Cari lettori, oggi è un nuovo giorno che porta con sé un nuovo libro, quindi una nuova tappa dello speciale su “I Figli della Terra”. Quello che vedremo oggi nel dettaglio è, dei sei romanzi, il più discusso, perché oggetto di commenti e recensioni in netto contrasto. “Le Pianure di Passaggio” è, proprio come accenna il titolo del libro, un capitolo di “passaggio”. Ayla ha ormai conosciuto molti rappresentanti degli “Altri”, quindi questo elemento è superato ed assodato. Anche la sua storia con Giondalar ha raggiunto il punto in cui sono molte le certezze della coppia. Sarà quindi il tema del viaggio a fare da colonna portante alle varie vicende che si dipaneranno nelle 763 pagine. Ed è qui che arrivano le discordanze.
Per quanto mi riguarda, posso dire che mi trovo a mio agio in una via di mezzo: i paesaggi, dipinti con cura, sono descritti con tocchi delicati, ma si può anche dire che dopo un pò, per quanto belli, iniziano a stancare, rallentando il ritmo esageratamente. I popoli che ci vengono presentati sono tutti interessanti, ma, forse perché molti e trattati con leggerezza, non lasciano il segno.
Sarebbe forse stato più auspicabile avere meno tappe ma più ricche, con più aneddoti. Un peccato ad esempio che tra gli Sciaramudoi non ci fosse più Serenio: sarebbe stato piacevole vederla interagire con questo nuovo Giondalar e con Ayla. Anche l’incontro con la cugina, Gioplaia, rimane evanescente, nonostante la ricchezza di sentimenti che pervade il capitolo. Particolareggiata e con quel quid in più, è la vicenda che ha per protagonista Attaroa: donna forte e con un burrascoso passato, che guida un gruppo di novelle amazzoni. LE PIANURE DI PASAGGIO
(The Plains of Passage)
Per intraprendere un viaggio che nessuno ha mai tentato: attraversare un intero continente per raggiungere, forse, quell'insediamento dal quale anni prima Giondalar era partito... Li attendono lande desolate, abitate da tribù violente e animali feroci, solcate da fiumi tumultuosi, segnate da imponenti montagne e immani ghiacciai. Oltre tutto questo la promessa di un luogo che potrà essere la loro dimora. Riusciranno a giungervi?
Ecco cosa si dice del libro sul sito di Jean Auel: (traduzione a cura di Valentina Bettio, fatta in esclusiva per Diario di Pensieri Persi)
Le pianure di passaggio Quarto libro della Saga dei Figli della Terra
"Avvincente." — Boston Sunday Herald
"Puro intrattenimento... esilarante." — Los Angeles Times
Ayla non conserva alcun ricordo del proprio popolo: è sempre stata “altro”. Giondalar, invece, arde dal desiderio di riunirsi al proprio popolo, di tornare a casa. Per questo, insieme lasciano il calore confortante dei focolari dei Mamutoi per attraversare le proibitive pianure ghiacciate dell’Era Glaciale di quella che, decine di migliaia di anni dopo, sarebbe diventata l’Europa. Con la compagnia degli animali che entrambi hanno imparato ad amare, iniziano un viaggio ardito e pericoloso – lontano dall’abbraccio degli amici che entrambi hanno conquistato durante la permanenza con i cacciatori di Mammoth. La loro odissea si estende lungo un continente piacevole ma infido e scarsamente popolato, mettendo alla prova la coppia presso i gruppi di stranieri. Alcuni rimarranno incuriositi da Ayla e Giondalar, con le loro abilità innovative; altri li eviteranno, minacciati da ciò che non possono capire; e alcuni li minacceranno. Giondalar viene addirittura catturato da una pazza e dalle sue Donne Lupo e deve essere salvato da Ayla e Lupo con un’audace incursione. La stessa Ayla verrà sfidata, quando la piccola compagnia dovrà attraversare l’inospitale ghiacciaio. Nel mentre, il sonno di Ayla è disturbato da sogni in cui Creb, il Mog-ur del Clan morto da tempo, le mostra una visione di uno strano strapiombo di roccia. E’ un posto che lei non ha mai visto – un luogo che trova un po’ strano, un posto che sa che troverà durante questo viaggio. Ma non sa se quello sia un posto da temere o se si tratta della casa che ha sempre anelato possedere.
“Un branco di Mammut lanosi si muoveva con molta agitazione: era stato il loro pascolare ad aprire la radura al margine della regione dell’erba alta:un mammut adulto aveva bisogno di quasi trecento chili di foraggi ogni giorno, e un branco poteva spogliare in fretta un’area considerevole dalla vegetazione. [...] A prima vista il colore dei mammut lanosi era di un bruno rossiccio, ma a un’osservazione più attenta rivelava molte variazioni della tinta fondamentale. Alcuni erano più rossastri, altri più marrone, alcuni tendevano al giallo o all’oro, altri sembravano neri in lontananza. I folti velli a doppio strato li coprivano interamente, dalle proboscidi e dalle orecchie eccezionalmente piccole fino alle code tozze che terminavano in ciuffi scuri, e alle zampe e ai grossi piedi. I due strati di pelo contribuivano alla differenza di colore.”
Le critiche però non si riferiscono ad un singolo caso, ma a molti. Tante descrizioni: di valli, fiumi, animali piante. Tutto ciò che tocca gli occhi di Ayla e Giondalar diventa protagonista per almeno una pagina buona. Così, la voglia di far vivere al lettore ciò che vive il protagonista, di far vedere e sentire tutto, in maniera minuziosa, rischia di rallentare troppo il ritmo, finendo per annoiare. Ecco quindi la critica che ha perseguitato questo quarto capitolo, che lo ha inserito nella categoria dei “noiosi”.
Personalmente ho trovato alcune digressioni molto suggestive, interessanti ed efficaci, ma, concordo con che in 763 pagine ce ne sono veramente troppe. L’altra critica è rivolta alla mancanza di un elemento che rimanga scolpito nell’immaginario dei lettori e che leghi il libro al suo ricordo. Se per “Ayla figlia della terra” è il clan, per “La valle dei cavalli” l’incontro con Giondalar e per “Gli eletti di Mut” i mamutoi e Ranec, qui non sentiamo un legame particolare con nessun evento, nessun popolo in particolare. Gli Sciaramudoi, Gli Adumai, I Losadonu sono piacevoli da incontrare, ma scorrono via veloci, senza fissarsi. Discorso diverso si può fare per i Sarmuni: il loro essere così peculiari per struttura gerarchica, che precorre il mito delle amazzoni, la storia pregressa del loro capo, presenta una notevole potenzialità.
“Giondalar si guardò intorno. Un’altra donna lo fissava. Era alta, molto muscolosa e con lineamenti forti, i capelli castani e gli occhi scurissimi. Non distolse lo sguardo, anzi lo scrutò apertamente. Aveva l’aspetto di una donna che in condizioni normali lo avrebbe attratto: ma il sorriso lo metteva a disagio.”Nonostante questi elementi, “Le Pianure di Passaggio” resta un libro che consiglio di leggere, anche perché parte di una saga. Non si può essere arrivati alla fine degli “Eletti di Mut” e non voler sapere cosa c’è nel futuro dei due giovani. Fondamentalmente, questo è un libro di passaggio, dove il viaggio la fa da padrone. Un libro che probabilmente non aveva lo scopo di introdurre cose nuove, ma solo far progredire i protagonisti nella ricerca della Nona caverna degli Zelandoni.
CURIOSITA’ Come abbiamo detto, il tema del libro di oggi è il viaggio. Un viaggio tra i sogni e gli spiriti, per un’Ayla dai poteri sempre più spiccati, ma un viaggio anche fisico, pieno di insidie e fatica, oltre che d’incontri. Incontri con genti diverse, per cultura ed usi. Nomi diversi, abitazioni diverse, ma che alla fine hanno sempre qualcosa in comune, una base di partenza uguale, per così dire. L’estratto, tradotto in esclusiva per Diario di Pensieri Persi da Giulia Marengo, va a scavare in questa diversa ugualianza. Ecco dove l’autrice ha preso spunto, per i diversi gruppi. Ecco come sono nati e quali sono le loro caratteristiche.
“Cercando tracce di come vivessero i miei personaggi, ho svolto ricerche su quasi ogni comunità di cacciatori al mondo. Questo include gruppi come gli Inuit, i Chuckcees; i primi Lapponi e Aini; Atabaskani; Dakota, Cree e Sioux, e la maggioranza degli altri nativi americani dal nordest alla Florida del Sud. Successivamente, ho svolto ricerche sui nativi del Sud America, Africa, Polinesia e, ovviamente, gli Aborigeni”. — Jean M. Auel.
Attraverso tutto il ciclo dei Figli della Terra, Ayla convive o incontra gruppi e società diverse. Vediamoli insieme.
Il Clan: Gli appartenenti al Clan dell’Orso delle Caverne, e degli altri Clan che i lettori hanno incontrato nei libri, sono uomini di Neanderthal. I Neanderthal, chiamati Homo Sapiens neanderthalensis o Homo neanderthalensis, sono stati fra i primi umani a vivere al di fuori delle zone temperate del globo. Gli scienziati dibattono se siano una sottospecie di Homo Sapiens (l’uomo moderno), o una specie a sé stante; prove del DNA dimostrano che potremmo aver avuto un antenato in comune con i Neanderthal, più di 500.000 anni fa. Altrettanto controversa fra gli scienziati è la teoria secondo la quale Neanderthal e altre specie di uomini moderni possano essersi incrociati, sebbene ci siano alcune prove a supporto di questa teoria; lo vediamo nel figlio di Ayla, Durc (Clan dell’Orso delle Caverne). Dalle prove disponibili, è plausibile che i Neanderthal si siano estinti fra i 24.000 e i 30.000 anni fa. Gli appartenenti al Clan, fra cui Creb, Iza, Broud e altri, sono descritti come gli antropologi descrivono i propri ritrovamenti: sono all’incirca alti fra 5 e 5,6 piedi, e hanno una costituzione robusta e massiccia. Braccia e spalle sono decisamente forti. La struttura del cranio dimostra la presenza di un cervello di dimensioni rilevanti, con un lobo frontale pronunciato e mascelle sviluppate, ma senza mento. Le fronti marcatamente digradanti danno adito al termine spregiativo che gli estranei usano per descrivere il Clan: “teste piatte”. Molte delle prove raccolte presso siti come La Chapelle-aux-Saints (France) e Shanidar (Iraq) indicano che i Neanderthal si occupavano degli anziani, degli infermi e dei menomati. Usavano utensili e armi, potrebbero aver creato forme d’arte o oggetti decorativi, e avevano un modesto controllo del fuoco. Reperti Neanderthal sono stati trovati a oriente fino all’estremo Shanidar, e a occidente fino al Galles. La parola “Neanderthal” proviene dalla valle Neander, vicino a Düsseldorf (Germania), il luogo dove venne rinvenuto uno scheletro parziale nel 1856.
Gli Zelandoni: Gli Zelandoni sono Cro-Magnon, considerati i primi uomini moderni (homo sapiens sapiens). I Cro-Magnon (chiamati così dal sito dove i primi resti vennero identificati, “Abri de Cro-Magnon”, “rifugio roccioso della grande caverna”, vicino a Les Eyzies-de-Tayac-Sireuil nella Francia sudorientale) coabitarono con i Neanderthal per circa 10.000 anni. Le autorità non sono d’accordo sulla natura di tale coesistenza e sul grado di fusione e cooperazione fra i due popoli. I Cro-Magnon erano alti fra i 5,5 e i 5.7 piedi, anche se ci sono esempi ben oltre i 6 piedi. In generale, sono più robusti e hanno crani più grandi degli umani moderni. Hanno orbite rettangolari, molto distintive, e arti longilinei. E’ impossibile determinare il colore di occhi e capelli, ma le prove indicano che avrebbero potuto avere la pelle chiara. Ayla, Jondalar e la sua famiglia (fra cui Marthona, Thonolon e Folara) sono Zelandoni, chiamati “gli Altri” dal Clan. Molti dei popoli che Ayla e Jondalan incontrano nel loro cammino (dalla Valle dei cavalli alla Terra delle Caverne Dipinte) sono tribù che rientrano in questa classificazione. I Cro-Magnon sono un popolo seminomade, che segue i grandi mammiferi che caccia. Sono stati rinvenuti resti di rifugi di pietra, e alcuni costruiti con ossa di mammuth. Le famose caverne di Lascaux, ornate da meravigliose pitture rupestri, indicano che i Cro-Magnon erano un popolo che teneva in considerazione la cultura, l’arte e gli artisti. Questa teoria è supportata ulteriormente dai numerosi reperti di utensili, oggetti decorativi in ceramica, e armi di forme ingegnose trovati con scavi archeologici nei primi insediamenti della penisola arabica, attraverso l’Europa e perfino nelle Americhe.
Gli Sharamudoi: I Sharamudoi, in realtà, sono suddivisi in due gruppi: gli Shamudoi, che vivono sulla terraferma; e i Ramudoi, che vivono su piattaforme galleggianti ancorate alla riva del Fiume della Grande Madre. Ogni gruppo ha abilità perfettamente adeguate al loro stile di vita. Anche loro sono Cro-Magnon, o “Altri”. La loro cooperazione si basa su un sistema di accoppiamento incrociato, che fona le basi sulla praticità e lo spirito di sopravvivenza. Quando una coppia Ramudioi decide di procreare, si unisce a una coppia di Shamudoi, e viceversa. Durante i mesi più rigidi dell’anno, i Ramudoi tornano a terra e vivono con la coppia con cui si sono “scambiati”. Jondalar e Thonolan incontrano gli Sharamudoi per la prima volta nel viaggio descritto in “La valle dei Cavalli”. Mentre è con loro, Thonolan si unisce a Jetamio, una donna Shamudoi; la sua morte, avvenuta durante il parto, lo lascia devastato. Le abilità che Jondalar apprende fra questa gente gli verranno utili quando con Ayla affronterà grossi ostacoli durante il suo viaggio, descritte ne “I cacciatori di Mammuth” e “Le pianure del Passaggio”.
Gli Hadumai: Si sa poco sugli Hadumai: Jondalar e suo fratello rimasero brevemente con loro durante il loro viaggio verso Est, e quando Jondalar e Ayla iniziarono a dirigersi a ovest, incontrarono solo un gruppo di cacciatori. Haduma, la matriarca degli Hadumai, è stata la capostipite di cinque generazioni; quando Jondalar e Thonolan li incontrarono, Haduma richiese a Jondalar di essere l’uomo per il Primo Rito della sua discendente Noria. Haduma desiderava che Noria avesse un figlio da Jondalar, che avesse i suoi stessi occhi blu: quel bambino sarebbe stata la sesta generazione. La maggioranza degli Hadumai non parla alcuno degli idiomi dei popoli vicini: soltanto Tamen , figlio di Haduma, riusciva a discorrere con Jondalar e Thonolan in un Zelandonii esitante, ma comprensibile. Quando Jondalar e Ayla incontrarono i cacciatori, Tamen non era fra loro. Grazie a qualche pantomima e alcuni nomi propri, Jondarlar riuscì a scoprire che Haduma, dal loro ultimo incontro, era spirata, e che Noria aveva effettivamente avuto un figlio con i suoi occhi blu, come Haduma aveva desiderato. Non ebbe modo di verificarlo, tuttavia, a causa delle difficoltà comunicative.
I Mamutoi: Ayla e Jondalar incontrano per la prima volta i Mamutoi in “I cacciatori di Mammuth”. L’autrice li ha denominati “I figli della grande terra che cacciano i mammuth”, e sono Cro-Magnon, o “Altri”. I Mamutoi vivono nelle steppe a est del Mare di Beran, e si servono di ogni singola parte degli enormi mammuth che cacciano giornalmente. Si organizzano in Campi, e all’interno di questi Campi si dividono in Focolari. I Focolari sono identificati con nomi di animali, e i Capi dal nome del Focolare del capo del Campo. Un tratto distintivo di questa società è che fratello e sorella hanno la direzione congiunta del Campo; gli eredi di un uomo non sono i figli del proprio Focolare, ma quelli della sorella. Organizzano un incontro ogni estate, in cui si tengono cerimonie come i Primi Riti e i matrimoni, e cacce e giochi. Durante gli incontri estivi, il Consiglio delle Sorelle e il Consiglio dei Fratelli dei Mamutoi si incontrano, assieme ai vari membri dei Focolari dei Mammuth. Il Focolare del Mammuth è il termine Mamutoi per definire Coloro che servono la Grande Madre Terra; Ayla venne adottata nel Focolare del Mammuth quando divenne membro del Campo del Leone.Non manca ormai molto alla tanto attesa data di uscita di "La Terra delle Caverne Dipinte". Ma un giorno, per lettori accaniti come noi, può essere tremendamente lungo, quindi vi invito a passarlo con noi per la quinta tappa di questo speciale. Domani incontreremo finalmente gli Zelandoni, il popolo di Giondalar. Come sarà accolta Ayla? Quanti cuori infrangerà Giondalar con la sua scelta di stringere il Nodo con quella straniera?
Vi aspettiamo!