Il Governo Renzi ha stabilito che l'aliquota da applicare sia del 2,5 per mille, ma i Comuni possono aumentarla fino allo 0,8 per mille in più . In più, ogni cittadino dovrà comunque verificare le detrazioni: alcuni Comuni hanno deciso di esentare dal pagamento chi rientra nelle fasce di reddito più basse, altri hanno previsto le detrazioni in base ai figli a carico.
Queste disposizioni sono state indicate per la Tasi dai Comuni stessi sui siti ufficiali. Se il Comune di residenza non avesse fatto in tempo nel presentare le aliquote, il pagamento avverrà in un'unica soluzione il 16 dicembre, altrimenti si potrà pagare la Tasi in due rate, a partire dal 16 ottobre. Rientra sempre nelle disposizioni comunali quanto far pagare agli inquilini: la Tasi per loro è tra il 10% e il 30% dell'intero importo della tassa sui servizi comunali.
Le aliquote andranno applicate alla rendita catastale. Se non si è a conoscenza della rendita riferita al proprio immobile, si possono consultare diversi documenti: il rogito o la visura del Catasto (gratuita per i proprietari) hanno indicazioni utili e riportano anche la rendita.
? Si passa per una serie di rivalutazioni. La prima è del 5%: va calcolata sulla rendita catastale e il risultato va poi sommata sulla stessa rendita. A questo punto, sarà necessario moltiplicare per 160 (si tratta del coefficiente riferito alle abitazioni non di lusso) il risultato ottenuto dalla rivalutazione.
Infine, il tutto andrà moltiplicato per l'aliquota dettata dai Comuni , al netto delle detrazioni: quindi si sottrarranno le detrazioni e si passerà all'ultima moltiplicazione (2,5 per mille, a salire in base al Comune di residenza). Il risultato sarà l'importo totale da pagare per la Tasi.
Si tratta ovviamente di un calcolo approssimativo, dipendente dalle singole direttive comunali, ma sufficiente per mettere i conti in ordine. Per il calcolo della Tasi, molta attenzione va data alla rendita: accertarsi che i documenti siano in ordine può aiutare.