Tanto per gradire

Da Iomemestessa

A te, che oggi, al telefono, con la sicumera propria dell’immane testa di cazzo che sei, ti sei permessa di chiedermi, con noncuranza se non mi sento in colpa a mollare mia figlia, per i prossimi dieci giorni per andare in un Paese a 20 ore di volo, rispondo qua, ciò che oggi per creanza, per decenza, e, soprattutto, per mancanza di tempo non ti ho detto.

Se mia figlia mi manchi o meno (e mi manca, in ogni istante che trascorro lontano da lei), se mi senta o meno in colpa (e mi ci sento qualche volta, non spesso, ma qualche volta sì), non è questione che io sia disposta a discutere con te.

O con chiunque altro. Sono, profondamente, cazzi miei, anche perchè, in tutti questi anni non c’è stata la fila alla porta per risolverli i cazzi miei.

E se tu hai un lavoro, cara, dipende dal fatto che povere teste di cazzo snaturate come me, si smazzano venti ore di volo per tirare il loro culo in un simpatico Paese in via di sviluppo, che però ha più quattrini per comprare di questa vecchia e asfittica Europa.

Quindi, cocca, non dar troppo aria ai denti, perchè se mi rompo le palle, io magari una soluzione la trovo, ma tu, col tuo culo di piombo piantato alla scrivania, col tuo timbrare alle 17, mai un minuto dopo, molto probabilmente quel culo ce lo avrai a terra, e, spiace dirlo, ma dopo oggi, non verserò per te una fottuta lacrima.

E con ciò si evince che sono di partenza. Ci si risente, nei prossimi giorni se dove mi trovo regge la connessione. Se no al ritorno.

Resta comunque la certezza che tra le conoscenze virtuali e quelle reali, vincono le prime 4-0. Un bacio a tutti/e.