“Dove vivete”? Con questa domanda il comitato ambientalista Taranto Lider interviene sulla questione Ilva ormai non più di portata locale bensì nazionale. Con un comunicato rivolto ai mass-media nazionali il gruppo dei cittadini-ambientalisti chiede di cosa si sia occupata la stampa nazionale in questi cinquant’anni mentre la città di Taranto veniva ammorbata dall’attività del polo industriale.
Scrivono: “Ma lo sapevate, 20 giorni fa, che se chiude l’Ilva di Taranto, chiude la siderurgia italiana e crolla buona parte del PIL italiano? Uh!!!! E sapete che questo argomento continua ad essere indebitamente e vergognosamente usato per fare pressioni sulla magistratura, potere che dovrebbe poter lavorare in assoluta indipendenza soprattutto dalle ingerenze di natura politica? E sapete che gli operai sono stati costretti a scioperare ed hanno bloccato la città da una perversa collaborazione fra sindacato e dirigenza Ilva mentre all’interno si produceva a pieno regime, facendo però passare il messaggio che i giudici avevano messo i sigilli allo stabilimento e che tutti sarebbero rimasti senza lavoro?“
Dure parole rivolte alla stampa quelle di Taranto Lider utilizzate per denunciare quanti a livello nazionale non hanno mai voluto raccontare la vera storia della città binare e rivolte nei confronti di chi ha invece manipolato questa vicenda per mettere sotto pressione la magistratura tarantina che, aprendo una indagine per disastro ambientale, si è vista costretta a mettere i sigilli nell’area a caldo dello stabilimento Ilva di Taranto il quale rischia la chiusura.
Il comunicato prosegue: “E lo sapete che la contestazione ai rappresentanti dei tre sindacati confederali, venuti a fare vetrina, non è stata opera di un manipolo di Cobas e centri sociali bensì di operai autodefinitisi comitato di “cittadini ed operai liberi e pensanti”? E lo sapete che gli operai veramente tarantini sono circa 4.000? E lo sapete che, pur avendo Taranto tutto questo fior fiore di industrie (Ilva, Raffineria Eni, Cementir ecc) è una fra le città italiane con il più alto tasso di disoccupazione, circa il 30%? E lo sapete che Riva , pur avendo sempre bilanci in attivo, usufruisce degli ammortizzatori sociali quali la cassa integrazione guadagni che tutti i cittadini italiani pagano? Bene. Se lo sapevate già, eravate in malafede. Se non lo sapevate state pontificando sul nulla“.
Parole queste che a dire il vero potrebbero essere rivolte anche a molte testate della stampa tarantina che per anni hanno utilizzato i guanti di velluto nei confronti dei Riva. Sembra strano infatti come alcune tv locali mai hanno trasmesso, giusto per fare un esempio, i filmati-denuncia realizzati dal presidente del Fondo Antidiossiona Taranto Onlus, Fabio Matacchiera, nei quali si vedevano come la città era sotto una morsa infernale di polveri e fumi durante la notte. Alla fine, quei fumi, si sono rivelati mortali.
Solo le ultime intercettazioni ambientali tra l’ex addetto alle Relazioni esterne del Gruppo Riva, Girolamo Archinà, ed alcuni dirigenti e proprietari dell’Ilva sembrerebbero aver spiegato il perché la stampa locale, seppur non tutta, non abbia voluto affrontare la questione ambientale. Tutto questo in cambio di denaro.
Il comitato conclude così il suo intervento: “Credete di fare informazione? Ciò non depone molto a favore della vostra deontologia professionale. Un consiglio. Andate a leggervi le perizie degli epidemiologi (gentecon curricula stimati a livello internazionale), andate a leggervi le motivazioni delle ordinanze del gip Patrizia Todisco e poi venite con un pullman G.T. a farvi una passeggiata fra i viali del cimitero cittadino dove le fontanelle donate dalla famiglia Riva si frappongono alle tombe dei molti defunti deceduti per cancro che neppure nell’ultima dimora possono evitare di essere ricoperti dalla polvere di minerale. E non finisce qui. La grande acciaieria, la grande raffineria, il cementificio, non hanno mai nemmeno previsto benefit per la città come sconti sui carburanti, teleriscaldamento ecc.? Persino l’ospedale avrebbero privatizzato se Don Verzè non fosse fallito e passato a miglior vita. Infine, vi consigliamo vivamente di documentarvi circa la storia di Taranto: capitale della Magna Grecia, unica fondazione spartana dell’Italia meridionale nata nel 706 a.C. Altro che vocazione industriale“.
Insomma parole che dovrebbero portare tutti, in primis noi che facciamo informazione, a riflettere sulla vicenda e a non farci condizionare da chiunque volesse strumentalizzare una storia, quella di Taranto, che vede protagonista la città di un disastro sanitario che allo stato attuale non ha eguali.
No, su questa vicenda che vede la morte di centinaia di cittadini e forse la perdita di centinaia di posti di lavoro non si può giocare e fare audience. Le notizie devono essere date così per come sono, senza ritocchi. In questa vicenda gli unici ad essere soccombenti sono proprio loro, i cittadini di Taranto. Loro meritano il massimo rispetto da noi.
Lettera di Antonello Corigliano
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