Tattica alla scuola materna

Creato il 05 novembre 2013 da Nkw1978 @NKW1978
Per una serie di vicissitudini che riassumerei in “sovrapporsi di sfighe”, nell'ultimo mese non sono mai riuscito ad andare a prendere le bimbe alla materna e all'asilo. Oggi mi son concesso questo svago. Come da istruzioni di Giulia sono andato prima da Gaia e poi da Bianca. Quindi il mio primo obiettivo era la materna. Orario rigido, rigoroso, non si entra prima. Memore dei cori di quando ero piccolo in cui si inneggiava ai bimbi fortunati che andavano via per primi mentre gli ultimi restavano soli, al buio ad attendere genitori che avevano terminato i sorrisi, mi presento al cancello alle 15,30. Orario di apertura alle 16,00. Voglio essere il primo, voglio fare irruzione in sezione e vedere il sorriso di Gaia quando mi vede, quando mi vede arrivare per primo con gli altri genitori che arrancano anni luce dietro. Mentre aspetto arrivano nonni e altri genitori. Anni di concerti al RockPlanet, al Vidia ed al Velvet mi hanno insegnato a prendere una buona posizione in fila, nell'attesa che i cancelli si aprano. Entro in modalità tafferuglio. Punto la sveglia del cellulare alle 15,57, in questo modo una vibrazione in tasca mi farà capire quando muovermi. Non posso essere arrivato per primo ed entrare per ultimo. Studio. Il fondo è buono, non posso sperare che qualcuno scivoli. Almeno non qualcuno di competitivo. I babbi sono i più facili, sono distratti, aspetteranno. Le mamme vanno studiate, quelle col tacco non mi spaventano ma un paio sono con le scarpe da ginnastica. Una ha i laccetti slegati, nessun problema. L'altra ha una brutta posizione e si è inchiacchierata. Le nonne sono da tenere badate. In particolar modo si piazza vicino a me una nonna abbastanza giovane da essere agile, bassa e pesante. Con un colpo d'anca potrebbe sbilanciarmi ed io non saprei come contenerla, così compatta. Ha un cazzo di baricentro bassissimo. La temo. Butto un occhio alle scarpe: scarpe da ginnastica col velcro. Lo sapevo, il mio peggior avversario mi marca stretto. Forse ha capito che sono io quello che vuole scattare. Serve un piano bis. Lo trovo. C'è un nonno che si è presentato con la cravatta. Eccolo. Mi serviva lui. Lui ha una gran voglia di essere il primo al cancello ma poi si fermerà, lo terrà aperto per tutti gli altri, specialmente per le mamme. Indossa già il sorriso, nella sua testa sta già salutando tutti. Eccolo, devo portarlo in zona cancello ma alla mia destra, in modo che faccia il blocco sul panettone da guerra che mi sta al fianco. Alle 15,50 la mia salvezza: all'incrocio succede un parapiglia, tutti si distraggono tranne il nonno galantuomo che si muove verso il cancello, faccio un passo e porto un blocco, mi sorride ci scusiamo e lui svicola a destra. E' fatta, siamo tutti dove voglio che siamo. Vibrazione in tasca. Mi sollevo dal muretto dove mi ero appoggiato e comincio a muovermi senza senso. Sembra la partenza dell'American's cup, aspetto solo il via. Porto qualche blocco, qualcuno si sposta dove voglio. La strada è libera. Cancelli aperti, il GentilNonno fa quello che ci si aspetta, mi avvio sorridente ma il boiler si infila sotto il mio braccio, mi urta un rene e mi passa, sono fregato. Mi trattengo dal gridarle di tutto. Ha la gamba tozza ma la muove veloce. Non la prendo più, occupa tutta la porta e il sorpasso non è possibile, siamo in salone, sono secondo. Ho perso. Poi la provvidenza, la nonna bolide si lancia verso un'altra sezione, sono salvo, sono primo. Entro, metto il mio sorriso migliore e sento “BABBONEEEEEE”. Ho vinto.

Prossima volta mi presento così



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