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Il Taobuk è un festival internazionale del libro tra i più importanti d’Italia e del Mediterraneo, che ha restituito a Taormina quel primato di capitale della letteratura di cui per gran parte del Novecento aveva goduto la città, musa ispiratrice e meta prediletta di grandi scrittori, da Tennesse Williams a Truman Capote.
In occasione dell’edizione 2014, nella cornice della terrazza dell’archivio storico, si è svolto ieri pomeriggio un incontro con Giuseppe Catozzella, finalista al Premio Strega 2014 e vincitore del Premio Strega Giovani 2014 con Non dirmi che hai paura Feltrinelli). Ad introdurre ed intervistare lo scrittore la sociologa e saggista Graziella Priulla.
Lo scrittore ha raccontato di trovarsi in Somalia alla ricerca di spunti per un nuovo libro, quando un giorno ascoltando Al jazera ha sentito un discorso relativo allo sport e a Samia e da lì è nata la voglia di ricostruire la sua storia, di farla conoscere, di raccontarla. Grazie ad una mediatrice culturale è riuscito ad incontrare dei conoscenti di Samia, ma l’incontro più importante è stato e rimane quello con la sorella, che adesso vive ad Helsinki. Lo scrittore ha sottolineato come il suo intento fosse quello ci riuscire a raccontare la storia nel modo più semplice e diretto partendo dai fatti che gli sono stati raccontati per poi entrare dentro la storia e donarle “l’universalità della letteratura”. Come ha sottolineato Graziella Priulla è davvero difficile riuscire a raccontare con tale empatia questa storia, visto che è un personaggio femminile molto forte e si fa portatore di un messaggio di emancipazione e riscatto.
Non dirmi che hai paura è un romanzo intriso di sentimenti, di emozioni, che è stato letto soprattutto nelle scuole e dai giovani, pubblico insperato dall’autore, che ha partecipato a moltissimi incontri proprio con gli studenti. Da una collaborazione tra lo scrittore e l’ONU, ne è stato nominato ambasciatore, è stata stabilita una data, il 18 agosto, in cui ricordare Samia attraverso una corsa in Somalia, quest’anno purtroppo a causa della guerriglia e dell’allerta molto alta non è stato possibile aprire le porte della base ONU a tutti gli abitanti di Mogadiscio; la corsa ha visto protagonisti lo scrittore, la famiglia di Samia, i militari somali; ma da questa collaborazione è stato raggiunto un obiettivo ancora più importante vale a dire il ricongiungimento in Finlandia di tutta la famiglia di Samia.
Il tema cardine del dibattito è stato il fenomeno della migrazione. Come hanno sottolineato sia la sociologa che lo scrittore, stiamo assistendo ad una nuova forma di olocausto e il Mediterraneo sta diventando un cimitero di anime e speranze. La storia di Samia vuole soprattutto dare un volto e un cuore ai migranti, e proprio perchè il suo messaggio risuoni sempre con più forza Non dirmi che hai paura ,che è diventato ormai un caso internazionale, in corso di pubblicazione dai più grandi editori in tutto il mondo, è stato acquistato dalla Leone Film Group Spa per essere trasformato in un film.
Isabella D’Amore