I rinoceronti bianchi del Parco nazionale del Serengeti sono importantissimi per l’economia del Tanzania.Più importanti di certo delle stesse vite umane di uomini e donne del Paese africano.
E’ quanto si evince da una notizia di cronaca recentissima, appresa sfogliando appena il “The Citizen” di Dar es Salaam.
Lo scorso anno sono arrivati, infatti, dal Sudafrica in Tanzania, con un’accoglienza quasi regale, dei meravigliosi esemplari di rinoceronti bianchi, una specie in via di estinzione, i quali erano destinati appunto al Parco nazionale del Serengeti.
E fin qui tutto di bello e di buono, specie per chi è amico degli animali e li rispetta.
Il mese scorso, però ,accade che uno di questi esemplari, quello di nome George, muore. Subito la polizia pensa alla piaga dei bracconieri ed interviene piuttosto pesantemente anche per mettere al riparo- sostiene- gli altri animali della riserva.
Parte così una vasta operazione di polizia e, setacciando villaggio per villaggio, alla fine s’individuano, senza troppi distinguo, quattro colpevoli.
Quattro persone qualsiasi.
Colpevoli senza che la polizia avesse in mano neanche uno straccio di prova.
Non è stato ritrovato ovviamente nemmeno il preziosissimo corno sul quale poter eventualmente lucrare.
I malcapitati vengono comunque portati alla stazione di polizia e lì percossi brutalmente, fino allo stremo,affinché confessino.
La confessione però non viene fuori nemmeno sotto tortura. Anzi uno dei quattro uomini viene restituito cadavere alla famiglia.
Cos’ è accaduto nel mentre?
La versione ufficiale dei poliziotti è che l’uomo, nel tragitto, si sarebbe volontariamente gettato dall’auto in corsa. E non ci sono prove sulla veridicità o meno, come è facile immaginare.
Una quasi- verità viene fuori dai sopravvissuti, che riferiscono ai familiari della vittima.
La verità vera invece è che la polizia in Tanzania ha sovente la mano pesante. Lo stesso presidente, Jakaya Kakwete, da poco rieletto alla guida del Paese ,ha pensato bene, infatti, d’investire risorse in rangers ed aerei in quanto, a suo avviso, la minaccia del bracconaggio nuoce agli sforzi costanti di salvaguardia della natura del Tanzania. E pare anche che parte del denaro dovrebbe arrivare nelle casse dello Stato dal miliardario indiano Mukesh Ambani, il quale,accanto agli affari cui intende dare corso laggiù con la complicità del potere costituito, ha discusso ampiamente e a lungo con il ministro dell’Ambiente ,Maige, proprio sulla salvaguardia dei rinoceronti.
Ma c’è un precedente episodio, che porta, ancora una volta, a dover necessariamente riflettere sull’operato della polizia in Tanzania.
E questa volta i rinoceronti bianchi e la biodiversità da salvaguardare non c’entrano affatto.
Mesi addietro, prima di questo accaduto, viene arrestato e trovato poi morto un giovane studente della secondary school, il quale era accusato di essere implicato in un furto di un pollo.
Ancora una volta le maniere eccessivamente spicce della polizia tanzaniana si sono rese colpevoli di un assassinio, che non verrà mai né scoperto, né punito.
Ecco perché la parola “cambiamento”, anche se niente sarà facile, comincia ad entrare sempre più di frequente nei discorsi della gente comune.
E, quasi certamente, portatori del cambiamento saranno soprattutto i giovani nei prossimi anni, i quali, secondo il professor Mwesiga Baregu,tanzaniano, studioso di scienze politiche, credono nella possibilità di alternative contro un potere attualmente troppo egemonico, che non esita a servirsi anche della violenza spicciola, pur di non vedere intralciati quelli che sono i propri programmi e, semmai, all’occorrenza , anche il proprio tornaconto.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)