Ho visto che i coniugi Briatore hanno portato a casa (o più precisamente in barca) il loro primogenito Nathan. Lei raggiante, magrissima, fresca di parrucchiere, esce dalla clinica di Nizza con il marito, il bimbo nell'ovetto ed un'assistente che l'aiuta a trasportarlo. L'articolo poi sottolineava il fatto che l'aspettasse la spa presente nello yacht a ritemprarla dopo le fatiche del parto...Uff, e che gusto c'è?
Vuoi mettere le notti insonni, le conseguenti occhiaie, le ragadi, i capelli perennemente raccolti in code di cavallo per nascondere il fatto che non si riesce a trovare il tempo nemmeno per farsi la doccia??
Eh, no, così non vale, si gioca sporco. E' come quando prendi un 8 in matematica ma fa una notevole differenza se è un 8 preso al Liceo Scientifico o un 8 preso all'Alberghiero (senza offendere nessuno!). Lei avrà pure fatto un figlio ma non vivrà minimamente le fatiche dell'allevarlo...Avrà una decina di persone tra tate ed assistenti, tutto sempre pronto, potrà tornare a fare la sua bella vita mondana, non dovrà incastrare orari su orari, nè preoccuparsi di portarlo al nido; nè rinunciare ad una cena perchè non si sa a chi lasciarlo e neppure cambiare di molto le sue abitudini.
La mia non è invidia, sono contenta per lei. E' che è sempre tutto tanto complicato per noi comuni mortali. Mi piacerebbe tornare a vedere un film al cinema con mio marito, ma come si fa coi pupi?
I nonni sono sempre meno disponibili, le baby sitter a volte faticose da trovare e da "ammaestrare" (nel senso che i bambini la devono conoscere bene, fidarsi, imparare ad addormentarsi con una persona estranea). Allora, come si fa? Si rinuncia.
Ma non è un bene nemmeno quello.
Se vinco al superenalotto regalo tate per tutti!