18 novembre 2011 Lascia un commento
"La cosa migliore e’ restare vivi ma non sempre e’ possibile"
La morte e’ vicina, la si sente nei sorrisi delle guardie, nel silenzio di una casa che non riceve lettere ne’ telefonate ma ancor piu’ nella mente che scivola via tra moltiplicazioni e la tragica consapevolezza di aver scatenato un mostro incontrollabile capace di presentarsi nel suo vestito bianco a banchettare con l’odore della morte.
"Quando sara’ possibile un’altra strada senza questo terrore implacabile?
Per fare ordine ed educare i selvaggi serve il terrore.
E io non posso fare niente."
Ecco la tragedia di un uomo che vede la fine dei suoi giorni ma ancor peggio sente la mente svanire lentamente lasciando ogni certezza alle spalle mentre la consapevolezza dell’orrore del proprio operato assale in quelle notti serene eppure piene di angeli, angeli di un Dio del quale si rifiuta l’esistenza del quale pero’ si ode il canto.
"- Ma io ho la storia! – Hai solo solo la malattia"
Forse la consolazione di morire come il proprio maestro, guida e ispiratore, Marx anche lui scortato non accompagnato alla tomba e la storia si confonde, le morti e le torture del popolo non cambiano, la mano di chi le infligge si.
Ecco cio’ che si lascia quindi, non un figlio, non un cambiamento, forse un’idea o solo un diverso modo di esprimerla.
"Lo stupido proletario vorra’ lottare con la bestia borghese fino a vomitare sangue.
Non immaginate cosa vi aspetta dopo di me"
Sokurov, Vladimir Ilyich Lenin alla fine del tempo, un uomo e il terribile epilogo della sua vittoria.
Tutto qua.
Finisce qui la trilogia del potere di Sokurov.
"Moloch", Hitler, l’uomo. "Taurus", Stalin, la morte. "Il sole", Hirohito, il Dio.
Si parla di tetralogia includendo l’ultimo "Faust" ma non sono convinto, non sino a quando avro’ modo di vederlo.