TASI: OK all’aumento delle aliquote per finanziare detrazioni ai ceti deboli

Creato il 10 gennaio 2014 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT

Raggiunto l’accordo sulla TASI tra Governo ed Enti Locali. Un emendamento al Decreto Enti Locali, infatti, consentirà ai Comuni di aumentare le aliquote della TASI tra lo 0,1 e lo 0,8 per mille. Gli eventuali maggiori introiti serviranno per finanziare detrazioni e agevolazioni per famiglie e ceti deboli (leggi anche IUC: TASI, TARI e IMU. Ecco chi paga e le scadenze per il 2014).

Il Decreto Enti Locali ora andrà all’esame di Palazzo Madama. In base all’emendamento, quindi, l’applicazione dell’incremento maggiore sulla TASI sulle abitazioni principale comporterebbe un’aliquota massima del 3,3 per mille (l’aliquota base della TASI, ricordiamo, è stata fissata a 2,5 per mille).

Sulle seconde case, invece, l’aliquota potrà variare dal 10,6 (IMU e TASI) all’11,4 per mille.

Le nuove norme sulla TASI non erano state inserite nel Milleproroghe ma rinviate al provvedimento IMU Bankitalia in scadenza a fine gennaio.

Mini IMU: confermato il pagamento entro il 24 gennaio
Doccia fredda, invece, per chi sperava di non dovere mettere mano al portafogli per il pagamento della c.d. Mini IMU, ossia la quota di imposta sulla prima casa non coperta dall’abolizione da parte del Governo e dovuta ai proprietari di immobili situati nei Comuni che hanno deciso di incrementare l’aliquota base dell’IMU. È stato infatti confermato il termine del 24 gennaio per effettuare il versamento.

Per sapere se si è chiamati a corrispondere la Mini IMU, i contribuenti devono controllare sul sito internet del proprio Comune se è stata approvata la deliberazione di innalzamento dell’aliquota base del 4 per mille. Sono interessati alla Mini IMU i proprietari di case situati in oltre 2.400 Comuni italiani, cioè quasi un terzo del totale.

Per conoscere l’importo da pagare per la Mini IMU occorre calcolare il 40% della differenza ottenuta fra il valore dell’IMU 2013 con l’aliquota decisa dal Comune e quello calcolato con l’aliquota base del 4 per mille.


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