Tavolozza di cotognata

Da Pausagolosa @pausagolosa

Un sapore che riporterà alcuni di voi all’infanzia, ricordo che a scuola per merenda ci davano il “fruttino”, altro non era che la solida e deliziosa cotognata, incartata nella carta trasparente, che io adoravo addentare. Sono sicura che molti bambini di oggi, non sanno cosa sia” il fruttino”. Perchè allora non riproporlo in questi tempi di crisi, dove tutto ormai è arrivato alle stelle, per non parlare dell’utilizzo di aromi in sintesi e di produzione industriale più per coniglie che per esseri umani?

Questa ricetta è stata eseguita con vere mele cotogne BIO. Regalo graditissimo dell’orto di Paola, dove nulla è concimato con prodotti industriali, ma è solo stallatico, quindi più Bio di così. Rami copiosi di frutti che lambivano il terreno, tante di quelle mele cotogne che si poteva fare la sagra della cotognata.Il loro profumo aveva inebriato l’abitacolo della mia macchina, mentre ero di ritorno dall’Aquila.

Le ho lasciate in terra qualche giorno, abbandonate in un angolo, non mi decidevo. E’ un periodo che io e la cucina non ci amiamo.

Poi mi sono decisa: E cotognata sia!

In verità non sapevo da dove iniziare. Mai fatta una cotognata in vita mia. L’unica esperienza sul mio curriculum culinario erano le marmellate di pesche, prugne e limone. Quindi ho pensato bene, che non era così difficile da fare.

Mai sottovalutare e affrontare le ricette a cuor leggero.

Mi ci sono voluti 3 giorni per preparare questa “cosa”, che vi auguro di preparare con una nutrita Task Force di famigliari. E’ piuttosto faticosa da preparare e mescolare.

Ma passiamo alla ricetta della cotognata che farà la gioia di adulti e piccini:

2 kg di mele cotogne

1,2 kg di zucchero

la scorza di un limone non trattato

Pulire le mele cotogne da ogni parte annerita o rovinata. Personalmente le ho sbucciate tutte, e tagliate a pezzettoni. C’è chi lascia la buccia.

Ho preso una grande pentola e le ho lasciate macerare per una notte insieme allo zucchero.

La mattina seguente le ho messe sul fuoco per un’ora abbondante con una scorza di limone non trattato. Ho provveduto poi ad usare il Multipimer per ridurle in poltiglia. Ho messo di nuovo sul fuoco e ho finito di cuocere per una ora e mezza. Munitevi di una cucchiaia lunga, e soprattutto di una pentola alta, gli schizzi sono peggio di quelli della frittura.

Una volta che la poltiglia si è addensata, preparate una teglia precedentemente oliata, togliete con la carta assorbente l’eccesso e versatela – Potete usare anche una larga teglia di ceramica per la pasta, come ho fatto io, se non avete altro in casa.

Fate riposare un paio di giorni a temperatura ambiente in un luogo asciutto, coprendo la teglia con un panno di cotone, per far passare l’aria.

Il terzo giorno si taglierà in striscioline, rombi o quello che volete. Riporrete la cotognata in contenitori di plastica che avrete foderato con la carta forno, oppure servite su un tagliere colorato, o nei pirottini di carta. Volendo, se avete delle formine piccole per biscotti, potete dargli la forma che desiderate.

Per la conservazione mettete nei contenitori come indicato, sovrapponendo fogli di carta forno. Ponete in congelatore per lunga conservazione o in un luogo asciutto e fresco.

Buona pausagolosa


Filed under: Dolci, L'Aquila Tagged: cotognata, limoni, marmellata, mele cotogne, Zucchero

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