In the late seventies, BMW faced the problem to further develop its flat-twin boxer engine in order to make it in line with the new European Union’s emission regulations and the market demand for more performing bikes. At that time, bike comparison by the media was based around top speed and absolute power, leaving the matters regarding the chassis and the torque behind. The Japanese factories had developed smoother and quicker machines based around a four-cylinder format and were leading the market while lower emissions would have been easier to get with more cylinders with an individual smaller displacement. So BMW decided to develop as soon as possible a new performing and clean burning four-cylinder engine. In order to do it very quickly, the engineers Josef Fritzenwenger and Stefan Pachernegg chose to base their project on an existing liquid-cooled engine, already produced by Peugeot for its cars. As BMW needed something different from every other manufacturer, the choice was made to lay the engine flat in the frame to keep the centre of gravity low and improve the bike's handling. In addition, the engine would have been fuelled by electronic injection: Bosch L-Jetronic first and, later, Motronic. The project of the new 1000 cc engine was completed in four years. The same team would later develop a three-cylinder version of the engine for the 750 cc K75, and an improved four-valve-per-cylinder head for the aerodynamic K1. What we are showing today is probably the best of what you can do if you are an estimator of these kind of bikes. Frank of Motosumisura in Vigevano chose a BMW K1 16V as a donor bike for his third Tatanka, almost entirely handmade, as usual, which is presented to the public for the first time on Inazuma Café. Enjoy.
Alla fine degli anni settanta, la BMW affrontò ebbe il problema di sviluppare ulteriormente il suo bicilindrico boxer, al fine di renderlo in linea con le nuove normative sulle emissioni dell’Unione europea e la domanda del mercato di moto più performanti. All’epoca, i confronti tra moto da parte dei media erano imperniati su velocità massima e potenza assoluta, lasciando le questioni riguardanti il telaio e la coppia in secondo piano. Le marche giapponesi avevano sviluppato macchine confortevoli e veloci motorizzate a quattro cilindri ed erano ormai leader di mercato, mentre emissioni più basse sarebbero state più facili da ottenere con più cilindri e una cilindrata individuale più piccola. Così BMW decise di sviluppare quanto prima una nuovo motore a quattro cilindri performante e pulito. Per farlo rapidamente, gli ingegneri Josef Fritzenwenger e Stefan Pachernegg scelsero di basare il proprio progetto su un motore raffreddato a liquido già esistente, già prodotto dalla Peugeot per le sue auto. Poiché BMW doveva realizzare qualcosa diverso da ogni altro produttore, la scelta fu di posizionare il motore longitudinalmente e con i cilindri paralleli al suolo per abbassare il baricentro della moto e migliorarne la maneggevolezza. Inoltre, il motore sarebbe stato alimentato da iniezione elettronica: Bosch L-Jetronic prima e, più tardi, Motronic. Il progetto del nuovo motore da un litro fu completato in quattro anni. La stessa squadra avrebbe poi sviluppato la versione a tre cilindri del motore per la K75 di 750 cc, e una testata a quattro valvole per cilindro per l'aerodinamica K1. Quel che mostriamo oggi è probabilmente il meglio di ciò che si può fare se si è estimatori di questo tipo di moto. Frank della Motosumisura di Vigevano ha scelto una BMW K1 16V come base per la sua terza Tatanka, quasi interamente fatta a mano, come al solito, che presenta al pubblico per la prima volta su Inazuma Cafè. Buona visione.