TE LA DO IO LA ZEBRA, recensione della serata

Da Bernardrieux @pierrebarilli1

Ben poco avrei da aggiungere alla recensione al buio, cioè scritta senza aver visto il film, qui postata nel pomeriggio. A parte che la pellicola non è un "corto" ma, come ha corretto Sartori, "è un quasi lungo", tra le cose da aggiungere in positivo segnalo il successo di pubblico, qualche centinaio di fidentini,  e la scoperta di Paolo Baratta nella veste di "Paolino giornalista fidentino": strepitoso.
Per il resto,  nell'insieme, tutti bravi  questi nostrani attori improvvisati: che forza di natura, che istinto vergine.  La scena iniziale con Claretta Ferrarini è super, come del resto il finale dove, finalmente, si capisce il perché di quel titolo: "te la do io la zebra".  A proposito: come si dice "zebra" in dialetto fidentino?
In negativo,  segnalo l'esagerato pistolotto iniziale del critico cinematografico della Gazzetta,  al quale è seguito quello, sotto tono,  di un Ivano Sartori che, stremato ma felice,  se la tirava un poco.
Il film, che al di là del lavoro del regista, è anche frutto dell'autarchia generale in combinato disposto con la professionalità diLuca Laurini, che ha curato le riprese.
Insomma, il "quasi lungo"  è un film pieno di ritratti di personaggi nostrani che non disdegnano, rigorosamente in dialetto, né il vino né una briscola.
Nel complesso una serata piacevole scandita da numerosi  applausi  a scena aperta.
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