Poco prima che iniziasse a parlare dalla platea una rappresentante dei lavoratori della Rai rivolgendosi alla Tarantola ha detto: «Mi piacerebbe che il presidente leggesse la nostra mozione, siamo in assemblea permanente, messi in ginocchio dal governo Renzi, credo che la presidente abbia il dovere di essere partecipe dei problemi della Rai, si chiudono il 50% delle sedi regionali, si chiudono canali, Renzi ha chiesto tagli di 150 milioni di euro sugli introiti del canone e queste non sono bazzecole».
Anna Maria Tarantola ha prontamente risposto: «Sono perfettamente consapevole di ciò che sta succedendo, conosco i miei compiti e le mie responsabilità, e so che questo convegno si svolge in un momento delicato per la Rai. Sono consapevole che il decreto 66 richiede un introito di 150 milioni per la Rai, questa non è la sede per parlarne ma posso dire che il Cda ha assunto iniziative di sua competenza come avviare i necessari approfondimenti e individuare le azioni possibili
Venendo al futuro della Rai, ha spiegato: «I servizi pubblici devono essere posti in condizione di essere autonomi, indipendenti, efficaci, solidi, trasparenti e tecnologicamente avanzati. Devono essere capaci di trasformarsi da emittenti radiotelevisive a media company capaci di operare su tutte le piattaforme e con tutti gli strumenti. Questo processo l'abbiamo avviato in Rai con il piano 2013 e dobbiamo capire come attuarlo in vincolo del decreto 66». Inoltre, ha aggiunto, «credo che i servizi pubblici debbano continuare a fare tre cose, che fanno da sessant'anni: educare, informare e intrattenere con i linguaggi adatti a tutti, è un fattore di democrazia e libertà per i cittadini. Tutti, nessuno escluso, hanno diritto di essere informati o divertiti senza doversi rivolgere alle pay tv».
Per realizzare tutto ciò, però, «servono merito, competenza, governance e certezza dei mezzi finanziari e direi no a interferenze nel corso del processo. Si deve operare su più fronti, alcuni alla portata della Rai, altri no. Sta a noi continuare con determinazione, impegno e condivisione interna dell'obiettivo della massima efficienza, spostando in basso la curva dei costi, puntando sull'efficacia gestionale e adottando un'organizzazione adeguata al nuovo contesto».
Per Anna Maria Tarantola «bisogna avere presente che le emittenti pubbliche nazionali creano valore, finanziando film e fiction sostenendo l'industria dei cartoni animati e contribuendo alla formazione formale e informale del Paese. È importante veicolare le giuste informazioni e conoscenze, dai servizi pubblici può arrivare un sostegno vitale alla vita del Paese». Se non c'è questa fiducia «non operiamo in senso propulsivo ma difensivo».