«Tarde em Itapoã» di Toquinho e Vinicius de Moraes

Da Gerovijazz @GEROVIJAZZ
Pubblicato mercoledì 1 agosto 2007
In questi giorni, oziando su una sdraio in riva al mare, mi è capitato di riascoltare una delle canzoni brasiliane che amo di più Tarde em Itapoã scritta e musicata dal magico duo Toquinho e Vinicius de Moraes.
Come penso sia capitato a molti, per anni si ascolta una canzone, si resta affascinati dalla musica e dalla musicalità delle parole senza, tuttavia, chiedersi cosa in realtà dica il testo.
Di questa canzone finora sapevo che parlava di una sera trascorsa ad Itapoã, famosa città balneare, nota per aver dato i natali ad uno dei più grandi compositori brasiliani di musica popolare: Dorival Caymmi.
Le mie modeste cognizioni della lingua portoghese non mi hanno mai consentito di capire cosa in realtà venisse detto nella canzone.
Alla fine, stimolato dalla curiosità, mi sono detto: vediamo se con Internet risolvo il problema, magari qualcuno l'ha tradotta e messa in rete, invece ho trovato solo il testo in portoghese.
Um velho calção de banho, um dia pra vadiar
Um mar que não tem tamanho e um arco-íris no ar
Depois na praça Caymmi sentir preguiça no corpo
E numa esteira de vime beber uma água de côco
É bom passar uma tarde em Itapoã
Ao sol que arde em Itapoã
Ouvindo o mar de Itapoã
Falar de amor em Itapoã
Enquanto o mar inaugura um verde novinho em folha
Argumentar com doçura com uma cachaça de rolha
E com olhar esquecido no encontro de céu e mar
Bem devagar ir sentindo a terra toda a rodar
...
Depois sentir o arrepio do vento que a noite traz
E o diz-que-diz-que macio que brota dos coqueirais
E nos espaços serenos, sem ontem nem amanhã
Dormir nos braços morenos da lua de Itapoã
...
Sul portoghese scritto me la cavo meglio e così con l'aiuto di un dizionario mi sono cimentato in un velleitario tentativo di darne una versione in italiano.
Il risultato per quanto approssimativo rende tuttavia il significato del testo e ne evidenzia abbastanza il senso poetico.

Un vecchio costume da bagno, una giornata per oziareUn mare senza fine e un arcobaleno nel cieloPoi in piazza Caymmi sentirsi la pigrizia addossoE su una stuoia di vimini bersi un’acqua di coccoÈ bello passare una sera a ItapoãSotto il sole che ti scalda ad ItapoãAscoltando il mare di ItapoãParlando d’amore ad ItapoãMentre il mare si tinge di verdeDiscutere dolcemente davanti ad un bicchiere di cachaçaGuardando là dove il cielo incontra il mareE camminare lentamente sentendo la terra girareSentire poi un fremito per il vento che si alza la notteMentre un chiacchiericcio leggero arriva dai cocchetiE in un posto tranquillo, senza ieri né domani,Dormire fra le braccia brune della luna di Itapoã 
Per completare il tutto ho estratto da un vecchio filmato RAI il video della canzone interpretata dagli autori e risentendola ne ho finalmente capito il senso.