Piacere, la maggior parte della gente mi chiama Desiderio.
I miei documenti parlano chiaro. Cittadinanza: apolide;
residenza: presso di te; data di nascita: un giorno sbiadito di molto tempo fa.
Professione: tarlo professionista.
Però con te vorrei essere meno burocratico. Mettiamola così:
io nasco dal nulla, sono stato partorito con dolore da un'infinità di
convenzioni sociali ed insulsi archetipi durante un giorno imprecisato della
tua noiosa vita.
Ero piccolo ed indifeso e in un'epifania ti sei accorto di
me; mi hai adottato credendo fallacemente che un essere così dolce ed
inoffensivo non avrebbe mai potuto procurarti alcun dolore. E invece. E invece
mi hai svezzato, mi hai cullato gelosamente, mi fai crescere quotidianamente dentro alla tua corteccia cerebrale tra un'intricata foresta di neuroni. Povero idiota!
Ti svelo un fottuto segreto: io, sappilo, mi nutro di speranza. E
tu, ingenuo, me la elargisci, giorno dopo giorno! E, mentre tu di notte
riposi con la bavetta alla bocca, io scavo un piccolo e angusto e serpeggiante cunicolo nel tuo
cervellino fino a giungere alla parte più lontana e intima e profonda di te. E quando io
la raggiungerò, io sarò te e tu sarai me. Noi, lo capisci, ci
identificheremo l'un l'altro! E da quel momento io sarò il primo a darti il
buongiorno al mattino e a baciarti la fronte quando, alla sera, stanco di me,
ti coricherai sul tuo freddo letto. Cosa saresti senza di me!
Senza accorgerti,
Desiderio prenderà il posto di quello che stai realmente desiderando.
Sono un parassita e non ti lamentare: è la mia natura
prendermi gioco delle tue emozioni. Tu mi darai sostentamento e io come un
tarlo disintegrerò ogni giorno quello che resta della tua vuota testolina. Certo, tu
replicherai, basterebbe soddisfarmi per liberarti del sottoscritto. Vedi amico, tuo
malgrado hai costruito così tanto su di me e ti sei identificato così coriacemente
in me che non potrai mai e poi mai esaudirmi. Io sarò per sempre incompleto,
così come lo sarai tu. E, mia dolce e prelibata vittima, questo te lo sussurro in un orecchio: nel tuo ultimo
alito di vita, puoi scommetterci, sarò proprio il tuo ultimo e triste rimpianto.