D: Qual è l'ultimo risultato conseguito dai suoi studi?R: L'eccepibilità del detto: Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino.D: Perché non è un detto ineccepibile?
A: Deposito di lardo.
B: Raggio di residenza dei gatti previsto.
C: Zona dalla quale i gatti dovrebbero uscire spessissimo per
poter consumare l'apporto di calorie e grassi derivato dal con-
sumo di lardo.
D: Zona in cui si sono ritirati i topi, che nel frattempo prolifi-
cano e minacciano l'intera cittadinanza.
R: Con: Tanto va la gatta al lardo che ingrassa un bel po'. Un bel po' non è scientificamente granché preciso, ma le variabili sono troppe e si è preferito andare per approssimazione, allo scopo d'ottenere anche un effetto musicalmente accattivante per i giovani.D: Come si è giunti a questa nuova versione?R: Abbiamo calcolato le calorie che assumerebbe un gatto sfamandosi di solo lardo (non abbiamo indicazioni, infatti, che ci lascino credere che la gatta in questione abbia fonti diverse per alimentarsi), e le calorie che il gatto in questione consumerebbe per raggiungere il lardo e per prenderne la porzione desiderata. Abbiamo considerato il fatto che, essendo i gatti animali piuttosto territoriali ed anche molto intelligenti, è molto improbabile che vadano a stabilirsi in luoghi lontani dal loro deposito di lardo. Insomma, la conclusione più ovvia che abbiamo tratto è che il gatto ingrasserebbe terribilmente, assumerebbe proporzioni mostruose e forse presto morirebbe a causa di problemi cardiaci che però non abbiamo del tutto appurato. Tanto più che il detto non ci informa della possibilità che il produttore del lardo trovi il modo di impedire alla gatta di accedervi: Tanto va la gatta al lardo, implica che il felino abbia costante accesso a questo tipo di cibo.D: Cos'è quella scatola, dottore?R: Un esperimento alla Schrondinger.D: Cioè?
A: Ghigliottina.
B: Sofisticato meccanismo traditore.
C: Punto in cui va deposto il lardo.
D: Scatola di Schrondingen modificata.
A: Zampa di gatto protesa.
D: Scannerebbero i maiali? I gatti? R: Sissignore. E' inevitabile, è così che si ottiene il lardo. Ora... anche nel caso che avvenga qualche incidente sul lavoro, la probabilità che i gatti perdano zampini è improbabile e comunque non ha nulla a che vedere con il nostro detto, che diventerebbe: Tanto incauta fu la nostra gatta producendo il lardo, eccetera eccetera. D: Sssì. Senta... proviene un odore terribile da questa scatola. R: Oh, è probabile. Ma non lo percepisco, perché, vede, ho perduto il naso. Questo è di plastica. Vede? Vuole toccare? Quello naturale l'ho perso durante un esperimento, per convalidare l'idea, che mi sembrava assurda che ci voglia naso per gli affari. D: E? R: Ed era vero. D: E? R: E quindi, ovviamente, non sento più nessun odore. D: Guardi, le assicuro, se lei sentisse questa puzza, mi permetterebbe di aprire questa scatola.Lardo.
R: La apra pure ma faccia in modo che io non possa vederne il contenuto. D: Professore, c'è una cosa, qui dentro... R: Uno zampino di gatto? D: C'è del lardo. Ed una mano umana in avanzato stato di decomposizione. R: Oh. Sorprendente. D: Un anello. C'è scritto il suo nome. R: Oh! E' la mano di mia moglie. Mi aveva detto d'averla data ad un'amica per verificare quella cosa, quella dell'amica che ti da una mano. Mi ha mentito. Sì, mi ha detto una bugia. Adesso, mi scusi, devo scappare. Corro a verificare che non le si allunghi il naso o che le si accorcino le gambe. D: Certo, grazie, buongiorno. R: Arrivederci. D: Ah, professore... riguardo al detto: ci vuole orecchio... R: Cosa? D: Niente lasci perdere, arrivederci.