Di Salvatore Giambelluca il 23 gennaio | ore 11 : 09 AM
Sarà una settimana di scioperi e disagi contro le liberalizzazioni stabilite dal governo Monti, il cui pacchetto è stato approvato già venerdì scorso.
Oggi Taxi. Auto bianche ferme dalle 8.00 alle 22.00 in tutte le città italiane. I tassisti chiedono un nuovo incontro con il governo per discutere della licenza part-time e dell’Authority delle reti, incaricata di decidere proprio sull’assegnazione delle licenze. Allo sciopero non partecipa Confartigianato Taxi.
Dal 23 al 27 i Tir. Gli autotrasportatori di TrasportoUnito si fermano per ben 5 giorni. Per questo sindacato sono insufficienti le misure per trimestralizzare il recupero di una parte delle accise sui carburanti.
Il 27 le Ferrovie. Sciopero di 24 ore (dalle 21 del 26 gennaio) proclamato dall’Orsa. Oggetto della protesta la cancellazione dell’obbligo di applicare il contratto nazionale di settore. I sindacati di base protestano
Benzinai da definire. Il fronte dei gestori è spaccato. La Figisc Confcommercio è stata la prima a minacciare 7 giorni di serrata, ma è pronta a revocarli, mentre Faib e Fegica hanno per il momento confermato i loro 10 giorni di agitazione (da effettuare in pacchetti di tre giorni consecutivi al massimo), in attesa di vedere il testo definitivo del decreto. In questo caso però la Fegica non lamenta un eccesso di liberalizzazioni, ma una carenza, perché il decreto sarebbe troppo “rispettoso” delle esigenze dei petrolieri. Il problema di fondo è quello dell’esclusiva e di come verrà modificata.
Il ministero dell’Interno segue «con molta attenzione» le proteste degli autotrasportatori che dalla Sicilia si stanno diffondendo in più parti d’Italia «perché nulla esclude che questi malesseri possano sfociare in manifestazioni di tipo diverso». Lo ha detto il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri nel corso della trasmissione Radio Uno ‘Prima di Tutto’. «Eravamo molto allertati, molto attenti perché era prevedibile che ci sarebbero state delle manifestazioni», ha spiegato il ministro, «sicuramente potrebbero esserci aggregazioni di varie forme di dissenso anche di altre categorie e potrebbero saldarsi scontentezze varie che poi possono portare a manifestazioni».