Tassazione rendite finanziarie, ipotesi di riforma del nuovo Governo

Da Mrinvest
Il Governo Renzi ha annunciato una “rimodulazione” della tassazione rendite finanziarie ed il sottosegretario Delrio ha già fatto esempi espliciti sui BoT.

Si fa un gran parlare in questi giorni di patrimoniale e di tassazione rendite finanziarie, specie dopo che a capo del Ministero dell’Economia e delle Finanze è stato nominato Pier Carlo Padoan, capo economista dell’OCSE e, da dicembre scorso, Presidente dell’Istat, che si è dichiarato in passato non contrario all’ipotesi di un’imposizione una tantum sui patrimoni degli italiani per abbattere il debito pubblico.
Ma, se questa ipotesi è stata scartata dal nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, non è così per le rendite finanziarie, per le quali il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, ha annunciato che saranno aumentate complessivamente. Delrio ha affermato (in modo improprio e semplicistico) che chiedere 25 o 30 euro ad una signora anziana che ha investito 100 mila euro in BoT non implicherebbe crearle un problema di salute.

Ipotesi di tassazione.

Anzitutto, la stangata dovrebbe riguardare gli interessi sui titoli di Stato, attualmente tassati con l’aliquota agevolata del 12,50%, anziché del 20% come previsto per i proventi derivanti da quasi tutti gli altri strumenti finanziari.
Un’altra ipotesi consiste nell’aumentare la tassazione rendite finanziarie dal 20% al 23%, anche se lo stesso Renzi, poco tempo fa, aveva evocato addirittura un’aliquota del 28% per recuperare 2,5 miliardi da destinare al taglio del cuneo fiscale.
In ogni caso, sembra di capire che la stangata fiscale non riguarderebbe i proventi dei Fondi Pensione, i quali continuerebbero ad essere tassati all’11%, aliquota agevolata al fine di favorire la previdenza integrativa, inferiore anche a quella applicata sui titoli di Stato,

Qualora i bond sovrani dovessero essere tassati al 20% o ad un’aliquota ancora superiore, il risparmiatore troverebbe più conveniente investire maggiormente sui titoli di più lunga durata, che hanno una resa superiore. Già oggi, infatti, tra rendimenti ai minimi e costi vari, i margini sono bassissimi o nulli, come nel caso dei titoli di breve durata.
E’ chiaro, quindi, che un aumento della tassazione rendite finanziarie, spingerà, soprattutto i “BoT people”, a decidere se continuare a parcheggiare i soldi a tasso zero, o quasi, o a valutare altre soluzioni di investimento che possano garantire un rendimento netto al di sopra dell’inflazione.