Per questi ultimi il segno indelebile lasciato dal tatuaggio veniva a rappresentare sia l’attestazione del passaggio alla vita dei veri 'duri', sia un segno di virilità. Il tatuaggio era in uso fra pellegrini e soldati, pirati, prostitute e spogliarelliste, ma anche fra operai che vi vedevano il modo per simbolizzare il proprio valore. Parimenti funzionava per i nobili, uomini e donne, per i quali rappresentava un segno di distinzione sociale. Infine, "dall’inizio degli anni Ottanta del secolo scorso, questa pratica esce definitivamente dalla dicotomia bene/male", così come il tatuaggio non diviene più elemento per l'omologazione a una determinata categoria sociale quanto opportunità/segno di distinzione che celebra l'unicità dell'individuo, differenziando il proprio corpo da quelli altrui.
In questo senso, a volte, sogno di farmi io stessa uno o più probabilmente più tatuaggi. Se dovessi mai realizzare tale desiderio, essi seguirebbero questa ultima ipotesi interpretativa.
Mi tatuerei allora: - una farfalla su una scapola, sulla pancia o su un fianco -> per la loro bellezza naturale e a indicazione di una vita breve ma intensa; - una piccola tartaruga -> perché la mia casa è sempre stata ciò che, nomade, sono riuscita a mettere in uno zaino e caricarmi sulle spalle; - l'arcano maggiore della Papessa dei tarocchi (in stile Art Nouveau), in grande sulla schiena -> la Papessa rappresenta il femminile notturno, l'anti-maternità, l'amore platonico, l'intuizione, l'anelito all'arte e alla filosofia, caratteristiche per le quali mi sento vicina a questo personaggio; - e infine un sole, raggiante, sorridente e luminoso, all'interno della caviglia -> per contemplarlo solo io, nei momenti più duri e difficili dell'esistenza, e ricordarmi che così come sono stata felice in passato potrei esserlo di nuovo in futuro, e quindi darmi speranza.
E voi avete tatuaggi? Quali e dove? E se non ne avete, quali vi piacerebbe avere?
Quali immagini rispecchierebbero la vostra identità?