TDPCD - Excusatio non petita

Creato il 17 febbraio 2015 da Fredy73 @FedericaRossi5
Tu, donna, partorirai con dolore Inizio questa premessa consapevole del vecchio adagio latino che recita excusatio non petita, accusatio manifesta.
Tuttavia, il mio viaggio nel mondo femminile o, meglio, in come questo sia percepito dagli altri (uomini o donne che siano), merita qualche spiegazione che mi sdogani da cliché veterofemministi o, peggio, dall’idea che il mondo maschile mi sia avulso, estraneo, ostile.
Amo gli uomini per quello che sono. Li cerco. Ne apprezzo la compagnia, la sagacia, l’intelligenza. E, senza un uomo che mi avesse accompagnato in queste avventure, la maggior parte delle stesse nemmeno sarebbe esistita. Non li considero diversi dalle donne se non nel gioco dei sessi e della seduzione. Semplicemente li catalogo nello stesso universo infinito e multiforme al quale appartengono tutte le persone, quale che sia il loro genere.
Parimenti, le donne non possono essere ricondotte unicamente a quel complicato, problematico, emotivo intreccio di ormoni e sensibilità. Figlie di quello stesso universo, ne acquisiscono pari dignità, rivelandosi, individualmente, persone con pregi, difetti e manie che poco hanno a che fare con la diversità di genere.
Eppure c’è un mondo che sulla diversità di genere basa le sue regole alle quali nessuno – in primis le stesse donne e anche chi scrive -  sembra riuscire a sottrarsi.
Tutto cominciò quando Dio sorprese Adamo ed Eva a mangiare una mela e decise di punirli. E, mentre all’uomo veniva inflitto poco più di un buffetto sulla mano, per lei tuonò un’assurda sentenza: “Tu, donna, partorirai con dolore”.
Ecco, mi sono sempre chiesta se la disparità di trattamento tra uomo e donna, non sia figlia di quella notte dei tempi perché, ammettiamolo, “lavorerai con sudore” non è minimamente paragonabile ad anni di sindromi premestruali, crampi, gravidanze, parti e chi più ne ha, più ne metta.
Da queste considerazioni e, più che altro, dalle mie avventure e disavventure in compagnia del fedelissimo amico B, è nata l’idea di questa rubrica  che troverete ogni martedì (se la costanza mi assisterà) su Poco sex e niente city.
Sia ben chiaro:  Questo viaggio non vuole insegnare nulla agli uomini, né pretende di gettare le basi per una nuova alleanza femminile. E neppure si preoccupa di comprendere le differenze tra donna e femminilità o tra uomo e mascolinità. Più per disinteresse che per assenza di conclusioni sull’argomento. È  un semplice racconto – o, meglio, una raccolta di racconti – di avventure e disavventure che mi sono capitate. È  una cronaca, a volte algida, molto spesso ironica, dello sguardo del mondo sulle donne quando si presentano in compagnia di un uomo. Uno sguardo che può essere involontariamente malevolo. Inconsapevolmente denigrante. Accidentalmente ostile. Ma anche profondamente rivelatore di quella rassegnata ironia della quale molte donne si sono armate fin dalla notte dei tempi. Da quando, cioè, un dio punì il peccato originale infliggendo all’uomo solo un po’ di sudore della fronte e, alle donne, i dolori del parto…
A martedì :)
Articolo originale di Federica Rossi per Poco sex e niente city. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso dell’autrice.