
Ma gli albini
sono miei fratelli?
Editoriale di “Enendeni”,
gennaio febbraio 2015.
“Enendeni” (“Andate”) è una rivista in swahili, prodotta dai missionari della Consolata in Tanzania.
Pendo è una ragazza di 15 anni della regione di Tabora.
La ragazza non scorderà mai più quel 5 agosto 2014: stava mangiando in casa sua, quando alcuni malviventi la assaltarono per mozzarle la mano destra, perché è... “albina”.
Qualche giorno dopo, il 16 agosto, un certo Ombeni minacciò apertamente di morte alcuni albini. Condotto in tribunale a Dar Es Salaam, ne uscì illeso, perché pagò la cauzione.
Alcuni albini, presenti a quel processo, protestarono con forza esigendo la verità sulle crudeltà cui sono sottoposti i loro compagni in Tanzania.
Finora gli albini sono stati zitti. Oggi però non ne possono più, e reclamano giustizia.
Due dati statistici: secondo Joseph Torner, membro dell’Associazione-Albini-Tanzania, recentemente 56 albini scamparono la morte, ma 11 restarono con gravi lesioni fisiche. Torner dichiarò: “Noi albini non abbaiamo pace neppure da morti. Infatti alcuni nostri defunti vengono addirittura dissotterrati, pur di impadronirsi delle membra dei loro corpi. Pertanto siamo costretti a seppellire i nostri cari in segreto, in tombe di cemento armato”.
Vivi o morti, gli albini sono carne da macello, data l’ignoranza e la stregoneria.
Fino a quando i tanzaniani crederanno che le mani mozzate di un albino sono dei portafortuna automatici e infallibili? La stregoneria sta trasformando alcuni uomini in bestie.
È una vergogna indicibile, una vergogna nota ad ogni livello fin dal 2000. Tuttavia, dopo ben 15 anni, gli albini continuano ad essere massacrati, mentre “le lacrime di coccodrillo” scorrono a rivoli.
Recentemente il governo ha proibito la pratica di “kupiga ramli” (la divinazione attraverso il “guaritore locale” o stregone). Troppo poco per tutelare gli albini.
Troppo poco, se non si individuano subito e non si registrano chiaramente “i guaritori locali”. Perché la maggioranza di essi opera ancora senza permesso, facendo affidamento sicuro sulla stregoneria?
Ed ecco il risultato: dal 2000 ad oggi le aggressioni ad albini sono state 153, con 76 morti e 34 mutilati in varie parti del corpo. E tutto resta “coperto”. Un cartello degli albini denunciava: “Il governo non ci protegge.
Jakaya Kikwete, presidente del Tanzania, arresta la crudeltà!”.
Nella bozza della nuova Costituzione del Tanzania, approvata dal Parlamento il 2 ottobre 2014, si legge che la nazione può gloriarsi giustamente di essere un paese dove regnano pace e serenità.
Pace e serenità anche per gli albini?
Francesco Bernardi,
direttore di “Enendeni”
