È di pochi giorni fa un nuovo traguardo “record” nel rendimento dei titoli di Stato. Per la prima volta nella storia delle aste del Tesoro, infatti, anche i Bot a 6 mesi hanno pagato un rendimento negativo. Il ministero dell’Economia nell’ultima sessione ha di fatto collocato 6 miliardi di euro di titoli a sei mesi a un tasso medio ponderato del -0,055 per cento. Non certo una sorpresa, visto e considerato che a tale scenario i titoli di Stato a 6 mesi si erano avvicinati molto lo scorso aprile, quando in asta il solo tasso minimo accettato era sceso per la prima volta sotto lo zero, a quota -0,011 per cento, ma comunque un’ulteriore affermazione del trend in atto.
Dando uno sguardo indietro nel tempo, sembrano oggi lontani, lontanissimi, i momenti vissuti esattamente quattro anni fa: a novembre 2011 il Bot semestrale in asta era stato collocato al 6,5 per cento, il livello massimo dall’introduzione dell’euro. Quattro anni dopo (e tante vicissitudini nazionali e internazionali), il rendimento è invece sceso in deciso territorio negativo.
L’asta di giovedì scorso ha inoltre seguito quella di martedì dei Ctz a scadenza agosto 2017, che per primi sono stati piazzati a un rendimento negativo. I titoli, emessi per 1,75 miliardi di euro, sono stati infatti prezzati sul mercato primario a un rendimento del -0,023 per cento. Per quanto concerne invece il mercato secondario – ovvero, il mercato dei titoli non di prima emissione, che possono essere scambiati di mano tra gli investitori – i Bot a 6 mesi ieri in serata erano ancora in negativo, con un rendimento del -0,068 per cento.
Per quanto attiene le scadenze maggiori, il Btp a dieci anni ieri pagava l’1,4 per cento e lo spread contro Bund restava sotto i 100 punti base, attorno a quota 96.
Sul perché i rendimenti siano scesi ancora più in basso rispetto alle emissioni precedenti, una buona parte dei motivi può essere indotta alle recenti parole del presidente della Bce Mario Draghi, che si è detto pronto a rafforzare il programma di Quantitative easing varato lo scorso marzo, e dei progressi registrati dall’economia italiana.
Tassi in calo anche in Germania, dove il Tesoro locale ha collocato 2,455 miliardi di euro nella riapertura del Bund decennale, con un tasso in diminuzione allo 0,44 per cento dal precedente 0,62 per cento. E potrebbe non esser finita qui…
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