Si riportano le dichiarazioni di Pierluigi Bersani pubblicate su Il Sole 24 Ore del 15 luglio 2010Una tassazione sulle transazioni finanziarie a livello internazionale: é la proposta che il Pd ha portato all'attenzione del Fmi. Il segretario Pier Luigi Bersani, in una conversazione con Radiocor, spiega che l'idea di un intervento sui profitti di banche e soggetti finanziari a livello nazionale rischierebbe di ricadere sui consumatori, mentre una tassa sulle transazioni finanziarie «é un altro discorso». La ricetta per evitare che il rientro degli Stati sovrani dal debito causato dalla crisi finanziaria a partire dal crack della Lehman Brothers «ricada sulle politiche sociali e per l'innovazione» é stata al centro dell'incontro a Washington col vicedirettore generale del Fmi e con il direttore esecutivo per l'Italia, John Lipsky e Arrigo Sadun. La proposta avanzata dal Pd prevede la costituzione di un fondo ad hoc, una sorta di bad company, dove far confluire i debiti direttamente causati dagli interventi anticrisi. «Il Fondo monetario internazionale riconosce che la finanza deve dare un contributo, ma sui meccanismi é cominciata una discussione che non ha ancora portato ad una soluzione», sottolinea Bersani. «Loro propendono per una griglia di possibili interventi affidati alla dimensione nazionale; mentre la nostra proposta é su scala globale; almeno europea, ma anche maggiore. Secondo il Fmi, però, é difficile coinvolgere alcuni Paesi, come quelli emergenti». Il dibattito, rileva ancora Bersani, riguarda anche la natura dei segnali di recupero dell'economia che si registrano in questo periodo e che per il Fmi mostrano «una ripresa seppur lenta» mentre «noi siamo più pessimisti e se si tratta di un rimbalzo» ci sarà la necessità di «intervenire più drasticamente per la riduzione dei debiti e per consentire politiche maggiormente espansive». Bersani, che é accompagnato tra gli altri dal responsabile economia del partito, Stefano Fassina, ha avuto una serie di incontri a Washington in questi giorni e dice che «c'é interesse su cosa sta succedendo in Italia e sulla sua stabilità».
Si riportano le dichiarazioni di Pierluigi Bersani pubblicate su Il Sole 24 Ore del 15 luglio 2010Una tassazione sulle transazioni finanziarie a livello internazionale: é la proposta che il Pd ha portato all'attenzione del Fmi. Il segretario Pier Luigi Bersani, in una conversazione con Radiocor, spiega che l'idea di un intervento sui profitti di banche e soggetti finanziari a livello nazionale rischierebbe di ricadere sui consumatori, mentre una tassa sulle transazioni finanziarie «é un altro discorso». La ricetta per evitare che il rientro degli Stati sovrani dal debito causato dalla crisi finanziaria a partire dal crack della Lehman Brothers «ricada sulle politiche sociali e per l'innovazione» é stata al centro dell'incontro a Washington col vicedirettore generale del Fmi e con il direttore esecutivo per l'Italia, John Lipsky e Arrigo Sadun. La proposta avanzata dal Pd prevede la costituzione di un fondo ad hoc, una sorta di bad company, dove far confluire i debiti direttamente causati dagli interventi anticrisi. «Il Fondo monetario internazionale riconosce che la finanza deve dare un contributo, ma sui meccanismi é cominciata una discussione che non ha ancora portato ad una soluzione», sottolinea Bersani. «Loro propendono per una griglia di possibili interventi affidati alla dimensione nazionale; mentre la nostra proposta é su scala globale; almeno europea, ma anche maggiore. Secondo il Fmi, però, é difficile coinvolgere alcuni Paesi, come quelli emergenti». Il dibattito, rileva ancora Bersani, riguarda anche la natura dei segnali di recupero dell'economia che si registrano in questo periodo e che per il Fmi mostrano «una ripresa seppur lenta» mentre «noi siamo più pessimisti e se si tratta di un rimbalzo» ci sarà la necessità di «intervenire più drasticamente per la riduzione dei debiti e per consentire politiche maggiormente espansive». Bersani, che é accompagnato tra gli altri dal responsabile economia del partito, Stefano Fassina, ha avuto una serie di incontri a Washington in questi giorni e dice che «c'é interesse su cosa sta succedendo in Italia e sulla sua stabilità».
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