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Tapenade. E ogni piano di fuga andò in fumo.

Da Birdin
Ammetto che da quando vivo a Roma in pianta stabile, ormai quattro anni, ho passato un bel po' di tempo a escogitare piani per salpare gli ormeggi.Piani a volte timidi, come un semplice cambio di quartiere, con annesse ricerche su internet per valutare aree verdi, servizi, mercato immobiliare.Per spingermi poi anche fuori dai confini metropolitani. E diciamo pure che Roma offre colli strepitosi nelle sue immediate vicinanze. Ma i piani più tenaci e ricorrenti sono stati senza alcun dubbio quelli che mi hanno portato a girare con la mente per l'Italia nascosta e semisconosciuta e bella in modo, secondo me, umile e commovente.Tra i progetti duri a morire ci sono, infine, quelli che ci vedono, me Tonino e la Kina, in giro per l'Europa, con speciale predilezione per tutto quello che è a Nord. Parecchio a Nord.Tutto questo sta lentamente (è innegabile) cambiando e mi sono ritrovata a notare più di una volta, ultimamente, che sto smettendo di progettare la fuga. Piano piano sto cominciando anche qui a sentirmi a casa.Non vorrei essere fraintesa: come raccontavo a un'amica lontana, ma vicina nelle strade del cuore, Roma lascia in me delle sensazioni che credo nessun posto del mondo potrebbe restituirmi. L'ho attraversata negli ultimi sedici anni molto spesso a piedi, molto spesso da sola, in momenti di cambiamento, incertezza, riflessione. In momenti di fermento creativo, di entusiasmi più o meno giustificati e Roma era lì, a lasciarsi scoprire in vicoli ombrosi e umidi, nei silenzi inaspettati di un ponte sul Tevere, nei muri ricoperti d'edere a Trastevere.Ma quella degli ultimi anni è stata per me una città spesso difficile e lontana e che mi ha fatto sentire, non poche volte, sola.E' che ho smesso, però, di progettare la fuga nel momento in cui ho trovato la possibilità di costruire relazioni che non mi lasciavano dubbi. Relazioni che non lasciavano alcun dubbio sul fatto che io non potrei essere, in questo momento della mai vita, in un posto migliore di questo.Questi incontri hanno tutti in comune un elemento che mai m'avrebbe lasciato presagire alcun sospetto: il blog. Eppure è vero, quando si legge di blogger che trasmettono la gratitudine per quello che il blog regala alla propria vita, non c'è retorica.E così è stato che incontrare Rossella mi ha fatto sentire a casa. Stare con lei mi fa sentire di tornare, in qualche modo, da dove sono venuta e davvero senza più bisogno di evadere e le sono profondamente grata per tutto quello che c'è tra di noi, per tutto quello che è capace di trasmettermi.E Serena, che se fossimo vicine di casa i nostri principi azzurri se ne andrebbero in giro con foto segnaletiche per capire in quale diamine di nuovo posto potremmo essere andate a cacciarci...E poi c'è Laura, conosciuta ad ottobre in un giorno che a ripensarci mi sembra così vicino così lontano...Un giorno in cui per andare in un posto arciconosciuto, dove avevamo appuntamento, sono stata capace di perdermi da subito, all'uscita della metropolitana, camminando svelta come una pazza per tutto il quartiere in cui non facevo altro che incontrare gente a spasso col cane che continuava a dirmi: "ssì, sì certo, lo conosco, dove si mangia siciliano...fa' tutta la strada fino in fondo e poi chiedi di nuovo, ché è lontano..."Laura, sappi che quella sera, dopo essere state insieme per tutto il pomeriggio, una volta a letto non riuscivo a prendere sonno per come ero felice di averti conosciuta. E forse, chissà, proprio dopo quell'ultimo inconsapevole tentativo di fuga intorno a Piazza Bologna, proprio allora quasi quasi ho smesso di progettare la fuga...In ricordo di quel pomeriggio e del Mediterraneo che tanto amiamo, ancora una volta questa tapenade, amica mia, è per te.

p.s. abbiate ancora un po' di pazienza per l'header, il povero Maurizio è a letto con l'influenza...mica l'avrò fatto stancare troppo? ._.p.p.s. anche se ho più o meno accantonato i tentativi di fuga...emhh...se qualcuno volesse offrirmi una possibilità dalle parti di Brighton, per esempio...ecco, potrei anche rivedere le mie posizioni! ;)Tapenade. E ogni piano di fuga andò in fumo.ingredienti400 g di olive nereun cucchiaio di capperi sotto sale1 spicchio di aglio5/6 acciughe sott'olio4 cucchiai di pinoliolio e.v.o. (circa tre cucchiai)sale, solo se necessarioDenocciolare le olive, sciacquare le acciughe e i capperi sotto l'acqua corrente e sbucciare l'aglio, privandolo dell'anima centrale. Scaldare in un pentolino i pinoli perché rilascino gli oli essenziali. Mettere tutto in un contenitore e frullare. Aggiungere l'olio a filo (io faccio sempre ad occhio, ma tre cucchiai sono più che sufficienti), assaggiare per sentire se c'è bisogno di un'aggiunta di sale.


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