanno girato il film "Una notte al museo". Qui, i bambini possono davvero passare una notte dormendo tra scheletri di dinosauri e animali della foresta. Tra i vari programmi ludico-educativi, il museo propone visite notturne e la possibilità di dormire in sacco a pelo fra le creature preistoriche.
Qualche foto alla statua del più giovane presidente che gli Stati Uniti ebbero mai avuto ed a uno dei tantissimi suoi pensieri presenti sui muri del museo.
Poi... di corsa all'aeroporto. Arriviamo in Italia e già una domanda si pone: "quando gusteremo nuovamente la Grande Mela?"
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